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Ecco si muovono i prodiani per compattare il centrosinistra

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Non è un’autorottamazione. Semplicemente, non è più la sua politica. Spaccature nel centrosinistra, avvento del M5s, ritorno del centrodestra: Romano Prodi vuole starne alla larga. “Se dicessi anche una sola sillaba verrebbe interpretata come un mio desiderio di tornare in campo”. Desiderio che l’ex presidente del Consiglio non ha. Ora ci sono i libri, i convegni, i seminari (ieri ha partecipato a Roma a quello organizzato dal Messaggero, qui le foto). A 78 anni, Prodi ha raggiunto la pace dei consensi. Niente più campagne elettorali, riunioni, trattative tra partiti, coalizioni. “È una tragedia”, dice l’ex leader dell’Ulivo a proposito della situazione italiana. “Quale progetto ha l’Italia in Europa e nel Mediterraneo? Ne parlerà qualcuno nella prossima campagna elettorale? Qualche giorno fa, un investitore di un importante fondo di Singapore mi domandava notizie su quello che succederà, ma tutto questo nel dibattito non entra, non esiste”. Non è più un problema suo. In un retroscena svelato ieri da Repubblica, Prodi appare rassegnato, remissivo, politicamente avulso. Eppure, dalle sua parti, a Bologna, i prodiani sono attivissimi. E lavorano a una lista guidata da Giuliano Pisapia ed Emma Bonino da affiancare al Pd alle prossime politiche. Obiettivo: riunire il centrosinistra.

IL PREZZO DELLE CANDELINE

L’ipotesi di un nuovo Ulivo, di cui Prodi sarebbe stato padre fondatore, pare tramontata. L’ex capo del governo ha smentito di voler costituire un soggetto politico di centrosinistra in opposizione al Pd di Matteo Renzi. Per il momento, al pari di altri storici esponenti del Pd come Walter Veltroni ed Enrico Letta, Prodi resta fuori. “Ci riproveranno a chiedere l’appoggio di Romano. Ma non c’è più tempo. E non c’è fiducia. Renzi non si fida troppo di noi e noi non ci fidiamo di lui”, ha confidato un fedelissimo di Prodi a Repubblica. Una previsione che s’è avverata nel giro di poche ore. Dopo aver appreso dei segnali di sfiducia dell’ex presidente del Consiglio, il deputato del Pd, Gianni Cuperlo, ha invocato il suo aiuto. “In una situazione di così evidente emergenza c’è bisogno di tutti. Prodi, Letta, Veltroni, ve lo dico col cuore: dateci una mano”. Per Prodi, la questione è anche anagrafica. “Quando le candeline costano più della torta bisogna stare attenti”, ha spiegato martedì durante un convegno a Parma. “Quest’anno le candeline sono 78. Costosissime”. A chi gli ha fatto notare che quelle di Silvio Berlusconi sono 81, l’ex leader dell’Ulivo ha ribattuto che “Berlusconi ha fatto la torta più grande”. Nessun commento sulla sconfitta del Pd alle regionali della Sicilia: “Io non c’ero e se c’ero dormivo”. Nessun consiglio da dispensare al centrosinistra: “Non ho nulla da dire”. Prodi preferisce parlare di politiche europee. Il dibattito all’interno e all’esterno del Pd, per ora, non lo riguarda.

NEL FRATTEMPO, A BOLOGNA…

“Ben venga una diaspora che porterà tanta energia all’interno del Pd e lo farà forte. Anche a Bologna”. Così parlava Prodi dieci anni fa, alla vigilia della nascita del Partito democratico. Dieci anni dopo, l’ex presidente del Consiglio ha disertato l’anniversario della fondazione del partito. Nella sua Emilia, però, i fedelissimi dell’ex capo del governo non hanno perso le speranze di ricompattare il centrosinistra. Il 19 novembre, a Bologna, l’ex assistente di Prodi a Palazzo Chigi, Giulio Santagata (nella foto), e uno degli ideatori della seconda campagna elettorale dell’ex leader dell’Ulivo, Maurizio D’Amore, insieme con altri prodiani hanno organizzato una convention con un obiettivo ambizioso: facilitare la nascita di una lista guidata da Pisapia e Bonino in vista di un’alleanza col Pd alle politiche del 2018. L’ex sindaco di Milano ed esponente del Campo progressista ha già accettato l’invito, mentre s’attende ancora la risposta dei Radicali. “Da vecchi ulivisti”, ha sottolineato Santagata, “vogliamo provare a facilitare la ricostruzione di un centrosinistra largo e di una coalizione ampia. Per raggiungere l’obiettivo crediamo fermamente che sia necessaria una terza forza tra Mdp e il Partito democratico. Le prime reazioni a questa iniziativa sono positive, naturalmente siamo interessati a vedere come rispondono quelle persone che hanno fatto l’esperienza dell’Ulivo. Noi avevamo voglia di tornare a impegnarci”. Prodi, hanno precisato gli organizzatori, “non è coinvolto in alcun modo, ma noi pensiamo di rappresentare una storia, una storia ulivista, e di poter dare una mano alla costruzione di una coalizione di centrosinistra”. Mentre Prodi resta a debita distanza, i prodi prodiani non mollano.

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