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I Prodigi di De Luca (con due Oblivion)

Tra i non molti meriti dei talent show televisivi c’è quello di aver riportato in auge la concezione atletica dello spettacolo, l’idea della performance artistica come dimostrazione di capacità eccezionali. È questo il filone in cui si inserisce Prodigi, lo spettacolo di Vanni De Luca, (in foto) un giovanotto dal piglio ottocentesco ma che si rifà soprattutto a maestri del Novecento come Harry Kahne, Mirin Dajo e Thea Alba e agli idiot savant, al mondo grottesco dei freaks.

Lo show è insomma un salto indietro nel tempo, proprio per questo adatto in particolare al pubblico dei bambini, che sono tra l’altro le vittime predilette di Tiziano Grigioni, lo sparring partner di De Luca, che nell’intro dello spettacolo li rapisce passando le monete da una mano all’altra e poi nelle loro senza far capire come. Il trucco è vecchio come il mondo, tutto dipende dall’abilità con cui lo si interpreta.

Altro tipo di magia e trucchi è invece quello del protagonista che si muove tra le meraviglie della memoria, nel cosiddetto mentalismo. In un’ambientazione vintage come il look e tutto lo spettacolo, De Luca ricorda le multiformi capacità dei suoi predecessori e mostra le sue personali: ricorda l’intera Divina Commedia a partire da qualunque versetto, oppure un qualunque articolo e pagina di una rivista, scrive e parla al contrario (uno dei pezzi più divertenti), indica il giorno della settimana di qualunque data del calendario gregoriano, chiude una partita a scacchi con il “salto del cavallo” senza vedere la scacchiera…

E poi, ad abundantiam, si infila un chiodo nel naso a martellate, ne ingoia un altro e passeggia su cocci di bottiglia mentre, chitarra in mano, canta (ottima voce) come serenata a una ragazza del pubblico L’uomo che cammina sui pezzi di vetro di Francesco De Gregori.

Gran finale con il multitasking umano, cioè soluzione di un cubo di Rubik, recitazione a memoria della Divina Commedia e sudoku con un numero scelto a caso (sempre senza guardare) in perfetta sincronia.

Testi, regia e produzione sono di due Oblivion: Davide Calabrese e Fabio Vagnarelli. La mano dello straordinario gruppo bolognese si vede nella partenza a sorpresa dello show, nella scenografia essenziale ma efficace, nell’uso delle musiche e soprattutto nella recitazione di De Luca.

Alla Sala Umberto di Roma fino al 26 novembre dal giovedì alla domenica.

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