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Milano perde Ema, i commenti di Gentiloni, Maroni e Sala

Se la partita per l’Ema fosse stata la finale di un mondiale, l’Italia la avrebbe persa al golden goal. Il nostro Paese ha infatti combattuto fino alla fine contro le altre 18 avversarie che si contendevano l’Agenzia Europea del Farmaco, ma ha poi dovuto arrendersi alla sorte. Anzi, alla mala sorte. Il sistema di voto, un po’ barocco e un po’ calcistico, prevedeva, in caso di stallo tra due finaliste, uno spareggio per mezzo del sorteggio. Subito si è parlato di una moneta (probabilmente un euro) lanciata in aria, poi di due buste come a Sanremo, infine a tarda sera i burocrati di Bruxelles hanno rivelato che la scelta è ricaduta sui bussolotti classici del Lotto.

IL PIRELLONE RIMASTO AL BUIO

È rimasto desolatamente buio il Pirellone, l’edificio che avrebbe dovuto ospitare l’Agenzia Europea del Farmaco. Nella mattina di ieri il presidente della Regione, Roberto Maroni, aveva annunciato che tutto era pronto nel palazzo per iniziare i festeggiamenti che avrebbero previsto anche una illuminazione a giorno dell’intero grattacielo. Invece, visto il risultato, il Pirellone è rimasto mestamente buio. Nulla cambierà nell’immediato futuro per gli uffici del Consiglio regionale che erano già pronti a traslocare per fare spazio all’Ema.

BRATISLAVA SE NE E’ LAVATA LE MANI

Stando alle voci di corridoio e anche ai bookmakers, Bratislava era l’avversaria più temibile per Milano e forse è riuscita a pilotare in qualche modo l’andamento della votazione decidendo di astenersi. Se infatti tutti i 27 avessero votato all’ultimo turno, il Consiglio non si sarebbe spaccato in 13 contro 13 e non ci sarebbe stato bisogno di ricorrere ai bussolotti. Il rappresentante ufficiale del governo slovacco non lo ha confermato, ma sembra che sia stato proprio lui ad astenersi, irritato dall’eliminazione, fin dalla prima votazione, della propria candidata di bandiera. Secondo quanto riportano i media locali, infatti, il ministro slovacco  avrebbe interpretato l’impossibilità di accedere anche alle sole fasi successive della gara come segno che i Paesi forti si fossero già comprati il favore di quelli più deboli per spartirsi tra loro agenzie e prebende.

“LA BEFFA DI UNA CANDIDATURA SOLIDA BATTUTA DA UN SORTEGGIO”

Il primo a commentare è stato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni che ha affidato il suo pensiero a un tweet: “Ringrazio Milano e tutti coloro che si sono impegnati per Ema – ha scritto il premier – la nostra era una candidatura solida sconfitta da un sorteggio. Che beffa!”

“SAPEVAMO CHE SAREBBE STATA UNA CORSA DIFFICILE” 

“Abbiamo mantenuto la testa della gara fino all’ultimissimo momento: la candidatura era ottima e questo è stato riconosciuto da tutti. Sapevamo fin dall’inizio che sarebbe stato molto difficile, abbiamo fatto un grande gioco di squadra… certo, perdere così al sorteggio lascia l’amaro in bocca” ha detto Sandro Gozi uscendo dall’aula nel quale il Consiglio ha votato. Il Sottosegretario alle politiche Europee rappresentava infatti l’Italia a Bruxelles.

“PARADIGMA DI UNA EUROPA CHE NON SA DECIDERE”

“La sconfitta di Milano per mezzo di un sorteggio è il paradigma di una Europa che non sa e non vuole assumersi le responsabilità di decidere” è l’amaro commento, a caldo, del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. “Abbiamo fatto il possibile, ci siamo mossi in modo compatto. La prima votazione era sulla base della qualità effettiva della città, le altre sono state forse frutto delle telefonate tra le cancellerie per accordi sottobanco” è quanto viene fatto notare dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che poi ha aggiunto: “Non sarà certo un bussolotto sfortunato a fermarci”. “Delusione e amarezza per la sconfitta al sorteggio dopo 2 turni vinti. Rimane valore candidatura #Milano su cui Italia ha fatto sistema. #Ema2Milano #EMAMilano” è quanto ha scritto a stretto giro su Twitter il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

“MILANO GUARDA AVANTI”

“La decisione sulla sede dell’Ema è così importante che non può essere affidata a una busta, rimane tuttavia la consolazione che Milano è stata competitiva fino all’ultimo secondo e che l’Italia è tenuta in grande considerazione da molti Paesi” dichiara a Otto e Mezzo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. “Abbiamo perso ma non siamo stati sconfitti” è invece il commento a caldo di Enzo Moavero Milanesi, il consigliere che ha seguito il dossier Ema per conto del governo.

FARMINDUSTRIA: “L’ITALIA HA VINTO LO STESSO”

“Abbiamo vinto lo stesso” ha dichiarato, in controtendenza rispetto agli altri commentatori, il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. “Per la prima volta il blocco del Nord Europa non ha prevalso e si è persino dovuti ricorrere alla monetina” ha aggiunto il rappresentante degli industriali del settore. Più amare le parole di Paolo Lamberti, presidente di Federchimica: “C’è rammarico dal fatto di essere finiti fuori gioco solo per colpa di una casualità e non per demeriti”.

LA POLEMICA DELLA LEGA

“E’ pazzesco – ha sibilato in una lunga diretta Facebook a margine del voto il segretario della Lega Matteo Salvini  – che una scelta che riguarda migliaia di posti di lavoro e due miliardi di indotto economico venga presa in Europa tramite sorteggio. Adesso il prossimo nostro governo dovrà ridiscutere i 17 miliardi all’anno che gli italiani versano a Bruxelles, mentre mi chiedo come mai a un appuntamento tanto importante non fosse presente il ministro degli Esteri Angelino Alfano ma un sottosegretario”. Immediata la replica del sottosegretario agli Esteri, Benedetto della Vedova: “quello di Salvini è un assurdo e incommentabile sciacallaggio”

IRRITAZIONE ANCHE IN SENO ALLE ISTITUZIONI EUROPEE

Secondo quanto riportano in serata i corrispondenti dell’Ansa, i funzionari europei non sarebbero riusciti a celare il proprio imbarazzo e il nervosismo per la scelta di concludere una simile partita con una estrazione. Del resto, la seconda beffata della giornata per colpa del bussolotto è stata la Germania che correva con Francoforte per l’Eba, l’Agenzia Bancaria Europea, che invece sarà la settima agenzia a finire in Francia. Una Europa che prende decisioni tanto importanti lanciando una monetina, si vocifera nei Palazzi delle Istituzioni comunitarie, favorisce solo la diffusione dell’euroscetticismo.

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