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Torino, ecco come i revisori dei conti fanno vedere le stelle al bilancio di Appendino

Chiara Appendino si schianta nuovamente sul bilancio del Comune. Il collegio dei revisori dei conti ha bocciato le variazioni al documento previsionale 2017-2019 approvate lunedì dal Consiglio comunale. Continua così un braccio di ferro che da mesi vede contrapposta la giunta grillina e l’organo di controllo contabile, e che ha portato anche all’apertura di un’inchiesta penale in cui la sindaca e l’assessore al bilancio Sergio Rolando risultano indagati per falso in atto pubblico.

I RILIEVI DEI REVISORI

Due i principali rilievi mossi dai revisori dei conti (qui il Parere alla variazione al Bilancio Finanziario 2017 2019): il mancato recepimento delle prescrizioni per ripianare il disavanzo del 2016, da 313 milioni di euro e, soprattutto, la mancata copertura di un debito da 5 milioni di euro, lo stesso che ha dato il la all’inchiesta della Procura. In sostanza, i revisori rimproverano alla sindaca di non aver seguito le loro indicazioni finalizzate alla regolarità e alla tenuta del bilancio Comunale.

COME NASCE IL DEBITO

Il problema più spinoso sono i 5 milioni di debito del Comune, ereditati dall’era Fassino nell’ambito di un’operazione immobiliare sull’area ex Westinghouse. Siamo nel 2012 e l’amministrazione vuole costruire un centro congressi. L’immobiliare Ream sgr (società partecipata dalle principali fondazioni bancarie piemontesi, fra cui Compagnia di San Paolo e Crt) presenta un’offerta versando 5 milioni di caparra. Nel 2013 l’affare però salta perché subentra un’altra impresa, Amteco-Maiora, che nel 2016 versa al Comune circa 20 milioni. In teoria, la giunta (nel frattempo al Pd sono subentrati i grillini) dovrebbe stornare immediatamente i 5 milioni e restituirli a Ream. Ma non lo fa. La giunta Appendino invece avvia una trattativa con il creditore, a cui partecipano Paolo Giordana, all’epoca capo di gabinetto della sindaca e il presidente di Ream Giovanni Quaglia.

L’INCHIESTA DELLA PROCURA

Giordana vuole tenere fuori dal bilancio 2017 il debito con Ream, con cui ritiene di avere un accordo. I revisori, però, oppongono: non importano le rassicurazioni dei creditori, i debiti vanno inseriti a bilancio, e quindi ripianati già nell’esercizio 2017. Tuttavia, nel parere firmato dai revisori, viene autorizzata la posticipazione del debito al 2018. Secondo la Procura, quel documento, e in particolare la data, sarebbero stati modificati illecitamente a penna e poi siglati dai revisori, senza che questi ultimi se ne rendessero conto. Per quella vicenda i revisori e i consiglieri di opposizione Alberto Morano e Stefano Lorusso hanno presentato degli esposti in Procura che hanno portato agli avvisi di garanzia per Appendino, Rolando e Giordana.

LA QUESTIONE POLITICA

Ora la vicenda penale si intreccia nuovamente con quella contabile: i revisori non sono disposti a cedere rispetto ai pareri già espressi in passato, e probabilmente la questione giudiziaria ha complicato i rapporti fra la giunta e i tecnici.

Per il momento la sindaca non si è ancora espressa, mentre il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci ha annunciato la convocazione dei revisori davanti alla commissione consiliare competente.

Le opposizioni cavalcano la polemica. Osvaldo Napoli di Forza Italia e Alberto Morano, candidato sindaco per la Lega, hanno rinfacciato alla sindaca l’accusa dei revisori di averli ingannati. “Sono accuse gravissime che lasciano allibiti sul modus operandi della giunta Cinque Stelle – dichiarano a Repubblica – Inoltre hanno dato parere contrario alla certificazione del bilancio. Di fatto la giunta mentendo ai revisori ha mentito alla città”. I consiglieri hanno chiesto ad Appendino di riferire in consiglio.

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