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Chi c’era e cosa si è detto alla presentazione del libro “Disintermediazione e nuovi media”. Cronaca e foto

Di Luigi M. Rossiello

Come sta cambiando la comunicazione? E’ una delle domande che è stata al centro della presentazione del libro “Disintermediazione e nuovi media” scritto dal presidente di Agol (Associazione Giovani Opinion Leader) Pierangelo Fabiano e dalla giornalista Sofia Gorgoni ed edito da Armando Editore.

Il secondo evento di presentazione del saggio, avvenuto a qualche mese di distanza da quello svoltosi a Roma, ha visto confrontarsi Maurizio Abet, direttore della comunicazione di Pirelli; Marco Bardazzi, direttore della comunicazione esterna Eni; Mario Vanni, capo di gabinetto del sindaco di Milano; Ruggero Eugeni, professore ordinario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore di Almed (Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo) e Cecilia Nostro, cofondatrice di “Friendz”, start-up che mette in contatto grandi brand e persone comuni.

Dopo i saluti iniziali e una breve introduzione degli autori sul perché della realizzazione del volume, il moderatore dell’incontro, il caporedattore di SkyTg24, Franco Ferraro, ha dato la parola a Maurizio Abet (Pirelli) che ha delinato la situazione attuale dei media, focalizzando il discorso sui social network. Facebook, Twitter, Instagram devono essere strumenti neutrali di cui servirsi per comunicare tenendo a mente la qualità dei flussi di comunicazione così come una disintermediazione intelligente ovvero controllata anche per evitare di incorrere nelle tante insidie presenti come ad esempio le “fake news”.

Concetto sul quale si è poi soffermato Marco Bardazzi (Eni) che le considera il prodotto di una forzata assenza di intermediazione. Il direttore della comunicazione esterna di Eni ha però voluto porre l’accento sulle grandi opportunità offerte dalle reti sociali, un mondo nuovo, ancora tutto da scoprire seguendo dei semplici principi: qualità, credibilità, autenticità e trasparenza.

È intervenuto poi il professor Eugeni che ha parlato dell’uso del cervello, pratica ormai rara, e di capitale culturale. Elementi necessari per un corretto uso dei media. Per Eugeni è quindi fondamentale il compito educativo di politica ed istituzioni.

L’esempio positivo è stato dato dal contributo di Cecilia Nostro che ha raccontato come la sua start-up abbia creato una community di 160mila persone. Uno punto di incontro, basato sul passa parola, tra grandi aziende e persone comuni.

È stata poi la volta di Mario Vanni, di rientro dall’estero per una missione finalizzata a posizionare un altro tassello per tentare di portare l’Ema (European Medicines Agency) a Milano. Il capo di gabinetto del sindaco di Milano ha precisato le differenze tra il mondo reale e quello dei social rivelando come non ci sia alcuna relazione tra il consenso sul web ed il voto vero e proprio.

Il dibattito tra i relatori ha lasciato spazio ad una sola domanda dal pubblico riguardante le strategie della comunicazione per far fronte ad un calo della soglia di attenzione dei fruitori dei media. Bardazzi non si è fatto sfuggire l’occasione per rivelare come nel mondo della comunicazione contemporanea non si smetta mai di imparare, giorno dopo giorno e che le strategie siano quindi in costante evoluzione.

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