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Tutti gli sbuffi di Forza Italia su Europa, Merkel, Ema e Bce

Antonio Tajani

A #IdeeItalia, la contro-Leopolda azzurra ideata e organizzata da Maria Stella Gelmini e Paolo Romani, si è parlato anche di Europa e non poteva essere altrimenti dato che, in passato, il centrodestra ha più volte chiesto di rivedere l’equilibrio nell’assetto di potere tra Roma e Bruxelles. Non a caso, il tavolo di lavoro si chiama “Europa, una idea riscrivere”. Presenti il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta, l’europarlamentare Lara Comi e i senatori Mario Mauro e Anna Maria Bernini.

ITALIA POCO PRESENTE E POCO PESANTE NELLE SCELTE EUROPEE

“È inutile prendersela con Angela Merkel o con Mariano Rajoy perché in Europa fanno i loro interessi e non i nostri – spiega il presidente Tajani – quello infatti è il compito della nostra classe politica portarli avanti. La verità, però, è che l’Italia non è presente come dovrebbe da anni. Draghi alla BCE lo impose Berlusconi, non ce lo ha concesso nessuno. Oggi invece il ministro degli Esteri Angelino Alfano latita, quando la Merkel, nonostante i problemi che ha in casa, non manca a una sola seduta”. Quindi ricorda: “Il solo che in Europa aveva tessuto rapporti di amicizia è stato Berlusconi. Non sorprendiamoci se la Spagna ha votato contro di noi sul dossier Ema – fa notare Tajani – il nostro governo infatti non ha invitato Rajoy a Ventotene al trilaterale Italia, Francia e Germania dello scorso agosto. Certi sbagli in politica estera si pagano”. “Tiriamo fuori gli attributi – esorta il presidente dell’Europarlamento – e tuteliamo il destino di 60 milioni di italiani. Al Consiglio Europeo abbiamo gli stessi voti della Germania, solo che Berlino sa tessere alleanze, l’attuale governo Gentiloni ne è stato incapace e poi si lagnano se l’Ema viene decisa con sorteggio quando il meccanismo era stato accettato prima del voto anche da Roma”.

UN PAESE SPARITO DAGLI SCENARI INTERNAZIONALI

“In tutto il mondo – secondo Paolo Romani – c’è una gran voglia di Italia. Non solo negli USA, non solo in Europa, ma anche in Russia, in Cina e in Giappone. Il made in Italy è, per popolarità, il terzo brand al mondo, dietro marchi che hanno fatto la storia”. “Eppure – sibila – il provincialismo e l’inerzia dell’attuale esecutivo ci costringono ai margini. Prendiamo per esempio la questione siriana: Assad è un dittatore feroce e sanguinario – commenta il senatore– ma Roma non ha mosso un dito”. “La nostra colpa – conclude – è mettere in atto politiche internazionali miopi. Il risultato è che gli affari del Mediterraneo oggi sono gestiti da Parigi, Londra e Washington”.

TRASFORMARE IL FONDO SALVA STATI IN FONDO PER LO SVILUPPO

“Ciò che più mi preoccupa – ha detto Brunetta – è che il prossimo fondo salva-Stati europeo sarà gestito dall’asse franco-tedesco, che avrà voce in merito anche sulla quota di titoli di debito sovrano che gli istituti di credito possono possedere nelle proprie casseforti. Il risultato – prevede il capogruppo di Forza Italia – è che le nostre banche saranno rase al suolo e svendute ai tedeschi”. “Questo perché – denuncia – c’è stato a monte un patto perverso con l’Europa: la promessa dell’Italia di non mettere bocca nelle faccende economiche e finanziarie di questo tipo in cambio di flessibilità. Così facendo – ammonisce– hanno svenduto la nostra sovranità per i prossimi 20 anni in cambio dei bonus di Renzi e Gentiloni. Noi invece chiediamo che il Salva-Stati sia trasformato in un fondo per lo sviluppo così da aiutare l’economia a ripartire”.

LA QUESTIONE DEI MIGRANTI

“Abbiamo chiesto all’Europa di riformare il regolamento di Dublino perché ci ha esposto all’egoismo degli altri Stati europei” motiva l’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi facendo riferimento al recente voto del Parlamento di Strasburgo “Il nostro obiettivo è fare cadere l’obbligo che sia il Paese di sbarco a dovere prendere le impronte dei ‘clandestini’. So della polemica su questo termine – continua la Comi – ma chi entra in uno Stato clandestinamente è un ‘clandestino’. Bisogna dividerseli tra i membri dell’Unione e, nel caso in cui abbiano qualche parente in uno Stato europeo, Roma deve essere messa nelle condizione di poterli spedire là con il ricongiungimento”. Infine, conclude: “I 5 Stelle hanno votato contro la riforma del regolamento di Dublino e, dunque, contro gli interessi nazionali. Del resto è evidente che Di Maio non è all’altezza del compito che gli è stato affidato, non è capace: continua a dire che vuole rottamare ma nessuno potrà mai rottamare Silvio Berlusconi”.

LO IUS SOLI

L’ultimo tema affrontato, sempre collegato all’immigrazione ma tutto interno, riguarda la legge sullo Ius soli, definita senza mezzi termini da Anna Maria Bernini “aberrante”. “Il PD – accusa la senatrice azzurra – pretende di cambiare la demografia del Paese con una norma. Si tratta di una legge iniqua che si basa sul presupposto che la cittadinanza non costituisca un percorso ma vada regalata”. “L’Italia – si chiede retoricamente l’esponente forzista – ha 15 milioni di poveri, quindi perché dovrebbe farsi carico anche degli stranieri? La realtà è che la sinistra sta tentando di usare lo Ius soli come Vinavil: siamo vittima di un congresso permanente del PD che dura da 15 anni”. Quindi, conclude: “Non fatevi ingannare dai bimbi di colore con gli occhi grandi e il Tricolore dipinto sul volto: con lo Ius soli si valorizzerà l’Islam meno moderato che fa sposare le bimbe. Il PD punta ai loro voti ed è per questo – accusa Bernini – che vuole portare tutti in Italia”.

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