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Tutti i piani della Francia sugli ecosistemi digitali in Europa

Cooperazione, concorrenza e riforme. Questi gli elementi necessari per una crescita degli ecosistemi digitali in Europa. Di questo e molto altro si è parlato il 27 novembre a Palazzo Farnese durante la tavola rotonda organizzata dall’ambasciata di Francia in Italia e dall’Agenzia francese Business France “Investire in Francia. La competitività degli ecosistemi digitali per la crescita in Europa”.

Ad aprire i lavori, l’ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset (in foto). “Il tema della competitività è una priorità italiana, ma anche francese e in particolare di Macron”, ha esordito l’ambasciatore, che ha sottolineato la volontà della Francia di diventare una nazione attraente per l’universo delle startup. “C’è un vasto numero di iniziative e riforme che fanno parte di un’ampia strategia basata sull’innovazione”, ha spiegato. Tra questi, French Tech, l’iniziativa pubblica nata nel 2013 per le startup francesi che operino in Francia o all’estero. Di French Tech ha parlato anche Vincent Guitton, ministro consigliere per gli Affari economici presso l’ambasciata di Francia in Italia: “French Tech è un po’ il simbolo di questa nuova Francia e della volontà dei giovani che usufruiscono del sistema di formazione francese e soprattutto per le piccole imprese innovative”, ha detto.

Sarà fondamentale, per la crescita del settore, “avere dei dispositivi di sostegno all’innovazione e una semplificazione dell’ambiente giuridico e amministrativo”, ha spiegato l’ambasciatore. Si dovrà, insomma, procedere con un’importante semplificazione del rapporto con la Pubblica amministrazione e, al contempo, creare un rapporto che si basi su una fiducia reciproca, incentrato su una Pa “che accompagna e non che controlla”. “La negoziazione deve farsi più vicina all’impresa e le regole più flessibili per poter riflettere la realtà di ogni impresa e di ogni settore”.  “L’obiettivo – ha continuato Masset – è fondare una startup, essere una Pmi e realizzare un cambiamento radicale nella società verso la gioventù in Francia. Ed è proprio questo che ci avvicina all’Italia, perché siamo due Paesi di imprenditori”. La vicinanza, geografica ma non solo, si riflette poi nel profondo e reciprocamente proficuo rapporto di scambio instaurato fra le due nazioni. “La Francia – ha riportato Masset – è la seconda partner economica dell’Italia con 70 miliardi di euro di scambi commerciali ed è diventata il primo investitore in Italia con 60 miliardi di euro. E quello che è più importante è che l’investimento italiano in Francia sta crescendo ad alta velocità. Abbiamo 1.500 filiali di aziende italiane per un totale di 63mila persone con un fatturato di 29 miliardi di euro, e l’ Italia è terzo investitore in Francia”.

“Quello che abbiamo visto – ha concluso l’ambasciatore – è veramente la necessità e la voglia dei Paesi di andare avanti per sviluppare un rapporto italo-francese. E questo si deve svolgere soprattutto nel settore del digitale e con un orizzonte europeo. Dobbiamo cogliere queste opportunità e sono sicuro che l’Italia e gli italiani lo faranno”.

Vincent Guitton ha poi elencato gli aspetti portanti della trasformazione digital oriented della Francia: “Le riforme, la promozione di Parigi come esempio finanziario mondiale e la Francia come sito dell’innovazione delle imprese”. Per quanto concerne le riforme, sono a loro volta tre le parole che incarnano lo spirito delle istituzioni francesi: “agire, spiegare ed essere credibili”, facendo però attenzione anche “ad alcuni indicatori qualitativi e quantitativi: il tasso di povertà, perché la crescita deve portare profitti a tutti, miglioramento dell’equilibrio commerciale e, infine, efficacia del servizio pubblico”. Uno degli obiettivi primari delle riforme è quello di “trasformare il modello sociale” per cui il Paese ha proposto una “riforma del codice del lavoro”. Tra le misure della riforma care al ministro, la tabella dell’indennità giudiziaria in caso di licenziamento abusivo, che elimina il carattere dell’arbitrarietà nella definizione delle indennità, precedentemente in capo al giudice, o la fusione delle istanze rappresentative degli impiegati in un solo comitato sociale-economico, il Comitato sociale appunto, che accorpa tre soggetti prima separati o, ancora, l’abbassamento del costo dell’imprenditoria.

“Il governo – ha poi spiegato Guitton in merito alla promozione di Parigi come centrale finanziaria – ha varato una politica complessiva e possiamo dire che la scelta di Parigi come sede dell’Autorità bancaria europea è il primo successo di questa politica”. “Non c’è innovazione – ha però precisato il ministro – senza finanziamento”. “Solo nel 2016 – ha enunciato – abbiamo già un totale di 574 operazioni e per il solo primo trimestre 2017 un capitale di 1,2 milioni di euro e prospettive di investimento molto importanti”.

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