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Leonardo, ecco tutte le novità dell’ex Finmeccanica su conti, ordini, difesa Ue e Fincantieri-Naval

Di Valeria Covato e Veronica Sansonetti
leonardo

Dossier elicotteri, analisti che studiano i conti dei primi sei mesi e le prospettive per il fine anno, governo e aziende che scrutano il fondo europeo per la Difesa e tutti si interrogano su se e come l’intesa militare in fieri fra Italia e Francia tramite Fincantieri e Naval group coinvolgerà Leonardo e non solo la francese Thales. Sono questi in estrema sintesi i temi al centro dell’attenzione degli addetti ai lavori sulla base dei numeri e delle informazioni della settimana scorsa che riguardano l’ex Finmeccanica. Vediamo ora nel dettaglio le singole questioni che riguardano il gruppo dell’aerospazio e della difesa presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’amministratore delegato Alessandro Profumo. Con un occhio all’airshow di Dubai (qui l’articolo di Airpress). Ma partiamo dalla Borsa e dai conti.

LA BORSA

Leonardo scivola in Borsa all’indomani dei risultati dei primi nove mesi. Venerdì scorso il titolo ha ceduto il 21,5%, a 11,07 euro. In una sola seduta il gruppo ha bruciato 1,7 miliardi di capitalizzazione. A pesare sulla performance è stata soprattutto la decisione dei vertici di Leonardo di ritoccare al ribasso le guidance 2017 per ricavi ed Ebita a causa delle difficoltà registrate dagli elicotteri. Anche oggi a Piazza Affari il titolo ha sofferto: ha fatto segnare il peggiore risultato di giornata, sull’indice principale, visto che ha perso il 4,34% a 10, 59 euro nonostante diversi oggi arrivati oggi dal Dubai Air Show, tra cui quello della firma di Abu Dhabi Aviation sul contratto per due ulteriori elicotteri AW139.

I MOTIVI DEL TONFO

Ma la crisi del settore elicotteri spiega solo una parte della reazione senza precedenti del mercato, secondo gli analisti. Sicuramente c’entra il calo degli utili (scesi del 23% a 272 milioni), nonché delle stime per l’intero 2017: la redditività, per esempio, era prevista a 1,3 miliardi e invece non arriverà oltre 1,1 miliardi. “Nel linguaggio degli analisti finanziari, gli esperti che esaminano i bilanci per suggerire se investire o meno in una società quotata, Leonardo ha lanciato un “profit warning”, ha scritto Repubblica.

DOSSIER ELICOTTERI

A cosa sono dovute le difficoltà di Agusta Westland? Ha scritto il Sole: da un lato, la difficile congiuntura attraversata dal mercato, “con volumi ridotti e margini sotto pressione, eccesso di offerta e minori commesse dal segmento militare-governativo, che è uno dei principali committenti del comparto”, dall’altro, “da problematiche collegate ai processi produttivi e a questioni tecniche relative al nuovo AW 139 , come hanno sottolineato anche diversi analisti ieri ritoccando le stime sul gruppo, ha scritto Celestino Dominelli del Sole.

OBIETTIVO ASIA?

Da almeno tre anni le vendite di elicotteri sono in contrazione in tutto il mondo occidentale, tendenza destinata a proseguire. Ha scritto Luca Pagni di Repubblica: “Il mercato è saturo, ci sono stati tagli da parte delle grandi corporation e, soprattutto, è andato in crisi il mercato offshore, quello legato alle piattaforme petrolifere: il crollo del prezzo del petrolio degli ultimi due anni ha congelato o addirittura cancellato la ricerca di nuovi giacimenti”. Secondo le previsioni, a crescere sarà solo l’Asia: Non solo Cina, India e Giappone: tutte le economie dell’area, dall’Indonesia al Vietnam, sono in crescita e portano come conseguenza principale un aumento delle flotte di elicotteri aziendali”, secondo Repubblica: “Al momento, in Asia a dominare il mercato è il consorzio Airbus, mentre molto più lontano ci sono gli statunitensi di Bell, con Leonardo in terza posizione e poi altri due americani MD Helicopters e Sikorsky (ora di Lockheed Martin)”.

EVOLUZIONI E PROSPETTIVE

In questi cinque anni, dal 2012 al 2016, Leonardo è diventata più solida e – sicuramente – più piccola, ha scritto sabato scorso Paolo Bricco in un’analisi sul Sole sulla base dei dati di Mediobanca: Il cambio di management, con l’insediamento del banchiere Alessandro Profumo ad amministratore delegato il 16 maggio 2017, è dunque avvenuto a fronte di questa evoluzione dell’organismo tecnoindustriale di Leonardo e si è verificato nel pieno di una rimodulazione del quadro geo-politico internazionale rapido e sussultorio. In un contesto così delicato la politica italiana, che ha dedicato non poche energie al dossier Fincantieri-Stx, metta nei suoi radar Leonardo”.

ITALIA-FRANCIA

Avanti tutta dunque verso una collaborazione sempre più stretta con la Francia nel militare sulla scia dell’accordo su Stx fra Fincantieri e Naval Group? È quello che ha adombrato ieri Repubblica: “Nell’ottica della costruzione di grandi gruppi industriali europei, sarebbe possibile un accordo per cui, così come il business della cantieristica dopo la fusione con Stx verrà guidato da Fincantieri, allo stesso modo si potrebbe lavorare per un consorzio sui sistemi di Difesa e Sicurezza a guida francese. Dove il colosso Thales farebbe da capocordata”, ha scritto Repubblica: “Il primo banco di prova è stato ufficializzato venerdì con l’annuncio della partecipazione congiunta alla gara bandita dalla Royal Canadian Navy, la Marina Militare canadese: per quindici nuove fregate è disposta a pagare 47 miliardi di dollari. Una commessa ingente che vedrà Fincantieri e i francesi di Naval Group alleate con un prodotto innovativo, un’evoluzione delle fregate Fremm costruite per i due Paesi, a maggiore spinta tecnologica e con una sistemistica ancor più sofisticata. E qui Leonardo si appresta a giocare un ruolo tutt’altro che secondario. Secondo gli accordi in via di definizione, la fornitura della componente sistemistica ai “prime contractor” Fincantieri e Naval Group sarà offerta alla pari da Thales, azionista di Naval Group, e da Leonardo. Il rafforzamento dell’alleanza Italia-Francia in campo militare avrebbe così un’ulteriore conferma”.

Ma che cosa dicono governo e Leonardo del fondo europeo per la Difesa e dell’intesa italo-francese sulla marina non solo civile? Vediamo.

LE PAROLE DI PINOTTI SUL FONDO EUROPEO PER LA DIFESA

Leonardo sta infatti studiano come aggiudicarsi le prime gare indette dall’Ue, finanziate in parte con le risorse del Fondo europeo per la Difesa. Ma l’impegno messo dall’ex Finmeccanica potrebbe non bastare secondo il governo. Per competere ci vogliono molti soldi, almeno cifre più vicine a quelle che Francia e Germania stanziano ogni anno, e deve andare avanti un processo di aggregazione industriale.
“L’importanza del Fondo europeo per la Difesa non sta nell’entità delle risorse ma sta nella scelta di farlo, perché in precedenza non si potevano finanziare progetti che facessero capo alla Difesa”, ha sottolineato il ministro Roberta Pinotti l’8 novembre in un’audizione a Montecitorio.
Stabilita l’importanza del Fondo Pinotti ha affrontato l’aspetto economico della vicenda che potrebbe vedere l’Italia in subordine: “Noi abbiamo delle eccellenze, ma sulle risorse siamo più deboli perché la Germania ha deciso di arrivare al 2% del Pil in Difesa e anche la Francia vuole arrivarci – ha spiegato il ministro – Quando partiremo per dei programmi comuni, se la Germania e la Francia ci metteranno 100 e l’Italia ne metterà 10,5, il rischio di essere tagliati fuori è un problema che ci dovremo porre”.
Con la stessa forza però Pinotti ha affermato che “non si fa la Difesa europea senza l’Italia”. Anzi, “questo asse franco-tedesco molto forte rende l’Italia un riferimento per altri Paesi perché un eccesso di polarizzazione su quell’asse preoccupa alcuni”.
“Se va avanti il processo di integrazione – ha ammonito il ministro della Difesa – allora deve andare avanti un processo di aggregazione industriale, altrimenti le idee vanno da una parte e gli interessi dall’altra. Ci sarà un grande movimento e noi dobbiamo fare attenzione a non rimanerne fuori”.

COSA HA DETTO PROFUMO SU FINCANTIERI IN PARLAMENTO

E sempre con i francesi Leonardo deve vedersela nella vicenda Fincantieri-Naval-Stx, sulla quale l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, nel corso di un’audizione alle commissioni Difesa e Attività Produttive della Camera, ha espresso qualche preoccupazione: “Fincantieri fa gli scafi, Naval group i sistemi, come noi. E i francesi sono piuttosto bravi. Mi auguro che il progetto sia definito in modo tale da tutelare le specifiche competenze di Leonardo, che sono competenze di tutto il Paese. I francesi sono bravi a tutelare le loro competenze. Quindi sarà opportuna un’attività specifica per tutelare le nostre”.

ORDINI E COLLABORAZIONI

Al Dubai Air Show (qui tutti i dettagli nell’articolo di Airpress) Leonardo ha annunciato l’avvio di una collaborazione con MVP Tech per fornire soluzioni integrate di cyber security negli Emirati Arabi Uniti. Le due società offriranno a organizzazioni governative e aziende servizi di sicurezza informatica personalizzati tra cui intelligence, gestione dei rischi, analisi, progettazione, sviluppo e certificazione dei sistemi.

È dell’8 novembre invece la firma di un Memorandum con l’Istituto di Tecnologia Militare della Tailandia che prevede un trasferimento di tecnologia e di capacità di manutenzione, riparazione e revisione legato al potenziale ordine di elicotteri AW101 da destinare a Polizia, Esercito, Aeronautica e Marina Militare.
Appena di qualche giorno prima è l’annuncio di una nuova partnership con Microsoft nell’ambito di Industria 4.0. Un nota del gruppo comunica che le due aziende collaboreranno per offrire al comparto manifatturiero una soluzione innovativa in grado di controllare in maniera completa e integrata tutti i processi e gli asset di un impianto produttivo. La soluzione “Secure Connected Factory”, sviluppata da Leonardo consente alle imprese di incrementare l’efficienza dei processi produttivi, riducendo tempi e costi di sviluppo.

(TUTTE LE NOVITA’ DI LEONARDO-FINMECCANICA DAL DUBAI AIRSHOW)

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