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Che cosa dice (e non dice) de Villiers nel libro su Macron

L’8 novembre è uscito il libro scritto da Pierre de Villiers, ex capo delle forze armate francesi che il 19 luglio si è dimesso in aperta rottura col presidente Emmanuel Macron. Si intitola “Servir”, servire, non è una resa dei conti feroce col presidente, è comunque duro con l’Eliseo, anche se si muove più sulla filosofia di servitore dello Stato che i francesi danno all’esercito.

SERVIRE 

Pochi commenti, si eseguono gli ordini: e infatti de Villiers non ha mai commentato la sua decisione, che la stampa esaltò con attraverso la colorita espressione usata dal generale per descrivere la situazione attuale delle Forces armées: “Non mi farò fottere da lui”, aveva detto – secondo le spifferate arrivate alla stampa – il generale durante un’audizione parlamentare che sarebbe dovuta restare a porte chiuse. Si riferiva alla decisione del governo di tagliare di circa 850 milioni il bilancio della difesa. Per l’Eliseo era il modo per raggiungere un abbattimento del deficit, più vicino alle volontà filo-tedesche europee. Mossa rapidamente ovattata dalle fanfare che avevano creato il turbine mediatico sul sensibile aumento delle spese per la difesa nel lungo termine (toccare il 2 per cento del Pil, quello richiesto dalla Nato, entro il 2025 è l’obiettivo).

PROGETTI E REALTÀ

A quei tempi Macron era un fulcro globale bagnato dalla novità: si muoveva con disinvoltura e savoir faire tra i tavoli internazionali, calamitava attenzioni, annunciava nuovi progetti militari che sembravano piantare fondamenta operative per una difesa europea, argomento profondo che sta anche alla base di una maggiore integrazione dei singoli paesi nell’Unione. Ora che il partner tedesco sembra essere intenzionato a tirarsi indietro dal grande piano per collaborare a una progettazione di un caccia di Quinta generazione franco-tedescoposizionandosi, in coda, sulla scelta dell’F-35 (il piano in cui Parigi vuol coinvolgere Berlino è troppo ambizioso, troppo costoso e arriva troppo in ritardo, dicono i tecnici) – e in casa i problemi di governo emergono (lapidario il Time che mette in copertina la foto del President con scritto “Il prossimo leader dell’Europa” a cui segue un asterisco rosso che rimanda a un sottotitolo: “Se solo riuscirà a guidare la Francia”), la vicenda di de Villiers torna a galla severa.

IL LEGAME DI FIDUCIA

La crisi col generale fu il primo vero problema per Macron, anche perché il nuovo presidente ha voluto fin da subito inquadrarsi come commander-in-chief, affermando il proprio ruolo di guida ultima delle forze armate anche attraverso visite e contatti simbolici, sia sul campo che tra i comandi. “Dopo avere ascoltato il discorso del presidente della Repubblica ho ritenuto in coscienza che il legame di fiducia tra il capo delle Forze armate e il suo capo di stato maggiore fosse troppo deteriorato perché io potessi continuare al mio posto” scrive de Villier secondo alcuni estratti pubblicati in esclusiva dal Monde. È una coincidenza che “Servir” esce proprio nei giorni in cui l’attivismo di Macron s’è risvegliato come forza mediatrice per la crisi tra Iran e Arabia Saudita sul Libano. Cinque giorni prima delle dimissioni del generale, Macron aveva dato una trionfante ospitalità al presidente americano Donald Trump, altra coincidenza.

(Foto: Elysee Photos, Macron alla base navale francese di Abu Dhabi)

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