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Pietro Grasso ricorda don Sturzo e lancia una stilettata a Renzi

Di Andrea Barcariol
Pietro Grasso

Una giornata dedicata alla figura di don Luigi Sturzo. Si è tenuta ieri in occasione della chiusura ufficiale della fase diocesana della causa di beatificazione del sacerdote siciliano. In mattinata la cerimonia presso l’Aula della Conciliazione del Vicariato di Roma, poi l’appuntamento presso l’Istituto Luigi Sturzo, alla presenza di testimoni e studiosi della sua opera e del suo pensiero, da Salvatore Martinez, presidente della Fondazione Casa Museo, a Giovanni Palladino, segretario generale Servire l’Italia, da Gaspare Sturzo, Presidente del Centro Internazionale Studi, a Caroline Kanter, direttrice della rappresentanza italiana della Konrad-Adenauer Stiftung.

Sala gremita e solo posti in piedi per i ritardatari, con tanto di tv allestita nel locale adiacente per far fronte a un’affluenza probabilmente al di sopra delle aspettative. Attenzione concentrata sulla presenza, in prima fila, del presidente del Senato Pietro Grasso, al centro del dibattito politico dopo la decisione di abbandonare il Pd e la possibile investitura di leader della coalizione Mdp e Sinistra italiana. Un corteggiamento iniziato un mese fa, che però non ha ancora prodotto risultati concreti. Grasso, infatti, ha preso tempo e sembra ancora riluttante ma la deadline è fissata: il 3 dicembre, in occasione della convention elettorale del nuovo partito alla sinistra del Pd. Anche per questo, si è cercato di cogliere dalle parole del presidente del Senato qualche piccolo segnale di apertura o di chiusura, in attesa che sciolga definitivamente la riserva sul suo futuro.

Per lui ieri una calda accoglienza e il cordiale saluto da parte dei numerosi relatori presenti, a partire dal presidente dell’Istituto Nicola Antonetti. Poi l’intervento per ricordare l’opera di Sturzo, i valori centrali nella sua attività politica e il prezioso contributo “al lungo processo di affermazione della libertà e della democrazia nel nostro Paese”. Parola d’ordine: “Responsabilità”, soprattutto per coloro che sono stati eletti dal popolo in Parlamento, come sottolineato dal presidente del Senato: “Sturzo diceva che i partiti servono a molte cose utili e vantaggiose per la democrazia, meno che a sostituirsi al Governo, alle Commissioni parlamentari, alle due Camere, in quel che la Costituzione riconosce come potere, facoltà, competenza, responsabilità propria degli organi supremi dello Stato”.

Da Grasso un appello all’alta moralità “cui tutti, uomini politici e semplici cittadini, dovrebbero ispirare i propri comportamenti” e la denuncia “ai rischi dell’ingerenza dei partiti per la tenuta del sistema democratico”. Frasi di stretta attualità che richiamano le modalità (voto di fiducia) con cui è stata approvata la nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum bis. Grasso ha concluso citando la Costituzione: “Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal Governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti, verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà”, poi si è congedato fermandosi per qualche foto con i presenti.

A chiudere la giornata, prima della messa celebrata presso la Chiesa di Sant’Agostino e officiata da monsignor Pennisi, gli interventi di Andrea Bixio, professore di sociologia; Pierluigi Castagnetti, presidente dell’associazione nazionale I Popolari; Beniamino de’ Liguori Carino, segretario generale della Fondazione Adriano Olivetti; Francesco Malgeri, professore emerito di Storia contemporanea, e Lorenzo Ornaghi, ex ministro dei Beni Culturali.

 

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