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Il Pd è andato benone in Sicilia. Parola del giornale renziano “Democratica”

Sono ore di riflessione in casa del Partito Democratico. La batosta elettorale in Sicilia sembra relegare di diritto l’intero centrosinistra sul banco degli sconfitti. Ma è stata veramente una sonora sconfitta, quella nell’isola? E’ la domanda che arrovella e assilla i renziani doc in queste ore. Secondo il politologo ed ex deputato Pd Salvatore Vassallo, i numeri ci dicono che nelle urne non si sono verificati particolari scossoni in Sicilia per la storia del centrosinistra. Soprattutto se ci stiamo riferendo ai risultati del Partito Democratico.

Sul giornale d’informazione del Pd Democratica, che ha sostituito l’Unità, Vassallo si addentra in un’interpretazione poco battuta dalla stampa nazionale. “Forse perché concentrati sul voto ai candidati alla presidenza – spiega Vassallo -, forse perché alla ricerca di un sostegno a tesi politiche prefabbricate, molte analisi prodotte ieri e pubblicate oggi danno un quadro parzialmente fuorviante del risultato siciliano”. L’esponente dem si affida ai numeri. Se vengono sommate le percentuali delle liste di centrosinistra a sostegno di Fabrizio Micari (ovvero eliminando dal conteggio Alternativa popolare di Angelino Alfano), alla lista Cento passi per la Sicilia di Claudio Fava, il dato si ferma comunque al 26,5%. Quota che, ad eccezione dell’exploit avvenuto in tutta Italia del Pd alle Europee del 2014, non va molto lontano da un trend tradizionale. Almeno da quando l’Italia ha un sistema politico tripolare: centrosinistra, centrodestra e Movimento 5 Stelle. Alle elezioni politiche del 2013 – quelle della “non vittoria” di Pier Luigi Bersani -, il centrosinistra ottenne il 24,8%. Alle Regionali del 2012 vinte da Rosario Crocetta, i partiti del centrosinistra conquistarono il 26,2%. Quanto raccolto da Micari e Fava, in termini percentuali, è perciò superiore a queste due consultazioni elettorali: come già detto, rimane fuori l’exploit delle Europee del 2014, quando i dem ottennero uno straordinario (e irripetibile) 38,4 per cento.

Ma quando non c’era in campo il Movimento 5 Stelle? Il centrosinistra, per tradizione, non è mai stato molto vincente in Sicilia. Alle Europee del 2009 arrivò al 33,4%, mentre il centrodestra era su ben altre cifre: 53%. Alle Regionali del 2008 si fermò al 28%, mentre la coalizione del centrodestra a sostegno di Raffaele Lombardo veleggiava sul 57%. E anche nel 2006, quando a trionfare fu il discusso Salvatore Cuffaro, il centrosinistra si arenò al 36%. E in entrambe le occasioni, alle Regionali, i dem schierarono candidati autorevoli per la presidenza: Anna Finocchiaro e Rita Borsellino.

I 5 Stelle hanno preso come lista il 26,7% (molti i voti disgiunti pro Cancelleri) a questo giro, alle ultime Europee erano al 26,3%, mentre alle Politiche del 2013 arrivarono al 33,5%. “I Cinque Stelle – sottolinea Vassallo – rimangono dov’erano nel 2013, che non è poco. Ma in Sicilia avevano preso la quota di gran lunga più alta di voti che in qualsiasi altra regione. E sulle elezioni regionali di quest’anno avevano fatto un investimento straordinario”.

In tutto il territorio siciliano – sottolinea l’analisi pubblicata dalla rivista web diretta da Andrea Romano – non sono stati registrati “crolli” di consensi in termini di rapporti di forza elettorali tra le aree politiche e i partiti. “Dal 2012 al 2017 – commenta Vassallo – è cambiato pochissimo. Sia l’area di centrodestra sia quella di centrosinistra hanno invece mantenuto le stesse identiche dimensioni. E il Pd mantiene la stessa quota di voti, mentre le forze minori alla sua sinistra perdono qualcosa”. Se si guarda al dato del Pd, è più o meno lo stesso del 2012, anno della clamorosa vittoria. Il Pd a sostegno di Micari ha registrato il 13%, cinque anni fa il 13,4%. Le uniche province in cui ha perso consenso sono state Messina e Palermo, riportando anche exploit come Trapani(dal 12% al 20%), Enna (dal 15,6% al 22,5%) e Catania(dal 10,6% al 15,1%). Mentre le forze alla sinistra del Pd hanno lasciato sul terreno diversi voti: solo a Ragusa, passando dal 7% al 9,5%, si sono migliorati rispetto a cinque anni fa.

Per Vassallo la vittoria del 2012 di Crocetta è stata un caso. “Il centrosinistra – precisa – ha inoltre pagato l’esperienza negativa della giunta Crocetta e le sue divisioni interne. Avrebbe avuto comunque poche chance di vincere, come è sempre stato, in Sicilia, con la sola eccezione del 2012, spiegabile con la separazione ostile tra Micciché e Musumeci”.

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