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Vi racconto i vantaggi (per tutti) del welfare aziendale. Parla Chiara Fogliani

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“Lo Stato da solo non ce la fa a soddisfare tutte le forme di prestazioni assistenziali”, ha detto il sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, Pier Paolo Baretta partecipando ad un recente convegno dal titolo “A ciascuno il suo welfare. Bisogni mutevoli, scelte individuali, risposte integrate”, organizzato da Unipol alla presenza dei presidenti dell’Istat, Giorgio Alleva, di Confindustria, Vincenzo Boccia e dell’Inps, Tito Boeri. Serve dunque un “patto pubblico/privato sul welfare”. D’accordo con questa affermazione è Chiara Fogliani, ceo di Welfare Company, società di QUI! Group specializzata in soluzioni di welfare aziendale e pubblico, che in una conversazione con Formiche.net ha ritenuto la collaborazione tra pubblico e privato in materia di welfare non solo auspicabile, ma necessaria per fronteggiare le sfide del prossimo futuro.

GLI ATTORI

“Il welfare rende contenti tutti gli attori della filiera –  commenta Fogliani -. Il sindacato, che ha uno strumento per aumentare il potere di acquisto dei lavoratori, il lavoratore, che aumenta la sua capacità di spesa, l’azienda che lo utilizza come strumento di fidelizzazione dei dipendenti, risparmia denaro e investe sul capitale umano, e l’economia locale, che si trova favorevolmente coinvolta in questo indotto. In mezzo a queste importanti figure ci sono i provider, come Welfare Company”.

WELFARE E IMPRESE

Ma quali sono le ragioni che inducono un’azienda ad introdurre un piano di welfare? “Da una ricerca condotta con l’Università Cattolica di Milano che ha raccolto le interviste di 326 direttori e manager del settore risorse umane provenienti da aziende di tutta Italia abbiamo visto che molto importante è la leva positiva del cuneo fiscale. Il 37% delle aziende ritiene che le agevolazioni fiscali previste dalle nuove normative abbiano incentivato l’attivazione di piani di welfare aziendale, ma non in modo decisivo. La maggior parte delle aziende, infatti, ha avviato piani di welfare non solo per ridurre il costo del lavoro (70,6%), ma anche per migliorare il clima aziendale (81%), attrarre talenti (62,7%) e incrementare la produttività dei dipendenti (57,1%)”, spiega il ceo di Welfare Company.

IL RUOLO DEL PROVIDER

Qual è il ruolo dei provider nei sistemi di welfare? “L’aspetto vincente di un provider è quello di non presentarsi come un fornitore, che è un soggetto terzo. Il provider è un partner. Deve accompagnare l’azienda nell’introduzione, nella costruzione e nell’implementazione di un piano di welfare di successo. Parte dall’analisi dei bisogni, fondamentale per tarare un piano sartoriale del welfare su misura sia dell’azienda che della popolazione interna aziendale”, commenta Fogliani.

Ecco i vantaggi per l’azienda che dovesse decidere di affidarsi a loro: “Affidarsi ad un provider facendo leva su tre cardini, la comunicazione, la spendibilità dei servizi, e la semplicità di utilizzo permette di spiegare meglio ai lavoratori, al sindacato e al board quali sono i motivi dell’introduzione del piano e gli strumenti che possono essere utilizzati dai lavoratori. Di conseguenza, più lavoratori scelgono di utilizzare il piano di welfare, più l’azienda risparmia e più benefici ricevono i lavoratori. Nel caso specifico Welfare Company ha messo insieme un’offerta integrata di servizi welfare con la finalità di aumentare il potere di acquisto delle persone. Questo avviene attraverso strumenti innovativi in grado di rispondere ai bisogni dei dipendenti nei vari ambiti della vita quotidiana”, racconta Fogliani.

WELFARE PUBBLICO

Qualcosa si muove però anche nel pubblico impiego. “Nel 2016 è stato fatto un patto tra governo e sindacato per introdurre il welfare aziendale in questo settore. Ci aspettiamo che nel 2018 tutto ciò prenda piede, così da realizzare l’introduzione degli strumenti del welfare volti alla sanità, alla previdenza, alla cultura e al tempo libero, ovvero gli ambiti previsti dalla normativa, anche all’interno del pubblico impiego”. Ma nel welfare pubblico, oltre a quello indirizzato ai dipendenti della pubblica amministrazione, c’è infine il welfare sociale indirizzato ai cittadini. “In questo ambito si intravedono già iniziative innovative promosse dalle Regioni e dai Comuni per sostenere il reddito delle famiglie bisognose, come ad esempio il progetto Bebè Card lanciato lo scorso ottobre dal Comune di Milano e Welfare Company a favore delle neo mamme. Del resto, a noi sta a cuore un welfare che sia davvero a 360 gradi “, conclude Fogliani.

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