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Ecco come Chiantibanca ha detto (definitivamente) sì a Iccrea

Chiantibanca dice Iccrea. Dopo mesi di guerra psicologica dentro e fuori la sede della Bcc toscana, sabato pomeriggio al termine di un’infuocata assemblea al Mandela Forum di Firenze, i 26 mila soci hanno detto la loro: l’istituto un tempo guidato dall’ex membro del board Bce, Lorenzo Bini Smaghi (presente all’assemblea e nella foto, a sinistra, insieme all’ex ceo Unicredit, Federico Ghizzoni) proseguirà la sua strada sotto la guida della banca romana, sulla spinta dell’80% dei voti favorevoli. L’istituto di San Casciano, dunque, gira definitivamente le spalle al progetto di riassetto cooperativo trentino sponsorizzato da Cassa centrale ma non senza lasciarsi dietro malumori e dubbi.

LA MINACCIA DI TRENTO

Lo scorso mese Formiche.net ha dato conto delle motivazioni (qui lo speciale) che hanno spinto il board guidato da Cristiano Iacopozzi a ribaltare la decisione con cui la gestione Bini Smaghi si era aggiudicata con le assemblee di dicembre 2016 e maggio 2017, il sì a Trento. Anche per questo l’assise fiorentina, alla quale erano presenti 1034 soci, di cui 327 per delega, è stata preceduta dalle  minacce di Cassa centrale a Chiantibanca. Come ha spiegato lo stesso Iacopozzi in apertura di lavori, nei giorni scorsi Trento ha inviato al board due missive contenenti una diffida a non “proporre strade diverse dall’alleanza con Cassa centrale per non creare danno al gruppo trentino”,  minacciando l’avvio di ricorsi legali. Secca la risposta del numero uno della Bcc toscana: “Minacce e avvocati non sono un buon biglietto da visita e soprattutto in terra Toscana. L’aspirante capogruppo parte con il piede sbagliato”.

LA SPINTA DI BINI SMAGHI

A tentare di ribaltare l’orientamento del cda, espressosi con una riunione straordianria lo scorso ottobre, è stato proprio l’ex presidente Bini Smaghi, promotore della prima ora della strada trentina, davanti alla platea sociale del Mandela Forum. “Esistono pareri opposti sulla legalità di quanto avvenuto all’assemblea del maggio scorso (molti soci pro-Iccrea denunciarono il voto, ndr). “Qual è il valore delle nostre azioni ora non lo sappiamo. Ma per chi vuole recuperare qualche risparmio la sola speranza è che entrino nuovi soci e forniscano liquidità per consentire a loro di uscire. Cassa centrale, sono convinto, dia più opportunità per attirare nuovi soci”.

CHIANTIBANCA DICE ICCREA

Appello vano visto che alla fine i soci, tra cui l’attuale presidente del consiglio regionale toscano, Eugenio Giani, hanno fatto la loro scelta, optando per il progetto targato Iccrea. Con l’80,26% su 2.133 voti (1.712), e circa il 17% di no (376, 37 gli astenuti), un po’ meno della metà per delega, l’assemblea ha infatti approvato la proposta del cda per un’alleanza con Iccrea, abbandonando l’ipotesi di andare con Cassa centrale, votata invece nell’assemblea del maggio scorso.

IL NODO DEL DEBITO

Ora che la partita è chiusa, c’è da affrontare la questione del debito di Chiantibanca verso Trento. Bisogna ricordare che all’indomani dell’assemblea di maggio pro-Trento, la Bcc toscana emise un titolo subordinato per la banca trentina che a questo punto è creditrice di Chiantibanca. Debito che secondo alcuni soci favorevoli a Iccrea si può annullare tranquillamente, previa autorizzazione di Bankitalia. Non è così per chi invece ha tifato sempre Trento. Il debito “non potrebbe annullare il suo debito nei confronti del gruppo trentino neppure se da Iccrea arrivasse un prestito di 20 milioni di euro”. Il motivo sarebbe che “il titolo subordinato emesso da Chiantibanca dopo l’assemblea del maggio scorso a favore di Cassa centrale non prevede la possibilità di estinzione anticipata”, se non a condizioni concordate da entrambe le parti, condizioni “che non potrebbero che essere sfavorevoli” per la banca San Casciano.

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