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Ecco come Alessandro Di Battista (non) ha escluso il ritorno in politica

Alessandro Di Battista

Eccolo il nuovo libro di Alessandro Di Battista, “Meglio liberi“, presentato a Roma in una sala stracolma di fan e telecamere. Tutti in fila per il ragazzo prodigio del Movimento 5 stelle con il desiderio in mano di un autografo e una fotografia. Persino la sorella Titti si unisce alla processione. “Mia sorella fa la fila come tutti”, ha scherzato Dibba, mentre in un camerino del backstage, appena dietro il palco, lo aspettavano la compagna Sahra e il figlio Andrea, a cui l’ultima fatica letteraria è dedicata.

L’esordio editoriale di Dibba, un anno fa, era stato scanzonato, “guevariano” oltre il racconto del viaggio con destinazione Sud America, oltre la giungla del Guatemala tra ex guerriglieri alternata ai palazzi romani, tra piazze e parlamentari. Il primo libro era stato insomma un diario di viaggio alla scoperta degli altri e alla scoperta della politica. Oggi, dopo cinque anni da parlamentare, la scoperta è invece quella di una nuova maturità, del tempo “di cambiare”, come scrive Di Battista. L’animale da palcoscenico ha sentito “il richiamo della foresta”: così il deputato M5S chiama quell’impulso che arriva “puntuale come una poppata a stravolgere la mia vita ogni cinque anni». Ma la scelta di abbandonare momentaneamente la politica “era stata presa già da tempo. Andrea ha solo accelerato la decisione di non ricandidarmi”, ha detto tutto d’un fiato alla folla di fan che protesta contro l’abbandono del loro punto di riferimento pentastellato. In quanti vorrebbero che Di Battista si ricandidasse? Il sondaggio in sala viene fatto per alzata di mano e il risultato è plebiscitario. Alza la mano persino la madre di Di Battista, dall’ultima fila. “Ormai non ho dubbi”, le ha risposto il figlio dal palco, che poi ha ammesso: “Magari penso già ai primi mesi quando non sarò più un deputato della Repubblica. Magari qualcosa mi mancherà”.

E così la presentazione del libro diventa l’occasione per fare il punto di questi ultimi cinque anni, dal momento più bello dell’attività politica, con la campagna elettorale in scooter per promuovere il No al referendum costituzionale, fino al suo nemico giurato, Giorgio Napolitano, “l’antieroe del mio libro, il politico che più detesto – ha sottolineato Di Battista – e per questo la sua rielezione fu per me il giorno peggiore di questa legislatura”. C’è spazio – nella deriva da comizio in piazza che ogni tanto prende la presentazione – anche per Silvio Berlusconi, “terrorizzato dalla nostra legge anticorruzione che gli svuoterebbe il partito”, e per Matteo Salvini, che «chiacchiera, chiacchiera ma alla fine va a braccetto con Giorgia Meloni e Berlusconi che la Fornero l’hanno votata”.

L’aria di campagna elettorale è già forte. Anche nei progetti di Di Battista, che non si ricandiderà e per questo “sarà bellissimo poter dire quello che voglio senza pensare al farmi eleggere o meno”. L’impegno attivo con il Movimento è però destinato a proseguire almeno fino al giorno delle elezioni e con “un tour molto particolare che ho in mente”, ha annunciato Di Battista. “Se azzeccheremo la campagna elettorale prenderemo molti più voti del 2013. E quando il Presidente Mattarella ci darà l’incarico, l’unica alleanza che faremo sarà con i cittadini, mentre al Parlamento chiederemo solo di fare il suo lavoro, senza essere più il passacarte del governo”. Nessuna alleanza con la sinistra di Pier Luigi Bersani e Pietro Grasso, quindi: “Renzi e Grasso non sono la stessa cosa ma rifiuto la logica del meno peggio, che ci porta a parametri di giudizio sempre più bassi. Non siamo nati per fare alleanze con i meno peggio”, ha tagliato corto Dibba. Che poi ha lanciato un ultimo cioccolatino per i suoi fan: “Alla legislatura successiva nessuno mi impedisce di candidarmi”. Ovazione, sipario.

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