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Bernard Francis Law, morto il cardinale dello scandalo di Boston

Law

È morto dopo lunga malattia, nelle prime ore della mattina, il cardinale Bernard Francis Law, arciprete emerito di Santa Maria Maggiore e arcivescovo emerito di Washington, la diocesi da lui retta per 19 anni. Aveva 86 anni. La notizia è stata confermata dalla Sala stampa vaticana. Il nome di Law è indelebilmente associato allo scandalo pedofilia che colpì Boston alla fine degli anni Novanta.

COPERTURE SISTEMATICHE DI ABUSI

L’accusa è di aver coperto, in modo sistematico e costante, le decine di abusi commessi da membri del clero su minori, spostando i sacerdoti da una parrocchia all’altra senza mai sospenderli o denunciarli. Il 2002, anche sulla scorta di una presa di posizione sempre più netta da parte dell’opinione pubblica, rassegnò le dimissioni e fu richiamato immediatamente a Roma da Giovanni Paolo II, che lo nominò arciprete dalla basilica di Santa Maria Maggiore. Al suo posto fu nominato il cappuccino Sean Patrick O’Malley, che Benedetto XVI avrebbe poi creato cardinale e Francesco messo a capo della commissione pontificia che esamina i casi di abuso da parte di ecclesiastici.

L’INCHIESTA DEL BOSTON GLOBE E IL FILM SPOTLIGHT

Il caso deflagrò quando un’inchiesta giornalistica del Boston Globe (poi premiata con il Pulitzer) rivelò il sistema di copertura messo in piedi dalla diocesi locale; inchiesta poi immortalata nel film Spotlight. Come ricorda il Washington Post, Law non fu mai accusato di aver commesso personalmente abusi sessuali, ma “per molti cattolici e non cattolici egli divenne il simbolo del fallimento della chiesa di proteggere i bambini dai sacerdoti che sfruttano la fiducia che tradizionalmente accompagna il loro ruolo”.

L’AMMISSIONE

Nel novembre del 2002, un mese prima di dimettersi dalla carica di arcivescovo Boston, spiegò di “non aver mai avuto l’intenzione di mettere un prete in una posizione che avrebbe potuto rappresentare un rischio per i bambini. La verità, però, è che di fatto ho assegnato a diverse parrocchie sacerdoti che avevano commesso abusi sessuali”.

I PROVVEDIMENTI DEL VATICANO

Proprio la scelta di spostare da una parrocchia all’altra tali sacerdoti ha aperto una lunga discussione all’interno della chiesa, confermando che quella per decenni è stata una prassi invalsa a ogni latitudine. In seguito al caso-Boston, la competenza sui casi di sacerdoti responsabili di abusi è stata avocata sempre di più a Roma, in modo da sottrarre ai vescovi diocesani la competenza sui dossier. Tutto questo era contenuto nell’istruzione De delictis gravioriubus promulgata dalla congregazione per la Dottrina della fede, allora retta dal cardinale Joseph Ratzinger. Un’istruzione che è in corso di riforma.

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