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Bitcoin, cosa è successo dopo il via allo scambio dei future a Chicago

Occhi del mercato puntati sul Bitcoin per il debutto della criptovaluta sul Chicago board options exchange, uno dei principali mercati delle opzioni. L’esordio sulla prima piazza finanziaria globale rappresenta per gli operatori professionali la prima opportunità di investire sulla moneta virtuale. È avvenuto alla mezzanotte, ora italiana, al prezzo di 15.000 dollari, e già nella tarda serata di ieri, con l’inizio degli scambi, i futures della criptovaluta sono schizzati a 18.850 dollari. Ecco cosa è successo.

COSA SONO I FUTURE

I future sono contratti in cui compratore e venditore si accordano sul valore futuro di materie prime o strumenti finanziari. Gli investitori possono in pratica scommettere sull’andamento della moneta virtuale acquistandola oggi a un determinato prezzo. È possibile scommettere sul rialzo o sulla discesa del prezzo, guadagnando in questo secondo caso sulla sua svalutazione. La scommessa può essere fissata ad un mese o a tre mesi. Come spiega il Sole 24 ore il contratto futures viene regolato rigorosamente per contanti, evitando così ai player la necessità dell’acquisto fisico di Bitcoin.

IL VIA LIBERA

Il via libera ufficiale per i contratti futures sul bitcoin è arrivato ad inizio mese dalla Commodity Futures Trading Commission, l’organismo Usa che sovrintende ai derivati, che ha autorizzato sia il Chicago Mercantile Exchange che il Chicago Board Optins Exchange alla negoziazione dei contratti sulla criptovalute.

COSA È SUCCESSO

Ieri, per circa 20 minuti dopo l’apertura, l’intenso traffico sul sito della Cboe lo ha reso a tratti inaccessibile, ma il circuito degli scambi ha continuato a funzionare. “A causa dell’elevato traffico i visitatori del sito potrebbero registrare una maggiore lentezza e l’indisponibilità del sito, ma tutti i sistemi operativi stanno funzionando regolarmente”, ha sottolineato un portavoce.

Intorno alle 4 di notte il future sul Bitcoin con scadenza 17 gennaio 2018 aveva già raggiunto quota 17.750 dollari superando i massimi raggiunti sui circuiti alternativi non regolati e superando per alcuni minuti quota 18.000 dollari. “I contratti futures nelle prime ore di scambio sono stati poco meno di 2.500, quasi totalmente sulla scadenza del 17 gennaio. Solo una cinquantina di contratti hanno riguardato le scadenza di febbraio e marzo. Tutti i contratti hanno chiuso con prezzi in rialzo, a 18.500 dollari per la scadenza gennaio (in aumento di circa il 20 %)”, ha spiegato il Sole 24 Ore.

LE PROSSIME TAPPE

Dopo il debutto del Bitcoin sul Cboe, si prevede che un altro future verrà immesso sul Chicago Mercantile Exchange, mercato concorrente del Cboe, il 18 dicembre. Anche il Nasdaq starebbe preparando il lancio per la prima metà del 2018.

LE CRITICHE

Mentre la corsa dei bitcoin prosegue inarrestabile, in tanti mettono in guardia dai rischi connessi alla criptovaluta. Per il numero uno della Consob, Giuseppe Vegas, il bitcoin è un problema serio: “È un problema serio, non si capisce a quanto arriverà questa moneta. Credo che le autorità dovrebbero seguire con cura tale fenomeno. Che è e rimane virtuale e dunque con transazioni virtuali”, ha detto Vegas durante la sua ultima audizione in veste di presidente Consob.

Anche Bce, Federal Reserve di New York e Bankitalia hanno puntano il dito contro la moneta virtuale, ritenendola frutto di attività speculativa e per cui lontana dal rappresentare una minaccia per euro o dollaro, e incapace di avere impatti sulla politica monetaria. (Leggi qui l’approfondimento di Marta Gobbi)

C’è poi il problema della regolamentazione: “Non vorrei essere nei panni di chi dovrà scrivere le norme – ha sottolineato Fabio Panetta, vicedg della Banca d’Italia -. Peraltro non abbiamo nessuna visibilità sul volume delle transazioni tranne quanto vengono convertite in euro ma queste sono la ‘punta dell’iceberg’”, ha detto Panetta.

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