Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Il Medio Oriente in fiamme per la visita del vicepresidente americano Pence

Mike Pence - Facebook

Il ​v​ice​​presidente ​americano ​Mike Pence arriverà mercoledì in Israele, tre giorni dopo rispetto a quanto previsto inizialmente, ​perché voleva essere negli Stati Uniti per partecipare ai voti del Senato sulla riforma fiscale.​ “Pence si recherà in Egitto e Israele, dove riaffermerà l’impegno degli Stati Uniti nei confronti dei suoi alleati in Medio Oriente e collaborerà per sconfiggere il radicalismo​”​, ​aveva dichiarato ​la sua portavoce, Alyssa Farah, ​al Jerusalem Post​​.​​

“​Aspetta con impazienza conversazioni costruttive sia con il ​P​rimo ​m​inistro​ israeliano​ Benjamin Netanyahu che con il ​p​residente​ egiziano​ Abd al-Fattāḥ al-Sīsī per ribadire l’impegno del ​presidente Donald Trump nei confronti dei nostri partner nella regione e nel suo futuro”, ha spiegato Farah. Pence ​ha​ in programma ​di lasciare Washington martedì e arrivare in Egitto il giorno successivo, dove ​avrà un incontro bilaterale con ​al-​Sisi. Da lì volerà in Israele la sera e visiterà il Muro ​O​ccidentale poco dopo il suo arrivo. Giovedì, Pence ​ha ​fissato un incontro bilaterale con Netanyahu, ​per poi cenare con ​lui nella sua residenza. Venerdì, è in programma un incontro con il presidente Reuven Rivlin e la visita a Yad Vashem, prima di tornare a Washington ​passando per la Germania, dove visiterà il personale dei servizi armati statunitensi presso la base aeronautica di Ramstein.

Fonti diplomatiche a Gerusalemme hanno respinto come ipotesi infondate che il posticipo di Pence avesse a che fare con la diffusa critica palestinese e musulmana per la decisione degli Stati Uniti​ del​la scorsa settimana​ di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele.​ ​Il presidente dell’Autorità palestinese Mahmūd Abbās ​aveva detto dopo l’annuncio di Trump che non avrebbe incontrato il vicepresidente​ statunitense​.​ ​L’amministrazione​ americana​ ha ​certamente ​aggiunto benzina sul fuoco ​organizzando la visita di Pence al ​Muro Occidentale, anche se il vicepresidente non è il primo alto funzionario americano a visitarlo. Trump stesso ​si è fatto scattare una foto​ accanto al Muro ​O​ccidentale quando è arrivato in Israele lo scorso maggio.

La visita di Pence è stata preceduta da una telefonata di un rappresentante della Casa Bianca ai giornalisti israeliani in cui si sottolineava che il vicepresidente avrebbe visitato il Muro ​O​ccidentale come parte della sua visita ufficiale e che l’amministrazione non poteva concepire ​alcun accordo di pace ​se il Muro Occidentale non ​fosse rimasto parte di Israele.​ ​Questa posizione è anche quella della maggioranza degli israeliani, ma ​ci sono molti dubbi che una tale dichiarazione ​in questo momento aiuti a calmare i nervi.​ ​Fatah ha annunciato in risposta​ alla visita di Pence​ una serie di giorni di rabbia a Gerusalemme e nei territori, che inizieranno mercoledì e proseguiranno fino alle preghiere del venerdì. Questo annuncio significa che le proteste palestinesi continueranno per tutta la settimana.

Mahmoud al-Aloul, un alto funzionario di Fatah, ha ​detto durante il fine settimana che la sua organizzazione sta considerando un ritorno alla lotta armata contro Israele. Aloul ha affermato che il processo di pace di Oslo ​è finito e che ​adesso ​è di nuovo legittimo ​utilizzare tutti i ​gli strumenti, anche quelli più violenti, nella lotta contro Israele.​ ​Il coordinatore per le attività d​el​ governo​ israeliano​ nei territori, il generale Yoav Mordechai, ha ​chiesto ​un chiarimento dopo la dichiarazione di Aloul. Voleva sapere​, senza tanti giri di parole,​ se Fatah intende incoraggiare gli spari contro gli israeliani.​ ​Una interessante discussione è emersa sulla pagina Facebook d​i Mordechai​, quando un portavoce della fazione Tanzim di Fatah ha affermato che la lotta violenta è legittima, ma che in questo momento è inefficace a causa della forza militare di Israele.

Domenica è stato nominato un sostituto di Mordechai​. Si tratta del​ ​generale Kamil Abu-Rukon​,​ ​fino a questo momento impegnato al ministero della Difesa. Abu-Rukon diventerà il secondo druso promosso al grado di generale maggiore, dopo Yusef Mishleb. Il ministro della Difesa Avigdor Lieberman ha descritto​​ Mordechai come “una risorsa strategica per lo Stato di Israele”​ e spera che continuerà a ​lavorare nell’interesse del Paese. Mordechai ​è stato capace di spegnere ​molti degli incendi ​accesi ​tra israeliani e palestinesi, per lo più dietro le quinte, durante i suoi anni di mandato. ​Resta da vedere se avrà l’opportunità di aiutare a fare lo stesso nella vicenda della dichiarazione di Trump, le cui ripercussioni non sono ancora scomparse.

​In m​igliaia​ infatti​ hanno partecipato a​lle​ proteste​ in tutto il Medio Oriente​ durante il fine settimana. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato domenica che intende aprire un’ambasciata a Gerusalemme, “la capitale della Palestina”, anche se non è chiaro come sarebbe in grado di ​tradurre le parole in fatti. ​L’effetto domino della dichiarazione di Trump​ di spostare l’ambasciata Usa a Gerusalemme​ si è sentito anche nello stato africano centrale del Gabon, dove un uomo del posto ha pugnalato due fotografi danesi, affermando di averlo fatto per la preoccupazione ​legata alle dichiarazioni di Trump​.​ ​Si profilano​ altri​ giorni di altissima tensione in tutto il Medio Oriente​, non solo​ ​per la visita di Pence.

×

Iscriviti alla newsletter