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La Lega trionferà al Sud, e sul Tap… Intervista a Nuccio Altieri

“Noi con Salvini è la vera rivoluzione per il Sud. Non più una politica assistenzialista messa in campo da decine di politici meridionali che hanno tradito il Mezzogiorno utilizzando male gli ingenti fondi del passato, ma una politica della responsabilità. Una Lega dei territori, è questa la novità”. Nuccio Altieri, deputato pugliese della Lega, è reduce da due giorni con Matteo Salvini in quel di Bari. Lunedì, “nonostante pioggia e grandine”, all’appuntamento con il leader leghista c’erano 1500 persone. Poi ci sono stati incontri con imprenditori, commercianti, agricoltori. Salvini è pure andato a infornare il pane ad Altamura. Insomma l’operazione nazionale della Lega prosegue e nel Mezzogiorno il leader padano sembra incontrare grande entusiasmo.

Onorevole Altieri, come si spiega questo successo?

Salvini è l’unico elemento di chiarezza nella politica. Il suo è un messaggio chiaro, per alcuni tratti anche ruvido, ma che serve a polarizzare la scelta. Chi lo vota sa che verrà cambiata la legge Fornero, che ci sarà lotta all’immigrazione, saranno aboliti gli studi di settore, sarà cambiata la legge Fornero e la Buona Scuola di Renzi. E non si faranno sconti a questa Europa. Gli altri sono ambigui e fumosi, compresi i 5 Stelle, che sono passati dalla decrescita felice alla rivoluzione liberale, che Berlusconi voleva fare 25 anni fa.

A Bossi l’operazione Sud non riuscì, perché dovrebbe riuscirci Salvini?

Perché questa non è una colonizzazione. La Lega è divento il partito dei territori: in Puglia non c’è la Lega lombarda, ma la Lega pugliese. La loro battaglia storica si è allargata a tutti i territori. Sta a noi fare il sindacato della nostra regione all’interno di un partito che le rappresenta tutte.

Avete qualche sondaggio?

Io credo che la Lega trionferà proprio grazie ai voti del Sud. In Puglia l’elettorato potenziale è dell’11%. Nel 2015 in Puglia la lista ha preso il 2,5% alle Regionali. Oggi i sondaggi ci danno già sopra al 6%. Cinquanta amministratori locali, tra cui il sindaco di Nociglia nel Salento, sono già passati con noi.

Poi c’è il programma. In questi giorni in Puglia si parla molto di Tap…

Su questo tema l’incapacità del governo ha avvelenato i pozzi. La Tap è fondamentale per lo sviluppo, ma la partita è stata gestita male per i litigi all’interno del centrosinistra, con poca comprensione del tema e delle garanzie ambientali. È un progetto imprescindibile per la regione. Da noi su tutte le questioni, come anche sull’Ilva, si scatenano lotte interne che portano alla paralisi, mentre occorre una visione d’insieme.

Lei, insieme al suo collega Roberto Marti, a novembre ha lasciato Direzione Italia di Raffaele Fitto, cui era molto legato, per passare con Salvini. In queste ore Fitto ha dato vita alla “quarta gamba” del centrodestra.

Il mio passaggio con Salvini segue un percorso di coerenza: nel 2015 ho lasciato Fi perché ero contrario al patto del Nazareno; poi in Europa siamo usciti dal Ppe perché non condividevamo le politiche di Bruxelles; ora io non ho nulla in comune con Zanetti e con chi, fino a ieri, sosteneva questa maggioranza, come Lupi e Formigoni. Il percorso naturale è di stare con chi è contro gli inciuci e contro l’Europa. Faccio gli auguri alla quarta gamba, ma spero non sia solo una scialuppa di salvataggio per chi è stato al governo con Renzi. Le voglio raccontare una cosa.

Prego.

Al quartiere Libertà di Bari per la prima volta non ci sarà le Messa di mezzanotte: il parroco dovrà anticiparla alle 18 perché di notte la zona è troppo pericolosa, ad alta concentrazione di immigrazione clandestina. Questo non dovrà accadere mai più.

Che giudizio dà di Michele Emiliano?

Zero spaccato. Dopo due anni e mezzo non c’è nulla. Nichi Vendola era lontanissimo da me, ma almeno aveva una visione, un progetto. Emiliano nemmeno quello, è l’inerzia allo stato assoluto.

Sempre a proposito di Puglia, lei sta con Briatore o con chi l’ha contestato?

La Puglia dovrebbe avere un modello di turismo che oggi non ha. Noi intercettiamo un’enorme domanda ma in maniera spontanea: un bed & breakfast di qua, un agriturismo di là. Va bene, ma occorre anche visione d’insieme. Briatore entra a gamba tesa alla sua maniera, ma bisognerebbe andare incontro a tutte le esigenze: il turismo delle famiglie, quello culturale e quello dei super ricchi.

Chiudiamo sulla politica nazionale. Se dal voto non uscirà una maggioranza chiara, che succede?

Noi le elezioni dobbiamo vincerle, non ci sono piani B o C. Per questo facciamo appello agli alleati per scrivere subito un programma chiaro e credibile, che affronti le questioni senza ambiguità.

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