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Un delizioso inizio d’anno alla Filarmonica romana

Il periodo tra Natale e l’Epifania comporta sempre una certa dose di noia per chi fa il chroniquer di musica in quanto in quasi tutte le grandi e medie città (non solo in Italia) i sovrintendi e i direttori artistici sembrano mancare di fantasia e programmano le stesse cose: Schiaccianoci, Fantasia (di Disney), musica sacra e natalizia (spesso cantata da bambini) e via discorrendo. Purtroppo, tra i titoli di prammatica in Italia, non c’è la deliziosa opera in un atto di Giancarlo Menotti Amahl and the Night Visitors che nei tre lustri passati negli Stati Uniti, faceva la gioia mia e dei miei figli.

Quest’anno una vera delizia è stata offerta dall’Accademia Filarmonica Romana: un concerto il pomeriggio del 7 gennaio, nell’intima Sala Casella, in cui l’attore Elio Pandolfi e il pianista Marco Scolastra, (nella foto), hanno presentato Il Principe Felice-Una Fiaba con Musica, tratta da un racconto di Oscar Wilde , accompagnato da musiche di Elgar (Dream Children e Salut d’Amour), Britten (Five Waltzes da Sonatina Romantica) e Carl Nielsen (The Spinning Top). Al concerto in programma, ha fatto seguito un extra in cui Pandolfi ha raccontato la Roma della sua infanzia e giovinezza e del suo amore per le rondini, nonché un brindisi a Pandolfi, una vera sfida alla legge Fornero, poiché quasi alle soglie dei 92 anni è ancora attivo ed è ancora un meraviglioso entertainer. Ha debuttato – va ricordato – nel 1948 al Teatro La Fenice di Venezia in occasione della prima rappresentazione in Italia di Les Malheurs d’Orphée di Darius Milaud.

Il racconto di Oscar Wilde, infatti, ha come protagonista una rondine che, volando dal nord Europa all’Egitto all’approssimarsi dell’inverno, si innamora della statua di un “principe felice” che, nella sua esistenza terrena, non ha mai conosciuto o visto la povertà e la miseria. Dall’alto della colonna dove è stata posta la sua statua (coperta di foglie dorate e gioielli) vede le tristezze umane e con l’aiuto della rondine riesce a spogliarsi di oro e gemme per fare opere di bene. Con l’inverno la rondine muore e la statua (priva di copertura dorata e di gemme) non interessa più i maggiorenti della città. Tanto la rondine quanto ciò che resta della statua finiscono in una discarica, da dove un Angelo li raccoglie e li porta in Paradiso.

La fiaba è dolcissima e si addice alle Feste di fine e inizio d’anno. Specialmente in quanto viene declinata da Pandolfi con una voce melodiosa, simile, quindi, a un canto, e piena di tenerezza. L’accompagnamento musicale, eseguito con precisione e dolcezza da Scolastra, era basato su brani del Novecento storico perfettamente in linea con il testo di Wilde. La sala era piena e lo spettacolo ha suscitato vere e proprie ovazioni sia alla fine della fiaba sia dopo l’extra.

La Filarmonica Romana, che anche quest’anno propone un programma intelligente e innovativo, va ringraziata per questo inizio del 2018.

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