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Così la Nuova Via della Seta può avvicinare l’Italia e la Cina. Parola di Assolombarda

La Nuova Via della Seta è un’opportunità da cogliere per le imprese italiane. Le opportunità che si sono aperte e che ancora potranno prospettarsi all’orizzonte per l’economia del nostro Paese sono state valutate e analizzate durante il convegno “Belt and Road: Building a concrete roadmap with Italy and China’s joint growth”, organizzato dal Business Forum Italia Cina, promosso da Assolombarda e patrocinato dal ministero italiano dello Sviluppo economico e dal ministero cinese del Commercio.

La conferenza ha messo in luce che già nel triennio 2014-2016 questa nuova arteria, che dovrebbe unire Europa e Cina diminuendo considerevolmente i tempi di percorrenza per le merci, ha permesso di dare lavoro a circa 180mila lavoratori, impegnati nella costruzione delle infrastrutture.

“Il piano della Nuova Via Della Seta favorirà la cooperazione di più di 60 Paesi che, insieme, costituiscono il 63% della popolazione mondiale, il 30% del prodotto interno lordo e il 35% degli scambi commerciali internazionali”. Queste le parole di Carlo Bonomi, (nella foto), presidente di Assolombarda.

“L’interscambio commerciale complessivo dell’Italia con la Cina – ha aggiunto Bonomi – rappresenta il 5% del volume totale dei nostri scambi a livello internazionale, per un valore che nel 2016 ha superato i 38 miliardi di euro. L’interscambio tra Lombardia e Cina vale più di 15 miliardi di euro ed è cresciuto sensibilmente negli ultimi anni (+40% dal 2008 a oggi)”.

La bontà dei rapporti tra Italia e Cina è stata ribadita anche da Zhou Xiaoyan, direttore generale della divisione Europa del ministero dello Sviluppo economico cinese, che ha ricordato come i due Paesi abbiano una struttura che può essere complementare. Infatti, nei primi 10 mesi del 2017 sono aumentati del 13,9% gli scambi commerciali, mentre le importazioni in Cina sono cresciute del 22%. Le imprese cinesi hanno anche investito più di 11 miliardi in Italia.

Non solo però è opportuno cercare di intensificare i rapporti con la Cina, le imprese italiane dovrebbero, secondo Fabrizio Lucentini, direttore generale del Dipartimento per l’Internazionalizzazione e la Promozione del Commercio del Mise, aumentare i punti d’incontro con tutti i Paesi parte del progetto.

Marco Tronchetti Provera, vicepresidente di Pirelli e co-presidente del Business Forum Italia Cina, ha invitato a guardare Pechino senza preoccupazione, perché non è una minaccia per l’economia europea. Mentre il presidente della Bank of China, Chen Siqing ha sottolineato come, nei prossimi cinque anni, il 46% della crescita mondiale proverrà dal mercato toccato dalla Nuova Via della Seta.

La conferenza, dopo gli interventi, si è declinata in tre panel. Il primo ha trattato le modalità di finanziamento dell’iniziativa con il Ceo di Cassa depositi e prestiti, Fabio Gallia, il quale ha descritto i “panda bond”, emissioni in valuta cinese utilizzabili dalle aziende italiane che operano in Cina per ampliare il loro mercato di riferimento. Hanno partecipato alla tavola rotonda Wang Yanzhi, presidente del Silk Road Fund e Cao Yuanzheng, vice presidente esecutivo di Bank of China Holdings Limited.

Nel secondo panel protagonisti sono stati Pietro Salini, amministratore delegato di Impregilo e Yu Zenggang, vice presidente esecutivo di Cosco, ovvero coloro che realizzano le infrastrutture. Salini ha ricordato come il web abbia accorciato soltanto le distanze “mentali” tra l’Europa e la Cina. Oggi servono ancora 45 giorni di nave o 18 di treno per arrivare a destinazione. Zenggang ha invece sottolineato le dimensioni imponenti della flotta aziendale – oltre 1.100 navi – che rendono Cosco il principale player della logistica marittima del mondo.

Il ruolo del nostro Paese è stato approfondito da Rob Koepp, Network Director di The Economist Corporate Network. Formalmente l’Italia non si trova lungo le rotte della Nuova Via della Seta, ma il Paese deve continuare a puntare sugli strumenti a sua disposizione che l’hanno distinto nel mondo: moda, lusso e turismo di alto livello soprattutto.

Infine, l’ultimo panel ha visto l’intervento di Pietro Modiano, presidente di Sea Group, il quale ha sottolineato il continuo impegno per rendere Malpensa competitiva nei confronti degli altri grandi hub europei, in modo da dare quella marcia in più ai possibili sviluppi commerciali tra Italia e Cina grazie alla Nuova Via della Seta.

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