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Così Macron in Cina ha sostenuto Airbus e le imprese francesi

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L’asse tra Parigi e Pechino, che l’abile pragmatismo di Emmanuel Macron sta cercando di costruire, ha già prodotto i suoi risultati. Il colosso franco-tedesco dell’aviazione civile, Airbus, riceverà presto un ordine per 184 A320 destinati a 13 compagnie aeree cinesi con consegne a partire dal 2019.

L’ANNUNCIO DI MACRON

Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente francese dopo l’incontro con il collega Xi Jinping nel corso del suo viaggio ufficiale in Cina. L’accordo, il cui valore non è stato rivelato ma si dovrebbe aggirare intorno ai 18 miliardi di euro (fonte Reuters), seguirebbe l’annuncio di ieri del costruttore circa l’intesa per aumentare la produzione nello stabilimento di Tianjin. Lo stesso Macron ha poi ammesso le ambizioni francesi per vendere anche i wide body a medio-lungo raggio A350 e A380 nel giro di “settimane o mesi”.

GLI ACCORDI DI AIRBUS

Sono questi i risultati della visita del ceo di Airbus Fabrice Bregier in Cina, al seguito del presidente francese insieme a una cinquantina di altri imprenditori, manager e funzionari. Confermate così le indiscrezioni della vigilia, che volevano un maxi ordine per un centinaio di velivoli dalla China aircraft leasing group (per ora autorevolmente annunciato) e l’accordo per aumentare il rateo produttivo nel sito di Tianjiin, dedicato all’assemblaggio finale della famiglia A320. Dagli attuali quattro velivoli al mese, si passerà a cinque dal 2019 e sei dal 2020. Tale accordo si lega alla prospettiva di aumentare il numero di aerei venduti a Pechino. D’altronde, la Cina si prospetta il mercato in più rapida espansione per quanto riguarda l’aviazione civile, e a dimostrarlo sono stati proprio gli ultimi mesi. A novembre, durante la visita del presidente Donald Trump, l’americana Boeing aveva siglato il maxi ordine da 37 miliardi di dollari per 300 aerei. A luglio, era stata Airbus a ricevere un contratto per 140 velivoli per 22 miliardi di euro in occasione della visita a Berlino di Xi Jinping. Lo scorso mese, inoltre, dal China aircraft leasing group era arrivato l’ordine per altri 50 aerei Airbus per un valore di circa 5,4 miliardi di euro.

IL VIAGGIO DEL PRESIDENTE FRANCESE

La visita del presidente francese è frutto dell’incontro tra il pragmatismo macroniano e le ambizioni cinesi di affermarsi quale grande attore sulla scena internazionale. Banalizzando, la tre giorni del numero uno dell’Eliseo può essere riassunta in due frasi: la Francia si propone quale partner europeo privilegiato per la Nuova Via della seta (con un richiamo a un rapporto che sia equilibrato); la Cina apprezza la proposta e valuta. Non a caso, come già notato da Emanuele Rossi, il viaggio di Macron è iniziato dalla città di Xi’an (in visita al celebre esercito di terracotta), lì dove nasceva l’antica Via della seta rispolverata ora con il progetto della One belt one road, la tela su cui si dirama l’espansionismo (commerciale) cinese. D’altra parte, per le aziende occidentali sono molte le opportunità che si aprono, come dimostrato proprio dal comparto dell’aviazione civile. Per Parigi, a ciò si aggiunge un deficit commerciale con Pechino di circa 30 miliardi di euro. Macron sembra aver compreso tutto questo e ha deciso dunque di proporsi quale principale referente europeo, diventando così il primo leader del Vecchio continente a visitare la Cina dopo il 19esimo Congresso nazionale del Partito comunista cinese che ha rafforzato la leadership di Xi Jinping e mostrato al mondo le ambizioni cinesi, ormai attiva su praticamente tutte le questioni internazionali più rilevanti.

FOCUS DIFESA

Tra queste anche i temi legati alla Difesa. Tra le richieste francesi, secondo Le Monde, ci sarebbe così anche quella di un contributo maggiore da parte della Cina nella lotta contro il terrorismo in Africa, a sostegno della forza congiunta G5 Sahel a cui partecipano Mali, Mauritania, Burkina Faso, Niger e Ciad. L’obiettivo prefissato dai governi regionali, secondo il quotidiano francese, è di arrivare a completare il bilancio operativo della missione, pari a 423 milioni di euro. Fino ad oggi, gli Stati Uniti hanno stanziato 60 milioni di dollari, l’Arabia Saudita 100 milioni, gli Emirati arabi uniti 30 milioni, l’Unione europea 50 milioni di euro, la Francia 8 milioni di euro e i Paesi Bassi 5 milioni di euro.

Da segnalare anche l’accordo firmato da Safran (Gruppo francese attivo nel comparto aerospazio e difesa) per fornire motori alla Spring Airlines. Secondo il Sole24Ore avrebbe un valore di quasi 3 miliardi di euro e ad esso andrebbero aggiunte anche intese analoghe con la Xiamen Airlines e la Hainan Airlines.

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