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L’Europa non è di plastica. E a Bruxelles preoccupano Lega e M5S anti Ue. Parla Simona Bonafè (Pd)

Simona Bonafè

La plastica, le ingerenze della Commissione Ue nella politica dei paesi sovrani e la Brexit. Chi ha detto che a Bruxelles ci si annoia politicamente? Delle nuove misure di lotta all’inquinamento (qui l’approfondimento di Formiche.net) e di qualche eccesso di premura circa l’esito del voto italiano, abbiamo voluto parlarne con Simona Bonafè (nella foto), europarlamentare del Pd, e punto di riferimento del partito guidato da Matteo Renzi a Bruxelles e non solo sulle tematiche ambientali (è relatrice della direttiva sulla economia circolare).

Onorevole, l’Europa è scesa in campo contro la plastica. Siamo a una svolta?

Certamente. Quella di ieri è una splendida notizia e un passo importante per la lotta all’inquinamento dei mari in Europa. Questo perché, se da una parte si va verso una maggiore tutela ambientale, dall’altra si dà un bella spinta all’economia circolare.

C’è chi ha parlato di una strategia anti-plastica dell’Ue, quasi una crociata…

Non la vedo così. Entro il 2030 tutti gli imballaggi dovranno essere riutilizzabili e riciclabili. Questa non è una strategia contro la plastica ma una scelta che dà nuovo impulso all’industria del riciclo, all’innovazione per la ricerca di materiali più sostenibili per rilanciare la competitività delle nostre imprese e sostenere l’occupazione.

Però tassare la plastica sarebbe stato troppo. Oppure no?

In linea di massima io non sono contraria a una tassa per ridurre l’uso della plastica. Ma bisogna fare attenzione a distinguere le proposte concrete dalle provocazioni, come quella di Oettingher (commissario al bilancio, ndr). Tenendo presente che il nostro obiettivo è ridurre l’uso della plastica, il gettito dovrebbe diminuire nel tempo. Dobbiamo chiederci, dunque, se si tratti di un reddito certo per le risorse proprie dell’Unione.

Cambiamo argomento. Ancora una volta l’Ue è entrata a piedi pari in questioni “nazionali”. Parlo di Moscovici…

Io le rispondo così, con un’altra domanda. E cioè, perchè non uno, ma tre commissari nelle ultime ore hanno espresso qualche timore?

Me lo dica lei…

Le dico una cosa. Sono tre giorni che qui a Strasburgo si parla delle frasi di Fontana (Attilio, candidato per il centrodestra alla Lombardia), cioè del candidato alla regione più ricca d’Europa. La verità è che quelle parole hanno destato un certo allarme, innescando non poche preoccupazioni.

Mi sta dicendo che qualche commissario europeo è preoccupato per Fontana e per questo entra in certe questioni?

Le sto dicendo che c’è preoccupazione che in Italia si saldi, come auspicato in un’intervista da Marine Le Pen, un’alleanza antieuropea (la leader francese si riferiva al ruolo di Matteo Salvini ed alla coincidenza di vedute con M5S, ndr). Dopodiché, se parliamo di politica economica, è da tempo che noi contrastiamo un’applicazione rigida e burocratica delle regole europee. Abbiamo peraltro ottenuto risultati importanti come la Comunicazione sulla flessibilità e il “Piano Juncker” per gli investimenti

Però Bonafè l’Europa ha questo vizio mettere bocca su tutto. Con l’Austria non credo avrà vita facile. E gli inglesi hanno già detto la loro su questo progetto comunitario…

Chiediamoci se in Gran Bretagna stanno meglio ora dopo la Brexit o prima.

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