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Cosa c’entra la morte di Azeglio Vicini con le elezioni? Semplice: la politica è nel pallone

Di Angelo Di Silvio
Lotito

Calcio e pallone,​ un binomio non nuovo. E se la morte del tecnico Azeglio Vicini fa spiovere dichiarazioni bipartisan per ricordare questa figura storica dello sport italiano, non c’è dubbio che il calcio sia in qualche modo entrato in questa strana campagna elettorale.​ Forza Italia​, calcisticamente parlando,​ batte Pd 4 a 0. Almeno a guardare le liste elettorali. Proprio mentre il mondo del calcio italiano si attorciglia su sé stesso e non trova la soluzione ai suoi mali, se non con il commissariamento di Malagò, autorevoli rappresentanti del mondo pallonaro tentano la sorte elettorale.

Nell’anno dell’Italia fuori dai Mondiali, Lotito, Galliani, Sibilia e Diaconale rappresentano il ‘rombo’ di centrocampo che Berlusconi, uno a cui non è mai passato il ‘vizio’ di fare la formazione del suo Milan, ha deciso di schierare perà battere Renzi e compagni. Il presidente della Lazio Claudio Lotito, schierato in Campania, ma non nella Capitale (chi glielo dice ai romanisti di votarlo?), si presenta come il classico centravanti di sfondamento: non bello da vedere palla al piede, ma di sicuro ostico per i difensori. Successo a Salerno (dove è a capo della squadra cittadina) quasi garantito.

Poi c’è Adriano Galliani, storico amministratore del Milan che può vantare di essere “l’unico a cui sono rimasto fedele” ha giurato di recente il Cavaliere. Dopo tante lusinghe (e richieste) da parte del Presidentissimo, Galliani ha finito per accettare. Correrà per il Senato, la Camera alta. Per lui il Cavaliere immagina lo sbarco al governo (che sia del centrodestra o di matrice ‘nazarena’). Cosimo Sibilia, irpino, figlio del presidente che ad Avellino portò la serie A e il brasiliano Jaury (quello che esultava facendo il giro della bandierina del calcio d’angolo) confermato a centrocampo, a rompere le trame avversarie e a costruirne di nuove. Ha sfiorato il vertice della Figc e non è detto che non ci ritroverà a breve.

Fantasista e veterano dello spogliatoio, Arturo Diaconale, giornalista di fede laziale, attualmente nel Cda Rai. Opinionista, difensore dei consumatori e dei vessati dal Fisco, contestatore della/del Var, è paragonabile al calciatore esperto che ha giocato nei campionati minori fino ad arrivare alla serie A. Uomo prezioso per Lotito (diventeranno colleghi parlamentari?), capace di mediare con arbitri ed avversari (leggasi le opposizioni). Facendo una facile previsione ci sarà bisogno di esperti.

Chi parte dalla panchina, luogo che comunque gli è familiare per averla frequentata da allenatore negli anni scorsi, è Sergio Pirozzi, famoso sindaco di Amatrice, candidato alle Regionali. “Prima ti ignorano, ti deridono, ti combattono, poi vinci. Il 4 marzo facciamogli veder che noi…”, ha scritto in un suo tweet. Per Pirozzi, la sfida delle Regionali del 4 marzo non è una boutade. Ci si è buttato anima e corpo, senza arretrare, neppure quando il centrodestra ha indicato “il milanese” Stefano Parisi per la guida della Regione. Combattente, finirà la​ partita con la maglia sudata.

Insomma, il calcio punta a sbarcare prepotentemente in Parlamento proprio mentre attraversa un periodo di innegabile confusione. E se Lotti ​approfitta delle lotte interne al settore per schierare il “suo” Malagò in soccorso del calcio malato, ​Renzi coglie al balzo il lutto per la morte di Vicini per una scrivere un post su Facebook che ha un sapore politico a tutto tondo. “Ricordare Vicini significa ricordare un calcio in cui la Nazionale regalava emozioni, persino quando perdeva. E dove il Paese sapeva riconoscere nei grandi eventi un’occasione per riscoprirsi comunità. Dove lo sport era elemento di unità nazionale, senza rancore e odio. Il calcio italiano è in crisi e per colpa di scelte scriteriate, la Nazionale è fuori da Russia 2018 mentre Federazione e Lega saranno commissariate. Pensando a persone come il ct Vicini – riposi in pace – c’è solo da augurarsi che ritorni la saggezza e l’equilibrio​.​ E che i nostri figli (che hanno oggi l’età che avevamo noi allora)​ ​possano prima o poi vivere ‘Notti magiche’ dove lo sport torni a unire e i grandi eventi sportivi possano essere ospitati di nuovo in Italia. Perché il calcio torni a essere un modello nel mondo. Un modello nel mondo e non lo zimbello di questi mesi indecorosi”.

​La partita elettorale entra nel vivo e sembra avere trovato nello stadio di calcio la sua nuova arena.

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