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La salute del Presidente? Il bollettino medico affidato alla Cia

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Negli ultimi giorni tanto si è scritto sulle condizioni di salute e sullo stato mentale di Donald Trump. L’irruzione sulla scena nazionale e internazionale del libro di Micheal Wolff “Fire and Fury” e le indiscrezioni secondo cui i ritmi della Casa Bianca non consentissero al presidente una vita sana e il giusto esercizio fisico hanno determinato l’instaurarsi – anche sui media – di una vera e propria diatriba che ha a che fare con la sicurezza nazionale.

Nonostante le smentite e le numerose rassicurazioni da parte del medico personal di Trump, che si è portato persino a rilasciare i risultati dei più recente esami effettuati con cadenza mensile dal presidente, le insinuazioni su una presunta incapacità a governare non hanno avuto tregua.

Anche per questo motivo Mike Pompeo, direttore della Cia, ha voluto approfittare del suo più recente intervento pubblico all’American Enterprise Institute per rilasciare una serie di considerazioni velatamente rivolte a porre un freno a una campagna mediatica priva di fondamento e alimentata a scopi politici.

Pompeo ha voluto prima di tutto puntualizzare sulla capacità di discernimento e la lucidità del presidente per le questioni di sicurezza nazionale, un tema più volte richiamato in causa per una presunta mancanza di attenzione di Donald Trump: “Presentiamo ogni giorno al presidente le informazioni più squisite che un decisore politico possa avere il privilegio di leggere. Il presidente ci ingaggia con domande estremamente articolate. È sempre concentrato. Ciò determina un particolare impegno da parte nostra per rispondere ai suoi interrogativi. Di tanto in tanto ci pone persino domande a cui francamente non sappiamo rispondere”.

Interrogato sulle qualità presidenziali in quanto consumatore del prodotto intelligence, Pompeo è stato netto nell’affermare: “Nel corso della mia carriera ho visto numerosi esperti di intelligence ricevere briefing… ebbene, posso dire che il presidente Trump dimostra la stessa qualità di apprendimento e capacità di confronto degli esperti che ho conosciuto in passato”. Sulla frequenza dei PDB (President’s Daily Briefing), una domanda di grande interesse da parte della comunità intelligence americana, Pompeo si è limitato ad affermare che gli incontri, a cui partecipa di norma anche il generale H.R. McMaster, non si tengono esattamente tutti i giorni. A seconda delle questioni emergenti di sicurezza nazionale, i briefing si tengono mediamente ogni due giorni ma in caso di necessità i ritmi sono immediatamente intensificati ed il presidente regge alla perfezione le accelerazioni.

Pompeo ha voluto così mettere il punto su una questione per troppo tempo e inutilmente dilungatasi. Dalle parole del direttore della Cia emerge una figura attenta e focalizzata, in grado di far fronte alle fatiche imposte dall’alta carica esercitata e di affrontare l’onore di essere presidente con la necessaria forza fisica e mentale. Come a voler dire “Rest easy!”, Pompeo ha così tranquillizzato gli americani e lanciato un segnale preciso a quanti in giro per il mondo stiano cercando di studiare debolezze e vulnerabilità di Donald Trump.

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