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Tutti i dettagli sull’anomalia nel volo del razzo Ariane 5

Momenti di paura per il razzo Ariane 5 partito ieri sera dalla Guyana francese con l’obiettivo di portare in orbita due satelliti per telecomunicazioni. A circa nove minuti dalla partenza, il vettore ha perso il contatto con la terra, non riuscendo a chiarire la propria posizione, per un blackout che è durato quasi mezz’ora. In questo lasso di tempo, in cui era previsto anche il rilascio dei satelliti, l’Ariane 5 non è riuscito a comunicare la propria azione, facendo temere la perdita del prezioso payload. L’anomalia è stata registrata dopo la separazione del primo stadio (il principale), quando è stato accesso il secondo e ultimo stadio che ha il compito di portare il payload nell’orbita prestabilita, per questo volo l’orbita di trasferimento geostazionaria (Gto), un’orbita intermedia tra la bassa orbita terrestre e quella geostazionaria vera e propria. Qualche ora dopo, da Arianespace, società che opera il lancio, è arrivata conferma del contatto con i satelliti da parte dei rispettivi centri di controllo, facendo tornare il sereno dopo la concitazione iniziale. Adesso occorrerà capire cosa è andato storto, ma i tecnici sono già a lavoro. Le prime indagini hanno intanto confermato una deviazione rispetto alla traiettoria stabilita.

Nel proprio comunicato, Arianespace ha chiarito la dinamica: “Il decollo del lanciatore è avvenuto alle 19:20 (dalla base spaziale europea di Kourou, in Guyana francese, alle 23:20 ore italiane, ndr). Pochi secondi dopo l’ignizione dello stadio superiore, la seconda stazione di tracking a Natal, in Brasile, non ha acquisito la telemetria del vettore. Tale mancanza di telemetria è durata per il resto del volo alimentato. Successivamente, entrambi i satelliti sono stati confermati come separati, acquisiti e sono in orbita. Ses-14 e Al Yah 3 stanno comunicando con i rispettivi centri di controllo. Entrambe le missioni continuano”.

Inizialmente, dunque, si era pensato al peggio, ovvero alla perdita di tutto il payload, ipotesi esclusa dalla società sebbene la stessa non abbia smentito le indiscrezioni secondo cui i satelliti sarebbero stato rilasciati a un orbita diversa rispetto a quella prestabilita. Proprio Arianespace si sarebbe detta fiduciosa a France Presse sul loro riassestamento. In ogni caso, un’ “anomalia” c’è stata, e il blackout è durato “dal nono al 37esimo minuto della missione”, ha spiegato l’azienda. Durante questo periodo, prima che si ri-acquisissero le comunicazioni con i satelliti, il ceo di Arianespace Stephane Israel è apparso live per comunicare l’anomalia: “Sappiamo che non c’è nessun lancio a rischio zero. Sappiamo che lanciare è sempre difficile e questa notte Ariane 5 ha avuto un’anomalia, per cui datemi il tempo ora di capire meglio la situazione dei satelliti”. Solo dopo, è arrivata la notizia dei contatti ristabiliti con i preziosi payload.

Il volo partito ieri sera era il primo del 2018 per Ariane 5, il più grande dell’attuale famiglia dei lanciatori europei che aveva chiuso il 2017 con sei lanci. L’obiettivo della missione VA241 era condurre in orbita di trasferimento geostazionaria (Gto) due satelliti per telecomunicazioni. Ses-14, costruito da Airbus Defence and Space per la Société Européenne de Satellites, portava con se anche un payload per l’Explorer program della Nasa, chiamato Gold (Global-Scale Observation of the Limb and Disk) e anch’esso destinato all’orbita geostazionaria. Al Yah 3 è stato invece costruito da Orbital ATK per Yahsat, operatore degli Emirati Arabi Uniti, progettato per estendere la copertura commerciale a 20 mercati addizionali, per lo più in Africa e Brasile.

Nel pomeriggio, Arianespace ha emanato una nuova nota comunicando che entrambi gli operatori (Ses e Yahsat) hanno confermato di aver acquisito i satelliti. “Stanno operando in orbita nominalmente (ndr, normalmente), nonostante una deviazione di traiettoria verificatasi durante il lancio VA241”, ha fatto sapere la società. L’anomalia non sembra preoccupare per le future attività dallo spazioporto di Kourou, che proseguiranno come programmato.
Nel frattempo, Arianespace ha istituito una commissione di inchiesta indipendente per accertare le cause dell’anomalia. Opererà in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (Esa) e sarà presieduta dal suo general inspector. “Le prime indagini rivelano – spiega l’azienda – che la situazione è stata prodotta da una deviazione della traiettoria”.

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