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Anche l’Argentina rischia di franare. L’allarme di Amnesty International

Criminalizzazione e discriminazione dei popoli indigeni; passi indietro importanti sui diritti degli immigrati; arresti indiscriminati e donne maltrattate dalla polizia. Sono queste alcune delle criticità più importanti evidenziati in Argentina e sottolineate dal rapporto annuale 2017 di Amnesty International. Sebbene l’organizzazione elogi il governo di Mauricio Macri, (in foto), per alcune nuove normative in materiale di emergenza territoriale e parità di genere, in linee generali è molto critica con l’esecutivo argentino sul rispetto dei diritti umani e civili. Un capitolo del report è dedicato alla morte dell’attivista Santiago Maldonado e l’arresto del leader indigena Milagro Sala.

DETENZIONI INDISCRIMINATE E OMICIDI

“L’Argentina mostra una tendenza preoccupante rispetto alla criminalizzazione della protesta sociale e alla libertà d’espressione”, si legge nel documento di Amnesty International. Il rapporto è una radiografia della situazione di 159 Paesi ma quest’anno ha voluto dare attenzione particolare su quanto sta succedendo in Argentina dopo l’insediamento del presidente Macri: “Ci sono detenzioni indiscriminate che hanno anche portato alla morte di cittadini come Rafael Nahuel e Santiago Maldonado in contesti di proteste sociali”.

ABUSI CONTRO LE DONNE

“Nel 2017 ci sono stati anche picchi di violenza inusitata – aggiunge il report – come la marcia di dicembre contro la riforma delle pensioni, nella quale ci sono stati 120 arresti, centinaia di feriti e almeno cinque persone sono ancora arbitrariamente in carcere, secondo i suoi familiari. […] Durante la protesta della Giornata Internazionale della Donna, molte manifestanti sono state detenute e costrette dalle forze di sicurezza a svestirsi”.

Inoltre, Amnesty International avverte anche sull’aumento degli attacchi contro la libertà d’espressione in Argentina: “Difensori dei diritti umani e giornalisti sono stati aggrediti da cyber attacchi che uniscono falsi account, trolls e bots”.

IL CASO DELLE ARMI

Intanto, questa settimana il governo di Macri pubblicò un decreto per l’acquisto di armi. La decisione di comprare materiale bellico si è mantenuta segreta per “motivi di sicurezza difesa nazionale”. Secondo l’esecutivo, si tratta di armi che saranno messe a disposizione delle forze dell’ordine durante il vertice del G20 programmato a Buenos Aires il 30 novembre e il 1 dicembre del 2018. Ma c’è anche il recente tour dei ministri di Sicurezza e Difesa, Patricia Bullrich e Oscar Aguad, che sono stati negli Stati Uniti per definire l’inizio delle operazioni della Dea contro il narcotraffico e il terrorismo nella zona della provincia Misiones in Argentina.

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