Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Cari leader politici, 110mila leggi vi sembrano poche?

governo cina, democrazia, vincolo valori popolare democrazie, legge, casaleggio, vitalizi, crisi, giochi, terza repubblica, doppio turno politica, Stato

Corruptissima republica plurimae leges, più sono le leggi in una Repubblica, più questa è corrotta. La sentenza è di Tacito, ed è da sperare che non sia vera sino in fondo, altrimenti l’Italia sarebbe davvero una delle repubbliche più corrotte del mondo.

Grazie al pregevole lavoro di digitalizzazione di tutte le leggi emanate dal 1861 ad oggi da parte del Poligrafico dello Stato, finalmente, disponiamo infatti di dati precisi sul numero delle leggi adottate, più di 200mila, e di quelle tutt’ora in vigore, più di 110mila. Si risolve così una disputa in cui in tanti avevano letteralmente dato i numeri: chi parlava di 50mila, chi di 37mila, ma nessuno aveva colto la vera dimensione del fenomeno.

Per fortuna, un forte contributo alla riduzione del numero delle leggi vigenti verrà quando giungerà al governo il candidato premier Luigi Di Maio, che ne taglierà subito 400, ben lo 0,3% del totale. Scherzi a parte, almeno, in qualche modo, i cinquestelle hanno ricordato con una proposta di bandiera che esiste il problema dell’inflazione legislativa, ma mi pare di poter dire che, sostanzialmente, tutti i partiti hanno accantonato quella sorta di autobiografia della nazione italiana che si esprime nella sentenza di Montesquieu secondo cui “le leggi inutili indeboliscono quelle necessarie”.

L’italico modo di legiferare si è espresso infatti in una rumorosa e progressiva sequenza di leggi e leggine inutili (o utili solo a pochi ben individuabili), che man mano indebolivano o indeboliscono quelle necessarie. E così, quella normativa è diventata una giungla dove bisognerebbe addentrarsi un po’ con l’ascia, un po’ col machete, ma anche col bisturi e col temperino, per tagliare, sfoltire e mettere ordine, raggruppando le legislazioni di settore per codici.

C’è poi il problema dei complessi confini di intrecci della giungla normativa nazionale con i boschi della legislazione regionale e con le piogge normative, spesso micro settoriali, che discendono dall’Unione Europea. Nessuno si pone poi il problema di un Parlamento che in molti casi funge da “amministratore”, varando norme-provvedimento più vicine ad atti amministrativi che ad atti legislativi, senza essere dotato delle competenze e delle conoscenze per fare e invadendo così lo spazio del governo e della Pubblica amministrazione. Ma, forse, è troppo pretendere che molti dei nostri politici siano consapevoli dei danni che tutto ciò comporta e, ancor più, che se ne discuta in campagna elettorale.

×

Iscriviti alla newsletter