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Ema, l’anomalia del conflitto di interessi olandese: ma non erano i più trasparenti?

Di Elisabetta Gardini
agenzia europea del farmaco

Sarà un giudice olandese a decidere sul ricorso di Milano contro l’assegnazione della sede dell’Agenzia europea del farmaco ad Amsterdam, che non si è dimostrata pronta ad accogliere l’Ema. È il clichè di sempre: se fosse accaduto a parti invertite ci avrebbero accusati di giocare con il doppio ruolo di controllore e controllato. Si considerano i campioni della trasparenza, ma questo caso dimostra il contrario.

Ed è particolarmente grave perché stiamo parlando di un’agenzia che ha a che vedere con il diritto alla salute di tutti i cittadini europei. Se la sede definitiva non sarà pronta per il prossimo anno alla data del trasferimento, se la sede temporanea non è idonea neanche in termini di spazi, non solo avremo un doppio trasferimento con spreco di denaro pubblico, ma correremo il grave rischio di una minore efficienza di Ema, con conseguenti ritardi nella registrazione di farmaci innovativi e terapie avanzate salvavita, con enormi danni per 500 milioni di persone.

D’altro canto dobbiamo dire che l’Italia, da quando al governo è arrivato Renzi, in Europa non ne ha azzeccate molte. Si è contraddistinta per le assenze: assente per quattro volte consecutive al Consiglio Energia, così come assente al tavolo dove gli spagnoli si sono presi una parte delle nostre quote pesce spada. In pratica chiude questa legislatura, dimostrando in questo molta coerenza, così come l’ha iniziata, lavorando per cause sbagliate e mancando invece quelle che avevano un senso. Ha iniziato battendosi per la nomina di Federica Mogherini a lady Pesc, spendendo tutto il proprio credito politico per ottenere un ruolo “inutile” come osservò in quei giorni anche l’Economist, secondo cui la Germania a volte è forte solo perché si avvale degli errori degli altri grandi Paesi (e citava come esempio proprio la nomina del commissario italiano). E chiude con l’impegno sulle liste transnazionali, che è un tipico esempio di come non stare in Europa.

Il Parlamento Europeo è al momento coinvolto in un processo legislativo ordinario che prevede la codecisione per il regolamento che stabilisce la sede dell’Agenzia Europea del Farmaco: secondo indiscrezioni di stampa parti del dossier sulla candidatura di Amsterdam a sede dell’Agenzia sono state secretate e se questo fosse confermato dovremmo riaffermare la necessità di conoscere ogni dettaglio fornito alla Commissione, così come abbiamo scritto in una missiva indirizzata al presidente del Parlamento Antonio Tajani.

Gli Stati membri avrebbero dovuto ricevere tutte le informazioni per una decisione consapevole, poiché sono state ritenute affidabili le dichiarazioni dei Paesi Bassi di consegnare i locali definitivi entro aprile 2019, senza adeguate verifiche: ecco perché è imprescindibile conoscere tutti gli aspetti della valutazione tecnica.

Secondo quanto deciso dalla Conferenza dei presidenti giovedì scorso, sarà inviata una missione conoscitiva ad Amsterdam, nella sede temporanea e in quella futura dell’Ema, per raccogliere informazioni aggiornate sullo stato di avanzamento del doppio trasferimento e sullo sviluppo del progetto immobiliare. Il fascicolo legislativo sulla delocalizzazione sarà votato a Strasburgo, in sede di commissione ambiente il 12 marzo e in seduta plenaria durante la stessa settimana.
C’è tempo a sufficienza per verificare criticità e sanarle, ma nel rispetto di leggi e Paesi. E senza fughe in avanti.

twitter@EGardini

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