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L’ombra del Cremlino su Washington. I timori della Cia trovano conferma

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Gli Stati Uniti si preparano a vivere le prossime elezioni di medio termine, che si terranno ormai tra pochi mesi, in un clima di grande tensione per i probabili tentativi di inteferenza da parte russa in un contesto politico ed istituzionale già fortemente esacerbato dalle vicende del Russiagate e dalle accuse di contatti con Mosca che nel corso dell’ultimo anno sono piovute su Donald Trump ed il suo team.

Questa volta a rilanciare la notizia, di cui da tempo si discute, non è stata la stampa o qualche analista di settore ma i vertici delle più importanti agenzie di intelligence USA, riuniti dinanzi al Senate Intelligence Committee in occasione della presentazione del Worldwide Threat Assessment of the US Intelligence Community, importante documento di analisi che inquadra e descrive le minacce alla sicurezza nazionale che dovranno essere affrontate dalle agenzie nel corso dei prossimi mesi.

L’unità di vedute da parte della comunità intelligence americana è conferma di quanto già anticipato da uno dei principali esponenti della stessa, Mike Pompeo, direttore della CIA, che nel corso di un recente incontro con i media a Langley ha dichiarato: “Sono più che convinto che i russi continueranno a tentare di interferire nei nostri processi democratici ma sono fiducioso che l’America potrà avere delle elezioni libere ed eque. Respingeremo in un modo adeguato ogni tentativo di ingerenza”.

L’intervento di Pompeo, segnalato da Formiche.net, ha fatto da apripista alle dichiarazioni odierne dei vertici delle agenzie dinanzi alla commissione senatoriale in materia di intelligence.

Alle parole del capo della CIA si sommano le preoccupate osservazioni di Dan Coats, Director of National Intelligence e figura centrale nel coordinamento delle strutture deputate alla raccolta informativa. Coats ha affermato: “Il pericolo di interferenza è pervasivo. I russi hanno una strategia che va ben oltre ciò che sta accadendo oggi nel Paese. Se è vero che hanno sempre provato a fare questo tipo di cose, chiaramente dal 2016 hanno aumentato il loro gioco. Si sono serviti in modo sofisticato dei social media. Questo accade non solo negli Stati Uniti ma anche in referimento ai processi elettorali in Europa e forse altrove”.

Il richiamo alle consultazioni politiche ormai prossime non solo negli Stati Uniti ma anche in Paesi europei come l’Italia getta benzina sul fuoco e rende bene l’idea dello stato di tensione verso qualsiasi tentativo di condizionamento attribuibile a Mosca. La raccolta informativa americana si concetra dunque sui mezzi di informazione, su quelli digitali in maniera particolare, e sulle interconnessioni tra esponenti politici in corsa e persone riconducibili ai servizi del Cremlino.

La risposta della commissione senatoriale alle preoccupazioni avanzate dai vertici dell’intelligence americana è stata particolarmente dura, soprattutto nelle dichiarazioni dei membri democratici che lamentano uno scarso interesse da parte del presidente degli Stati Uniti. Il senatore Mark Warner, democratico e già governatore in Virginia, ha affermato: “Mi domando perchè il presidente Trump non abbia twittato nemmeno un messaggio di preoccupazione su un tema così delicato e importante”.

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