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Aerospazio e difesa, i benefici sono duali ma serve una regia unica

nazionalismo

Investire di più nell’innovazione ed essere sempre più competitivi nel mercato industriale. Il ruolo delle istituzioni risulta essere fondamentale nel raggiungimento di questo scopo e la proposta di italiadecide sull’istituzione di una cabina di regia areospazio difesa è il progetto su cui, in questo momento, è necessario puntare.

Ma anche se in evoluzione, il contesto italiano non è ancora adeguato a garantire la nostra competitività, sia per le condizioni generali delle Pmi, sia per la collaborazione tra imprese e ricerca pubblica e privata, che il Global Index Innovation 2017 posiziona al 57° posto. Nonostante l’Italia sia il secondo Paese manifatturiero in Europa, manca una mentalità imprenditoriale e la cultura del fare impresa. E se la nostra ricerca è dotata di grandi qualità, affronta difficoltà nelle applicazioni pratiche.

Il Rapporto 2018 mostra che il nostro Paese dispone di “fondamentali” di eccellenza in termini di competenze, professionalità, esperienza e asset, sia sul versante militare-difesa sia su quello dual use: un insieme adeguato per essere protagonista proattivo in questo cambio di paradigma che la Ue ha deciso di intraprendere. L’industria maggiormente impegnata sul fronte dei prodotti e servizi duali è quella dell’aerospazio, difesa e sicurezza (AD&S), che in Italia può contare su una filiera che attraversa tutto il Paese, da nord a sud, ad alta intensità tecnologica e manifatturiera di alta gamma, quindi con importante rilevanza dal punto di vista occupazionale e di posizionamento internazionale. Il settore è caratterizzato da elevate barriere all’ingresso e infatti al suo interno opera un numero limitato di grandi gruppi globali: circa l’80% dei ricavi è concentrato in 10 operatori. A livello nazionale, le imprese protagoniste sono partecipate dallo Stato, come Leonardo e Fincantieri.

Non dimentichiamo, inoltre, che le aziende europee del settore aerospazio, difesa e sicurezza nel 2015 hanno consolidato ricavi per 220 miliardi di euro, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente. Aiad è la federazione italiana delle imprese nazionali (oltre 100) che operano nei settori aerospaziale civile e militare, navale e terrestre militare, sicurezza e sistemi elettronici: gli occupati sono quasi 45mila, con un valore della produzione di quasi 14 miliardi di euro. Nonostante la crisi, nel triennio 2012-2015 il settore è cresciuto del 5%, grazie al contributo dell’export (+8,3%), confermando la qualità del prodotto italiano. Il settore dell’AD&S è il secondo in Italia per dimensione e intensità di R&S, con una media di 8,5 brevetti registrati per impresa negli ultimi 10 anni, a fronte di una media nazionale dell’1,5. Uno studio commissionato da Aiad a Prometeia ha calcolato che 1 euro di investimenti in nuovi asset e servizi da parte del ministero della Difesa comporta 2,70 euro di entrate fiscali complessive.

Da qui l’urgente necessità di adeguate politiche di sostegno, ma anche di un nuovo approccio culturale che rimuova la radicata diffidenza nei confronti di tutto ciò che riguarda i temi connessi alla difesa.

Il Rapporto sottolinea come i grandi progetti abbiano sempre comportato molti benefici protratti nel tempo per i Paesi che li hanno lanciati. Un esempio è il progetto Apollo, concepito dagli Stati Uniti per dimostrare la propria superiorità tecnologica su quella sovietica nei campi dell’esplorazione spaziale e della difesa missilistica. L’impresa che portò l’uomo a camminare sulla luna ha messo a punto innovazioni alla base di almeno 30mila oggetti (goretex, velcro, rivestimento in teflon), e ha dato un fortissimo impulso allo sviluppo di tecnologie rivoluzionarie. Un altro esempio è Arpanet, la prima rete di computer collegati tra loro: un progetto militare statunitense che coinvolgeva strutture accademiche, per assicurare la sicurezza fisica della rete, anche nel caso che un missile colpisse uno dei nodi. Nasceva la versione iniziale di Internet. Un terzo esempio, questa volta europeo, è il sistema di posizionamento e navigazione di precisione basato sulla costellazione satellitare Galileo. Avviato nei primi anni 2000 come alternativa autonoma ai sistemi di navigazione satellitare americano Gps e al russo Glonass, Galileo sarà a pieno regime nel 2020, con l’obiettivo di garantire una sovranità europea e quindi indipendenza e autonomia.

A differenza del sistema russo e americano, il progetto europeo è interamente concepito per usi civili e punta a fornire un’accuratezza inferiore ai 10 cm nel posizionamento. Data la costante crescita del mercato dei prodotti e servizi che sfruttano il sistema satellitare – come l’agricoltura di precisione, la gestione integrata del traffico ferroviario, la razionalizzazione di rotte e tempistiche, il risparmio di energia, l’accrescimento della sicurezza e le comunicazioni mobili 5G -, Galileo ha tutte le potenzialità per costituire l’asse portante di una nuova era di sviluppo e crescita per l’Ue. Questo excursus conferma l’equazione: “duale=creazione di valore” e “Industria0+Ricerca=Strategia di un paese che vuole contare e che coltiva ambizioni di crescita”.

Anche in Italia è necessario un grande progetto per modernizzare il Paese: il progetto Casa, avviato dal governo nel settembre 2016, è un piano pluriennale di promozione della sicurezza del territorio a fronte di rischi naturali. Intervenire sulla sicurezza delle nostre case, delle nostre scuole e del nostro patrimonio culturale non significa soltanto ridurre i danni di eventi futuri, ma anche sviluppare implicazioni positive sulla competitività e sulla qualità della vita. Nel Progetto Casa le tecnologie hanno un ruolo fondamentale per raggiungere il fine strategico della messa in sicurezza del paese. La dualità risiede nel fatto di partire dall’utilizzo di strumenti già disponibili in ambito militare (telerilevamento satellitare e aereo, droni, sensori ad alta prestazione) per ottenere risultati in ambito civile (con focus sulla gestione comprensiva del rischio sismico-idrogeologico).

Il progetto Casa può essere il primo grande step di un progetto molto simile a quello che è stato Apollo negli Usa: un volano d’innovazione e sviluppo socio-economico a beneficio di tutto il sistema paese e di tutti i cittadini. Un cantiere all’interno del quale se ne potrebbero aprire altri: reti di comunicazione fisse/mobili di alta sicurezza, un sistema nazionale di early warning dei terremoti, e tecnologie che potrebbero applicarsi ad altri settori, a cominciare da quello medicale. Si tratta di impostare un programma di politiche pubbliche volte a interventi che diano continuità e visibilità a uno sviluppo d’innovazione che, partendo da Casa Italia, produca ammodernamento infrastrutturale utile a un paese che ha già un ruolo di leadership a livello globale e nutre ambizioni di rilancio competitivo e crescita duratura.

Sono “duali” quelle tecnologie che incidono fortemente sia nella vita quotidiana degli individui sia nei sistemi economici e militari delle nazioni: innovazioni oggi molto diffuse – come Internet, i navigatori e i sensori – sono nate per fini militari. Possiamo, quindi, definire il duale come volano dell’innovazione. In campo spaziale il processo di osmosi è stato ancora più evidente: i sistemi di “comando e controllo” balistici, con relativa sensoristica, hanno trovato ampio riuso nella gestione del traffico civile aereo, marittimo e ferroviario. Persino i mezzi dell’aeronautica o della Marina militare possono avere un impiego umanitario, come nelle attività di soccorso in mare dei migranti o nelle operazioni di protezione civile. La linea di distinzione tra civile e militare, insomma, va sfumando, con un’inversione di tendenza rispetto al passato: oggi è il settore industriale della difesa a dipendere sempre più da tecnologie sviluppate in ambito civile, in particolare quelle connesse all’elettronica, alle comunicazione e all’informatica. Gli sviluppi in questi settori – quali le nanotecnologie, i nuovi materiali, le fonti energetiche – costituiscono campi di innovazione irrinunciabili per il mantenimento della crescita economica globale.

Poi senz’altro lo sviluppo di un mercato del venture capital per finanziare le imprese innovative e infine l’avvio di un grande progetto nazionale che preveda l’utilizzo delle tecnologie duali come Casa Italia, un piano pluriennale per la messa in sicurezza del Paese.

UNA GOVERNANCE PER RILANCIARE I FINANZIAMENTI

Senza l’implementazione di una efficace politica Ue per la tecnologia duale e di un mercato interno che ne favorisca la circolazione, l’industria aerospaziale della difesa rischia però di trasformarsi in un gigante dai piedi di argilla. Il divario tra gli investimenti militari degli Stati dell’Unione e quelli delle maggiori potenze mondiali è in crescita. L’Italia dispone di un settore accademico e di un settore industriale in grado di cogliere le opportunità che l’Europa intende offrire sul fronte dell’innovazione in ambito difesa, in chiave duale, e di coniugarle con le iniziative nazionali di rilancio e modernizzazione industriale.

Il Rapporto di italiadecide indica, inoltre, alcune linee di indirizzo per l’elaborazione di una strategia nazionale che affronti le nuove sfide e recuperi i ritardi del nostro paese. Non può esistere un’efficace strategia di sviluppo tecnologico senza un’adeguata forma di “governance” che massimizzi la condivisione della conoscenza e faccia convergere gli interessi dei diversi attori coinvolti sui temi connessi all’innovazione. Un grande passo in avanti è stato realizzato all’interno della Strategia nazionale di specializzazione intelligente: il Comitato interministeriale sulla politica spaziale potrebbe costituire il primo passo per una cabina di regia AD&S, che favorisca l’incontro tra domanda pubblica e offerta, con compiti di indirizzo e in grado di generare circoli virtuosi in materia di R&S. Nell’era della globalizzazione e della digitalizzazione non è pensabile che un’economia moderna possa rimanere ancorata soltanto ai meccanismi e alle risorse pubbliche. Il mercato italiano deve migliorare la sua capacità di attrarre investimenti e di indirizzare i capitali privati verso le imprese innovative.

È di fondamentale importanza incentivare anche in Italia lo sviluppo di condizioni favorevoli alla crescita del venture capital a supporto dello sviluppo di tecnologie duali. Purtroppo il nostro Paese, con una propensione al risparmio tra le più alte dell’Occidente e una propensione al rischio tra le più basse, sconta un gap dimensionale di questo mercato. Il sempre più rapido e diffuso sviluppo della digitalizzazione dei processi pone nuove sfide sul piano della sicurezza (Big data, Industria 4.0, Sanità digitale), ma il processo di maturazione tecnologica del duale – dalla ricerca esplorativa di base fino alla realizzazione del prototipo con relativa messa a punto – è molto impegnativo. Potrebbe quindi essere utile adottare una legislazione e una tassazione incentivante per gli investimenti privati, potenziare gli investitori pubblici e migliorare le connessioni tra gli attori del sistema, anche tramite la creazione di incubatori che aiutino le start-up. È anche importante rimuovere la diffidenza verso ciò che è tecnologicamente difesa-militare, chiarendo come la difesa sia oggi ancor più necessaria anche per compiti in ambito civile. Il dual use potrebbe essere una palestra ideale.

L’Unione europea indica come modello la cosiddetta “tripla elica”, che prevede l’interconnessione dell’attività di ricerca tra università, istituzioni e imprese. Il “dual use” può essere un volano per far crescere un mercato di capitali privati e far decollare il modello della “open innovation”.

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