Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

Da De Gasperi all’IA: come si scrive la storia. Lezioni di futuro
L’Europa (in)difesa. Tutte le mosse di Bruxelles

Leonardo, Fincantieri e la stabilità per la politica industriale del Paese

Di Carlo Anelli

Le settimane che precedono le elezioni politiche in Italia sono quelle che regolarmente mettono in maggior apprensione chi si occupa di industria nel nostro Paese. Il rischio di governi instabili, mina la continuità sui progetti delle aziende, in modo particolare quelle di riferimento pubblico come Leonardo e Fincantieri.

La storia di Fincantieri è segnata da moltissimi momenti difficili, ma gradualmente è riuscita ad uscire dalla crisi rafforzandosi all’estero, operando un grande miglioramento competitivo sui prodotti e sulla crescita professionale. Probabilmente ci sarà ancora molto da fare, ma tutto ciò le ha permesso l’acquisizione di numerose commesse sia nel settore civile che, anche attraverso la legge navale, nel militare con ottimi risultati di borsa.

Leonardo ha intrapreso, prima una strada faticosa di risparmi, ed ora sta avviando un progetto di rilancio che punta su nuovi prodotti e un forte impegno commerciale soprattutto verso l’estero. Purtroppo Leonardo ha sofferto molto per l’indebitamento accumulato e per scelte fatte molti anni fa con accordi e JV internazionali mai sufficientemente supportate dal sistema paese.

Negli ultimi anni siamo stati spettatori di moltissime incursioni di aziende estere ed oggi, tramite Fincantieri, possiamo parlare di uno straordinario successo italiano. Fincantieri era già arrivata all’acquisizione di STX France e subito dopo il governo francese è sceso in campo per aprire ad un ragionamento anche per il settore militare.

A questo punto in Italia sono scattate un’infinità di critiche contro il nazionalismo francese, mentre quell’apertura va colta fino in fondo perché rappresenta una grande opportunità per tutta l’industria della difesa italiana al fine di ritagliarsi un’importante quota di mercato internazionale.

Perdere questa opportunità sarebbe autolesionismo e un governo forte e stabile sarebbe determinante per il risultato completo dell’operazione, al contrario, si limiterebbero le realtà per la difesa al solo mercato domestico e si lascerebbe ad altri paesi europei la leva della difesa integrata.

Già diverse gare sono partecipate congiuntamente e va sottolineato l’impegno francese per il militare con un budget di spesa fino al 2025 di 295 miliardi. Fincantieri è prime contractor per l’acquisizione di commesse navali; ed è riconosciuta da tutte le marine militari e da tutte le società armatoriali del mondo.

Su tutte le navi militari costruite da Fincantieri, ci sono i prodotti Leonardo che dall’accordo trarrebbe importanti benefici proprio per i progetti innovativi che ha in programma.

Per le aziende e le divisioni di Leonardo molti giochi sono già determinati dalle JV e dagli accordi del passato, come l’azionariato di Mbda e le vicissitudini di Wass, mentre la ex Oto Melara, i Radar e i sistemi per la difesa ne beneficerebbero inevitabilmente.

Purtroppo, anziché affrettarsi a completare l’accordo, la discussione pubblica si sta sviluppando più all’interno dei nostri confini con la proposta fatta da Leonardo che vorrebbe far sviluppare l’accordo italo francese dalla società Orizzonte Sistemi Navali.

Orizzonte Sistemi Navali è una società con il 51% di azioni Fincantieri ed il 49% Leonardo. Di fatto questa società è stata utilizzata in passato come integratore dei prodotti provenienti dai due gruppi, e quindi con missioni diverse. Viene il dubbio che dietro a questa proposta vi sia di fatto il tentativo di modificare il rapporto con Fincantieri da partner privilegiato a socio paritario nell’ambito dell’operazione complessiva.

×

Iscriviti alla newsletter

LE NOSTRE RIVISTE

formiche AirPress decode39 healthcarepolicy

SEGUICI SUI SOCIAL