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Più utili, meno sofferenze. Il piano al 2021 di Intesa San Paolo

messina

Sviluppo del wealth management e del business assicurativo e su una significativa riduzione dei crediti deteriorati con l’obiettivo di mantenere solida e sostenibile la creazione di valore per gli azionisti. Questi i cardini del piano 2018-2021 di Intesa Sanpaolo, presentato questa mattina a Milano dal ceo Carlo Messina (nella foto), dopo l’ok ai conti 2017.

TRA UTILE E DIVIDENDI

Prima indicazione, l’utile al 2021: 6 miliardi di euro rispetto ai 3,8 miliardi del 2017. Previsto anche il dimezzamento dell’importo dei crediti deteriorati al lordo delle rettifiche, da 52,1 miliardi nel 2017 a 26,4 miliardi di euro, e a 12,1 miliardi al netto. L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti alla clientela totali scenderà al lordo di rettifiche dall’11,9% al 6% e al 2,9% al netto. Le rettifiche nette su crediti passeranno a 1,8 miliardi nel 2021 da 3,3 miliardi nel 2017. Altro fronte, i dividendi: previste cedole cash con payout ratio dell’85% per il 2018, dell’80% per il 2019, del 75% per il 2020 e del 70% per il 2021. Nel 2021 il rote è visto al 14,6%, dal 9,3% del 2017, il Roe al 12,4% dal 7,9% del 2017, con un common equity tier 1 pari al 13,1% includendo gli impatti regolamentari anche di Basilea IV.

COSTI SOTTO CONTROLLO

Gli altri dati di sintesi del piano al 2021, oltre all’utile netto di 6 miliardi, indicano proventi operativi netti a 20,8 miliardi (17,8 nel 2017), un risultato della gestione operativa di 11,4 miliardi (da 8 miliardi), un risultato corrente lordo di 9,5 miliardi, in crescita del 13,5% medio annuo sui 9,5 miliardi del 2017. Nel dettaglio gli interessi netti saliranno a 8,3 miliardi dai 7,4 miliardi dello scorso anno e le commissioni nette sono destinate a salire a 10 miliardi dagli 8,1 miliardi del 2017. L’istituto guidato da Messina intende contenere ulteriormente i costi. Su questo fronte, nell’arco di piano vengono indicati risparmi per circa 1,5 miliardi, con i costi operativi che dovrebbero scendere a 9,5 miliardi dai 9,8 miliardI di fine 2017. Il che si tradurrà in un miglioramento del cost/income al 45,4% a fine piano, dal 55,1% del 2017.

OBIETTIVO DIGITALE

Tra i fattori chiave che determineranno il sostanziale miglioramento degli economics dell’istituto, Intesa Sanpaolo indica persone e digitale. Il sentiero di crescita della banca nei prossimi anni prevede investimenti per 5,8 miliardi, di cui 2,8 miliardi per completare la trasformazione digitale e 1 miliardo per l’aggiornamento del personale (verranno erogate circa 11,9 milioni di ore di formazione entro il 2021).

IL RIASSETTO DELLA RETE

In programma poi anche l’uscita volontaria di 9 mila dipendenti e l’assunzione di 1.650 nuove persone, mentre per quanto riguarda gli sportelli è prevista la riduzione di 1.100 filiali, l’ottimizzazione del portafoglio immobiliare e il calo delle spese amministrative. Il riferimento è all’accordo sindacale, raggiunto a fine 2017, sulle uscite volontarie da realizzare entro giugno 2020, che porteranno a regime a un risparmio di 675 milioni di euro sui costi del personale.

TUTTE LE FUSIONI DI INTESA

È stata anche pianificata la la fusione di 12 società bancarie controllate nella capogruppo, mantenendo i relativi marchi: si tratta di Cr Firenze, Carisbo, Cariromagna, Banco di Napoli, Cr Pistoia e Lucchesia, Cr Veneto, Cr Friuli Venezia Giulia, Banca Nuova, Banca Apulia, Banca Prossima, Banca Imi, Mediocredito Italiano. Infine sarà creata una società ad hoc, Isp City, per la gestione del portafoglio immobiliare.

NUOVE REGOLE, MESSINA RASSICURA

“Non riteniamo che vi saranno minacce dall’impatto della regolamentazione nell’orizzonte del piano” ha assicurato Messina, nel corso della presentazione agli analisti del piano. “Continueremo a essere una banca con una forte patrimonializzazione anche in caso di impatti regolamentari – ha aggiunto – Con il nuovo piano si apre una nuova storia di crescita: vogliamo costruire la banca numero uno in Europa su basi e valori solidi”.

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