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Il secondo shutdown è già finito. Così Casa Bianca e Congresso hanno trovato l’intesa sul budget

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Alla fine gli Stati Uniti hanno evitato un secondo shutdown — la chiusura della gran parte degli uffici federali non prioritari — nel giro di poche settimane, approvando la legge di bilancio. L’ultima interruzione era stata risolta con una decisione temporanea, con una scadenza inizialmente saltata per l’eloquio ostruzionista del senatore repubblicano anti-trumpiano Rand Paul.

L’approvazione decisiva è arrivata dopo la scadenza, portando comunque a uno shutdown di alcune ore, dopo la mezzanotte a Washington (quando in Italia erano le 6 di mattina). Il presidente Donald Trump firmerà il provvedimento — che prima è passato alla Camera e poche ore dopo al Senato — in  modo da farlo entrare in vigore subito.

Nella nuova legge c’è un aumento della spesa pubblica (prevista fino a marzo del prossimo anno) che è il motivo per cui l’approvazione è entrata in stallo. Su questo, per esempio, è ruotato il lungo intervento di Paul, il quale si opponeva a una legge con aumento di spesa: “Mi sono candidato perché ero molto critico nei confronti del debito da migliaia di miliardi di dollari lasciato da Obama. Ora abbiamo i Repubblicani che, mano nella mano con i Democratici, ci offrono altri debiti”.

Anche se la stragrande maggioranza dei dettagli non è ancora nota, si sa che i congressisti Repubblicani e Democratici si sono accordati su un punto di mediazione: maggiore spesa militare (80 miliardi quest’anno e di 85 miliardi nel 2019 che daranno al segretario Jim Mattis “ciò di cui ha bisogno per mantenere l’America grande”, ha twittato il presidente) e aumento della spesa interna (da investire in politiche che potremmo definire di welfare) come da richiesta dai Dem.

Un riassetto politico del corso dell’amministrazione, su cui di fatto il presidente può vendersi più come l’artista del deal, che come il leader forte che piace ai suoi fan più sfegatati. Alla fine Trump ha firmato la legge prima dell’inizio della giornata lavorativa (ora dell’East Coast) e lo shutdown è rimasto solo sulla carta.

La legge non riguarda il tema dell’immigrazione e delle tutele per i “Dreamers”, i 700mila immigrati irregolari arrivati negli Stati Uniti quando erano bambini — entrati insieme ai loro genitori, protetti da un programma dell’amministrazione Obama, il Daca (“Deferred Action for Childhoo Arrivals”), ufficialmente cancellato da Trump nel settembre scorso, lasciando quelle persone senza una via d’uscita legale. Sia la Casa Bianca che i democratici avevano finora sostenuto che un accordo sui Dreamers era un argomento centrale per l’approvazine del bilancio.

 

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