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Vaccini. Quando la campagna elettorale passa per la salute dei bambini

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Il conflitto politico sui vaccini obbligatori trova terreno fertile in campagna elettorale. Protagonisti Virginia Raggi, Matteo Salvini e Beatrice Lorenzin.

La sindaca di Roma Virginia Raggi ha inviato una lettera al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nella quale afferma che non è giusto per i bambini rischiare di essere cacciati dalle scuole, accusando il ministro e il Pd di speculare “sui diritti dei bambini per mero interesse elettorale”.

La risposta al sindaco della capitale non si è fatta attendere. Matteo Renzi è intervenuto durante la presentazione del programma elettorale sostenendo: “Il dibattito sui vaccini è allucinante” con i leader di Lega Nord e M5S “che assieme mettono in discussione la legge sui vaccini, che dovrebbe invece star fuori dalla campagna elettorale. Continuare a usare il tema dei vaccini è un principio di inciviltà”.

Renzi ha citato Matteo Salvini perché il leghista ha subito dato ragione alla Raggi, cavalcando anche lui una questione che sembra stargli particolarmente a cuore. “Sì – ha detto il leader della Lega – non si possono discriminare bambini, mamme, padri e famiglie in base a una legge, secondo me, sbagliata”. Rincarando quindi ciò che aveva sostenuto in un tweet agli inizi di gennaio: “Cancelleremo norme Lorenzin. Vaccini sì obbligo no”.

“Per colpa della Lorenzin e dei ritardi nelle prenotazioni della Regione Lazio, da marzo i bambini ancora in attesa della vaccinazione rischiano di essere cacciati dai nidi e dalle scuole di infanzia per i restanti quattro mesi di questo anno scolastico ed educativo” ha scritto su Facebook Virginia Raggi. “I loro diritti, invece, vanno tutelati. I genitori e i loro figli non possono pagare così duramente le lungaggini burocratiche di un decreto scritto male e le inesattezze di circolari confuse. Mi riferisco alle lunghissime attese, alle liste interminabili alle Asl e negli ospedali che tutti conosciamo ad eccezione – a quanto pare – del ministro alla Salute”.

Un duro attacco non solo al principio dell’obbligatorietà dei vaccini, legge voluta dall’esecutivo, ma anche a tutta la macchina organizzativa che si è messa in moto in questi mesi.

Ma anche il ministro Lorenzin ha risposto alle accuse, affermando: “Non è la sindaca Raggi o un’amministrazione comunale che decide in materia di virus e batteri, ma la legge nazionale e la comunità scientifica”, inviando una lettera di chiarimenti dove conclude che non può “non evidenziare che il percorso interpretativo proposto dalla S. V. si pone in palese violazione della legislazione vigente e con le rilevanti finalità di prevenzione e tutela del diritto costituzionale alla tutela della salute”.

E proprio dalla comunità scientifica si è elevata di nuovo la voce del medico Roberto Burioni che in un post su Facebook, dove è molto seguito, ha scritto oggi che “l’obbligo vaccinale sembra funzionare benissimo. Sono appena arrivati i dati della Puglia, che vanno oltre ogni aspettativa”. “Dall’entrata in vigore della legge la copertura contro il morbillo è salita in media nella regione di oltre il 6% (sei per cento!!!!) e nella provincia di Bari addirittura dell’11 per cento, balzando sopra il 95%. Certo, ancora non possiamo dire di avere vinto, ma questi dati – seppur preliminari – sono davvero lusinghieri. Speriamo tra qualche anno di potere togliere l’obbligo se le cose continueranno ad andare così bene. Il ministero dovrebbe fare di tutto per assecondare e facilitare chi sta recuperando il tempo perduto, e allo stesso tempo informare e tranquillizzare gli indecisi. Non sono certo che stia avvenendo come dovrebbe. Peccato, perché potrebbe essere una grande vittoria di civiltà per tutti noi”.

E sempre Burioni nei giorni in cui Salvini esternava la volontà di togliere la obbligatorietà dei vaccini, qualora riuscisse a governare l’Italia, usò parole molto dure nei suoi confronti: “È ufficiale: abbiamo un nuovo immunologo. Salvini ha appena detto ‘dieci vaccini obbligatori sono un rischio enorme’. Ora vorrei capire. I ‘dieci vaccini’ vengono usati con le stesse dosi e con le stesse tempistiche in tutto il mondo, in quanto sono ritenuti indispensabili per la salute pubblica, e in tutto il mondo vengono ritenuti sicurissimi ed efficaci. Diventano pericolosi in Italia a causa del clima, della latitudine, dell’associazione con la pasta e il prosecco oppure è l’obbligo che li rende inaspettatamente pericolosi?”.

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