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Sanzioni a Mosca, ecco chi esulta e chi mugugna per la decisione del Consiglio Ue

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Il nuovo round di sanzioni contro il Cremlino? Aiuterà la nostra economia. Così il quotidiano russo più vicino alle fonti governative di Mosca Russia Today reagisce a caldo al pacchetto di sanzioni confermato dal Consiglio Europeo fino a settembre 2018. Al congelamento dei conti di 150 individui e 38 aziende si sommeranno le restrizioni di viaggio e le “sanzioni economiche riguardanti settori specifici dell’economia russa”, oltre a misure restrittive per “l’annessione illegale” della Crimea e di Sebastopoli, fanno sapere da Bruxelles.

RUSSIA TODAY: FARANNO BENE ALLA NOSTRA ECONOMIA

“Una mossa facilmente prevedibile, perché l’Unione Europea non è un soggetto indipendente nella politica internazionale, rimane sotto il rigido controllo degli Stati Uniti” ha commentato a caldo Mikhail Yemelyanov, vice-presidente del partito di opposizione Fair Russia, citato da Russia Today. Il membro della Duma definisce le misure dell’Unione “non critiche”, e anzi scorge nel nuovo giro di vite una possibilità di crescita per la Federazione Russa. “Se guardiamo come la nostra economia è finanziata, il tasso della Banca centrale russa è molto più importante delle sanzioni europee” ha dichiarato al sito Regnum. Sarà il settore agricolo russo, ha aggiunto, a beneficiare dell’apertura di nuovi mercati: “credo sia un evento positivo, perché contribuirà allo sviluppo della nostra agricoltura e al rimpiazzo delle nostre importazioni”.

Lo stesso RT ha pubblicato poi, a poche ore dal rilascio del comunicato stampa del Consiglio Ue, un articolo che invita a guardare con ottimismo alle frizioni commerciali con l’Ue. Se la Russia sta rafforzando la sua posizione sul mercato globale, specie in quello agroalimentare, si legge, è “soprattutto grazie alla reazione del governo alle sanzioni internazionali “. Una suggestione che nasce dalle dichiarazioni del direttore del Dipartimento dell’industria alimentare, Yevgeny Akhlashev, che si è spinto a lodare la sostituzione delle importazioni fino a dirsi sicuro che “l’export potrebbe raddoppiare entro il 2025”.

PUTIN CHIUDE LA CAMPAGNA IN CRIMEA, L’IRA DI POROSCHENKO

Nel frattempo il presidente della Federazione russa Vladimir Putin appare poco turbato dal nuovo round di sanzioni annunciato da Bruxelles. Per tutta risposta, ha annunciato il canale russo Dozhd, il 14 marzo concluderà il suo tour elettorale proprio in Crimea, a Sebastopoli, all’alba delle elezioni presidenziali di domenica 18 marzo, giorno in cui peraltro ricorre l’anniversario dell’annessione della regione al Cremlino.

Il presidente ucraino Petro Poroschenko, riporta l’agenzia Unian, ha tuonato contro Mosca: Kiev non riconoscerà le elezioni russe che si terranno in Crimea, e anzi imporrà sanzioni nei confronti di chi prenderà parte al “falso voto che si terrà nei territori temporaneamente occupati”. Nella conferenza stampa congiunta con l’alto rappresentante Ue Federica Mogherini Poroshenko ha inoltre chiesto a Bruxelles un più deciso intervento a difesa dell’integrità dell’Ucraina: “E’ giunto il momento di facilitare la consegna di armi difensive da parte degli Stati membri dell’UE all’Ucraina in conformità con le leggi nazionali e internazionali”.

LE REAZIONI ITALIANE

Se a Mosca non sembrano preoccupare le nuove sanzioni Ue, in Italia si sono già levate voci indignate per il pugno di ferro di Bruxelles. La più rumorosa, al momento, è quella della presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. “Incredibile. L’Europa proroga di altri 6 mesi le Sanzioni economiche contro la Russia che massacrano il Made in Italy” ha scritto su facebook, promettendo poi: “nell’Italia che vogliamo, il Governo non cede ai ricatti di Bruxelles e difende le imprese italiane”. Alla denuncia della Meloni si aggiunge quella dell’eurodeputato forzista Stefano Maullu, che definisce la decisione del Consiglio “una mossa folle, assurda, controproducente” : “Nonostante abbiano inferto danni pesantissimi all’economia nazionale italiana, con significative riduzioni annuali in termini di export – circa 1 miliardo nel 2014, 3 nel 2015 e addirittura 4 nel 2016 – l’Europa ha deciso di prorogare di altri 6 mesi le sanzioni economiche alla Federazione Russa”.

 

 

 

 

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