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La differenza fra gioventù e giovani? La spiega Papa Francesco. Così

PAPA FRANCESCO, pace

“Questa riunione pre-sinodale vuol essere segno di qualcosa di grande: la volontà della Chiesa di mettersi in ascolto di tutti i giovani nessuno escluso”. Con queste parole Papa Francesco si è rivolto ai giovani dei cinque continenti che si sono ritrovati durante la riunione pre-Sinodo che si è tenuta oggi nel pontificio collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae di Roma. “La gioventù non esiste – ha spiegato il pontefice -, esistono i giovani con le loro storie, che la Chiesa vuole ascoltare”, senza strumentalizzazioni e lontano da una “artificiale giovano-filia”.

I GIOVANI AL CENTRO

“Nei momenti difficili, il Signore fa andare avanti la storia con i giovani – spiega il pontefice -. Dicono la verità, non hanno vergogna. Non dico che sono ‘svergognati’ ma non hanno vergogna e dicono la verità”. Troppo spesso, però, i giovani vengono strumentalizzati senza aprire un vero e proprio dialogo, sottolinea il Papa. “Anche le migliori analisi sul mondo giovanile, pur essendo utili – sono utili –, non sostituiscono la necessità dell’incontro faccia a faccia”. Tanti articoli, continua il pontefice, parlano della “giovantù di oggi”, ma “vorrei dirvi una cosa – aggiunge -: la gioventù non esiste! Esistono i giovani, storie, volti, sguardi, illusioni. Esistono i giovani”.

“Qualcuno pensa che sarebbe più facile tenervi ‘a distanza di sicurezza’ – prosegue ancora -, così da non farsi provocare da voi. Ma non basta scambiarsi qualche messaggino o condividere foto simpatiche. I giovani vanno presi sul serio! Mi sembra che siamo circondati da una cultura che, se da una parte idolatra la giovinezza cercando di non farla passare mai, dall’altra esclude tanti giovani dall’essere protagonisti. È la filosofia del trucco. Le persone crescono e cercano di truccarsi per sembrare più giovani, ma i giovani non li lascia crescere”.

LO SCOPO DEL SINODO

È fondamentale, ha sottolineato Papa Francesco, ascoltare le giovani generazioni, ma “non per fare politica o per una artificiale ‘giovano-filia’, ma perché abbiamo noi bisogno di capire meglio cosa Dio e la storia ci sta chiedendo. Se mancate voi – ha sottolineato -, ci manca una parte dell’accesso a Dio”. Ed è per questo, ha aggiunto, che “il prossimo Sinodo si propone in particolare di sviluppare le condizioni perché i giovani siano accompagnati con passione e competenza nel discernimento vocazionale, cioè nel riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza”, ha spiegato il Papa citando il documento preparatorio: “Tutti noi abbiamo questa chiamata. Questa è la certezza di fondo: Dio ama ciascuno e a ciascuno rivolge personalmente una chiamata. È un dono che, quando lo si scopre, riempie di gioia. Siatene certi: Dio ha fiducia in voi, vi ama e vi chiama. E da parte sua non verrà meno, perché è fedele e crede davvero in voi. Vi rivolge la domanda che un giorno fece ai primi discepoli: ‘Che cosa cercate?'”. “Anche io ve lo domando”, ha proseguito Francesco a braccio: “Cosa cerchi nella tua vita? Dillo, ci farà bene ascoltarlo. Di questo abbiamo bisogno, di sentire il vostro cammino nella vita”.

IL LAVORO E LA PRECARIETÀ

“Se non sbaglio il tasso di disoccupazione giovanile qui in Italia dai 25 anni in su è verso il 35%. In un altro Paese d’Europa, confinante con l’Italia, 47%. In un altro Paese d’Europa vicino all’Italia, più del 50%. Cosa fa un giovane che non trova lavoro?”. Ha chiesto il Papa nel corso dell’incontro con i giovani. “Si ammala – ha risposto il Papa -, la depressione, cade nelle dipendenze, si suicida – fa pensare: le statistiche di suicidio giovanile sono tutte truccate, tutte – sottolinea ancora il pontefice -, ma è un modo di suicidarsi. O prende l’aereo e va in una città che non voglio nominare e si arruola nell’Isis o in uno di questi movimenti guerriglieri. Almeno ha un senso da vivere e avrà uno stipendio mensile”.

DIALOGO PER COMPRENDERE

Rispondendo a un seminarista su come rapportarsi con i ragazzi ch si tatuano, il Papa ha sottolineato l’iportanza del dialogo, esortando a porre domande a chi si ha di fronte. “Tu giovane che ti sei tatuato così – spiega Francesco -, cosa cerchi? In quel tatuaggio quale appartenenza cerchi? E incominciare a dialogare e da lì si arriva alla cultura dei giovani. Con i giovani non bisogna mai spaventarsi. Sempre, dietro le cose non tanto buone, c’è qualcosa che ci farà arrivare a qualche verità”.

NO ALLA PROSTITUZIONE

Il pontefice ha poi esortato i giovani a porre fine alla pratica della prostituzione. “La prostituzione – ha detto il pontefice davanti ai 300 giovani – è un problema grave: vorrei che i giovani lottassero contro questa pratica. Per favore: chi ha questa abitudine, la tagli!”. “Chi va con le prostitute è un criminale – accusa il Pontefice – Questo non è fare l’amore, questo è torturare una donna: non confondiamo i due termini”, tiene a specificare il Pontefice.

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