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Perché la visita di MBS in Egitto merita grande attenzione

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La scelta del principe ereditario saudita, Mohammad bin Salman, di visitare la principale cattedrale copta del Cairo, San Marco, insieme al patriarca, il papa copto Twardos, ha un grande valore in sé oltre che per quel che Mbs, come viene chiamato da tutti i media, ha ritenuto di dire. Se l’incontro in sé non è senza precedenti, visto che l’attuale monarca saudita ha incontrato recentemente Twardos, è una novità assoluta che alto esponente della famiglia reale saudita, erede designato al trono, vice primo ministro e ministro della difesa, abbia visitato una Cattedrale copta, e che in tale occasione abbia invitato Twardos a visitare Riad, e con lui abbia esteso l’invito a recarsi nel paese ai copti d’Egitto.

Il rilievo del passo del principe della corona saudita sta innanzitutto nella difficilissima situazione dei copti e dei loro luoghi di culto, entrambi da anni nel mirino dei gruppi terroristi legati all’Isis. Dunque in Egitto non pochi avranno avuto l’impressione di un attestato pubblico di solidarietà, per questo l’ invito a recarsi a Riad ha rilievo politico, culturale e religioso.

Proprio questo può essere il motivo che ha indotto Twardos, stando a quanto riferiscono i giornali egiziani, a congratularsi con il suo interlocutore per il nuovo corso saudita, che aiuterà “ a sconfiggere la violenza e il terrorismo”, vera piaga regionale. Twardos, che ha dato il benvenuto all’ospite definendo l’Egitto “la sua seconda casa” e ha riferito che il numero due saudita avrebbe espresso il suo affetto per i copti, non è stato l’unico esponente copto a commentare la visita: il portavoce della cattedrale di San Marco, padre Butros Halim, ha aggiunto in una dichiarazione al giornale pan-arabo al-Shark al-Awsat che “questo incontro dimostra i valori di tolleranza e amore che legano l’Arabia Saudita e l’Egitto.”

Molto apprezzato in ambienti politici e culturali copti, l’incontro in cattedrale non è stato l’unico passo rilevante. Ha rilievo anche la scelta di Mohammad bin Salman di incontrare il grande imam di al Azhar, quell’ al- Tayyeb che non esprime soltanto una linea di netta condanna del terrorismo, ma anche di allontanamento da quel wahhabismo, puritano e discriminatorio, che a Riad ha da tantissimo la sua casa madre. Sono passi che contano e che è giusto sottolineare, e pensando a una possibile visita a Riad del papa copto, Twardos, non può non tornare alla mente la recente visita a Riad, senza precedenti nella storia saudita, del cardinale e patriarca maronita Beshara Rai. In quell’occasione si videro per la prima volta tre vescovi entrare a palazzo reale con tanto di croci pettorali appese al collo. Un nuovo inizio che potrebbe dunque essere presto bissato da Twardos, se l’invito formulato dall’uomo forte di Riad e ripreso da molti giornali arabi avesse rapidamente seguito.

Certamente sorprende anche l’idea che Mohammad bin Salman abbia voluto invitare anche i copti genericamente intesi a visitare il suo paese. Una frase che non è passata inosservata ai media locali.

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