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Sarà Larry Kudlow, ex commentatore conservatore della Cnbc, il nuovo consigliere economico di Trump

Meno di quarantotto ore dopo il licenziamento via Twitter di Rex Tillerson, non si ferma il giro di nomine della Casa Bianca. Larry Kudlow, 70 anni, rimpiazzerà l’ex Goldman Sachs Gary Cohn come consigliere economico del presidente, l’ultimo alfiere del libero commercio che era rimasto alla Casa Bianca, licenziatosi la scorsa settimana in disaccordo con la decisione di Trump di imporre tariffe sugli import di acciaio e alluminio.

L’annuncio ufficiale dovrebbe avvenire nella giornata di giovedì. Quando il presidente tornerà dal suo viaggio in California e Missouri. Dalla Casa Bianca, la portavoce di Larry Kudlow, ha comunque fatto sapere che “Larry Kudlow ha accettato la posizione di consigliere economico nazionale.Lavoreremo per una transizione ordinata”, ha spiegato la Sanders.

I più vicini al presidente spiegano la scelta con motivazioni di affinità personale, oltre che politica, tra Trump e il nuovo consigliere.

Questo sembra infatti il criterio principale con il quale Trump sta scegliendo i nuovi membri del suo entourage. Una certa mancanza di affinità a livello umano, oltre che delle divergenze su certi temi chiave, come ad esempio l’Iran deal, è stata infatti sicuramente alla base dell’allontanamento di Tillerson

Kurdlow, che viene dal New Jersey, come Trump ha avuto una carriera a cavallo tra politica, mondo dello spettacolo e business, e con il presidente ha in comune un carattere fumantino e, a quanto sembra, una passione per le cravatte dai colori luminosi.

Kudlow è già molto noto negli ambienti repubblicani. È stato consigliere di Trump durante la campagna elettorale del 2016 e ha lavorato a stretto contatto con il Segretario del Tesoro Steven Mnuchin per l’elaborazione di un progetto di riforma fiscale del Partito Repubblicano, dimostrandosi un deciso sostenitore di tagli consistenti delle imposte.

“Conosco Kudlow da tanto tempo – ha detto Trump ai cronisti mentre era diretto in California – non siamo d’accordo su tutto, ma in questo caso penso sia una cosa buona. Io voglio avere delle opinioni divergenti. Siamo d’accordo su un sacco di cose”.

Il tycoon ha anche tenuto a aggiungere alcuni particolari più personali della sua relazione con Kudlow. “Larry è un mio amico da molto tempo. Mi ha supportato sin dall’inizio della mia campagna. Forse è stato il primo, penso sia stato uno dei miei sostenitori originari. È un uomo molto, molto talentuoso, un brav’uomo”.

Tuttavia, non si può dire che Kudlow sia stato un fan delle ultime decisioni di politica economica della Casa Bianca. Nelle sue apparizioni sui media delle ultime settimane, il neo-consigliere è stato molto critico rispetto alle misure che hanno imposto i dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio. Coloro che hanno seguito la nomina da vicino hanno fatto filtrare che, sebbene vi siano effettivamente delle divergenze sulla politica commerciale, Kudlow e Trump hanno la stessa idea dell’economia.

Una visione comune sembra senz’altro esserci riguardo la riforma fiscale, sinora il fiore all’occhiello della policy economica dell’attuale amministrazione. “Quando una politica di riduzione delle imposte – ha scritto Kudlow a Febbraio – non c’è ragione per cui l’economia non possa crescere al 3 o 4% per un periodo prolungato”.

Da sempre un grande sostenitore delle politiche economiche ultra liberiste orientate al lato dell’offerta, il nuovo Consigliere economico della Casa Bianca nella sua carriera è stato protagonista di qualche scivolone, come quando predisse che gli aumenti delle imposte decisi dall’amministrazione Clinton avrebbero prodotto dei risultati disastrosi, per poi venire clamorosamente smentito da una crescita sostenuta per buona parte degli anni ’90 e da un bilancio federale che si è presentato in surplus all’alba del nuovo millennio.

Ancora più controverso è stato un suo editoriale del dicembre 2007, poco prima dello scoppio della più grave crisi finanziaria che abbia colpito l’economia americana. “Non c’è nessuna recessione in arrivo. I pessimisti avevano torto. Non accadrà”, aveva scritto Kudlow, forse troppo avventatamente.

Da parte sua, Kudlow può vantare una già consolidata rete di contatti all’interno della Casa Bianca. Oltre a godere di rapporti amichevoli con il falco Peter Navarro, consigliere commerciale del presidente, definito “un caro amico” in una recente intervista, Kudlow ha già lavorato con il senior advisor Kellyanne Conway.

Kudlow è stato anche parte del team economico dell’ex presidente repubblicano Ronald Reagan e ha lavorato per anni a Wall Street come economista aziendale. Tuttavia, deve la sua notorietà al grande pubblico alla sua esperienza televisiva alla Cnbc, dove conduceva il programma “The Kudlow Report”, durante il quale intervistava leader repubblicani e candidati alla presidenza.

Insomma, con la nomina di Kudlow al posto di Gary Cohan, si conferma la sensazione che Trump stia cercando di costruire una squadra a sua immagine e somiglianza per il suo secondo anno di presidenza, per liberarsi di tutti gli ostacoli rappresentati dalle personalità più mainstream del suo team, vedi Tillerson, che secondo il presidente hanno impedito alle sue policy di dispiegare tutti i loro effetti.

I mercati, da parte loro, attendono per ora timorosi, per capire dove porterà la guerra dei dazi che Trump ha ingaggiato contro rivali e supposti alleati.

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