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L’intesa Salvini-Di Maio? Il sogno di Bannon diventa realtà. Parla Williams (Breitbart)

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La partita per la presidenza delle Camere si è chiusa. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ancora una volta usciti vincitori, giurano solennemente che l’accordo trovato sui nomi di Elisabetta Casellati e Roberto Fico non ha nulla a che vedere con la strategia per Palazzo Chigi. La sensazione però è che il sogno di Steve Bannon, l’ex capo stratega di Donald Trump, non sia lontano dall’avverarsi: due partiti anti-establishment al governo per dare una scossa a Bruxelles. “Steve è molto contento dei risultati delle elezioni” confida a Formiche.net Thomas Williams, corrispondente a Roma di Breitbart News, il sito di informazione fondato da Bannon che ha giocato un ruolo tutt’altro che secondario nella campagna presidenziale di Trump. Ma rimangono evidenti “le grandissime difficoltà nell’arrivare a un modus vivendi per governare insieme”. Dall’elezione dei presidenti di Camera e Senato ai segreti del successo di Lega e M5S fino allo scandalo Cambridge Analytica, Williams, con una pacatezza non comune fra le firme di Breitbart, non si è sottratto a nessuna domanda. Una sola eccezione: non può rivelare nulla sull’incontro segreto cui ha preso parte a Milano lo scorso 8 marzo assieme a Bannon e Matteo Salvini, perché “questi erano i patti”.

Fico alla Camera e Casellati al Senato. È una vittoria di Lega e Cinque Stelle?

Certamente è una vittoria totale per il Movimento 5 Stelle, che è riuscito a blindare un suo uomo alla Camera. Ho qualche dubbio sulla Lega, perché la Casellati non è una di loro ed è una fedelissima di Berlusconi. Certamente Salvini ha incassato una piccola vittoria mettendo in stallo la candidatura forzista di Paolo Romani.

Salvini dimostra di sapersi muovere bene nei palazzi istituzionali, oltre che nelle piazze.

Senza dubbio. Salvini ha sfatato molti dei pregiudizi contro di lui, mostrandosi flessibile e capace di dialogare e ragionare con le altre forze politiche. Un vero leader, non un demagogo capace solo di lanciare pietre.

Superato lo scoglio delle presidenze la strada è spianata per un governo Lega-M5S?

Dipende dalla loro strategia di lungo periodo. Non credo che sia scontato che i Cinque Stelle vogliano entrare in una coalizione con la Lega, se non a determinate condizioni. Se Salvini e Di Maio stringeranno un patto per il governo accetteranno di governare in una posizione di relativa debolezza, perché si tratterebbe di una coalizione fortemente frammentata, ci sono divergenze fortissime soprattutto sul programma economico e la gestione dell’immigrazione.

Un governo di partiti anti-establishment. Il sogno di Steve Bannon sta per divenire realtà?

Steve Bannon è molto contento dei risultati delle elezioni, soprattutto per l’impatto che hanno avuto sul vecchio establishment, che è stato totalmente respinto dagli elettori. Questo in sé è stato per lui un grande trionfo. Un governo Lega-Cinque Stelle rimane un sogno per Bannon, che però comprende perfettamente le grandissime difficoltà nell’arrivare a un modus vivendi fra di loro per governare il Paese.

Se il sogno di Bannon si avverasse come cambierebbero i rapporti del nuovo governo italiano con l’amministrazione Trump rispetto all’esecutivo di centrosinistra?

C’è molta più compatibilità. Trump era pronto a dialogare con chiunque fosse salito a Palazzo Chigi, ma è indubbio che con una coalizione populista e anti-establishment, più vicina al modo di pensare e governare del tycoon, il rapporto con l’amministrazione statunitense sarà più naturale e sarà più facile lavorare insieme.

Che ruolo ha avuto la strategia comunicativa del Carroccio e del Movimento per il successo alle urne?

A me sembra che entrambi abbiano fatto centro. All’indomani delle elezioni Lega e Cinque Stelle hanno mantenuto un tono positivo e propositivo, questo mi sembra un segnale di incoraggiamento per il Paese. Come è normale durante la campagna elettorale c’è stata tanta negatività, ora è il momento di trovare soluzioni comuni.

Ritiene credibile che dietro al successo di uno di questi partiti si celi la società Cambridge Analytica, finita nel mirino delle inchieste del New York Times e del Guardian?

Ben vengano le indagini e la trasparenza, ma a me sembra che sia in corso una caccia alle streghe. Il tentativo di legare il caso Cambridge Analytica alla politica italiana mi sembra la brutta copia di quanto sta accadendo negli Stati Uniti. È un’esagerazione, e comunque è molto più probabile che ci siano delle prove negli States che non in Italia. Il Movimento 5 Stelle e la Lega hanno imparato, anche con risorse economiche limitate, a usare alla perfezione i social media, i pentastellati sono dei pionieri in questo. È stata questa la chiave del loro successo, non un’oscura rete di manipolatori.

Cosa ha sbagliato invece Silvio Berlusconi in questa campagna elettorale?

La personalità è la stessa di sempre, ma ha perso autorevolezza nel centrodestra, è qualcosa che si riesce a percepire. Inoltre il Cavaliere non riesce più a bucare lo schermo televisivo come qualche anno fa.

Se ci fossero le condizioni di un governo Di Maio-Salvini, Fratelli d’Italia dovrebbe restare all’opposizione?

Credo che a Fdi convenga rimanere nella coalizione del centrodestra, rinunciando ovviamente a un ruolo di leadership. Serve pragmatismo, per loro è più saggio rimanere in una coalizione, anche di governo, piuttosto che andare all’opposizione dove sarebbero irrilevanti. Inoltre al momento non hanno i connotati per fare una vera opposizione, perché sono legati a Forza Italia, un partito vicino all’establishment europeo e non così lontano dal Pd.

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