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Tim, Vivendi esce dall’angolo. Ma il match con Elliott è solo rimandato

Di Rino Moretti

Mossa a sorpresa di Vivendi su Tim. Si dimettono tutti i consiglieri, tranne Franco Bernabè (nella foto) che prende le deleghe di Sparkle e diventa vicepresidente e l’ad Amos Genish, per far decadere il cda e convocare una nuova assemblea il prossimo 4 maggio, che di fatto blocca l’iniziativa del fondo Elliott di revocare sei consiglieri francesi perché considerati in conflitto di interessi.

Si dimette anche il vicepresidente Giuseppe Recchi, che era passato indenne all’arrivo dei francesi. Con questa mossa, Vivendi punta a contrastare l’iniziativa del fondo Elliott che, con una quota di capitale superiore al 5%, ma inferiore al 10%, cercava di inserire 6 consiglieri di sua fiducia nel cda e revocarne altrettanti eletti da Vivendi.

Ora si dovranno eleggere tutti i rappresentanti del cda ed Elliott rischia di perdere l’appoggio dei fondi raccolti intorno ad Assogestioni che potrebbero preparare una propria lista di indipendenti e non votare quelli di Elliott. Spaccato il fronte delle minoranze, Vivendi potrebbe prevalere con il suo 23,5% di capitale. Non è escluso però che Elliott e i fondi di Assogestioni presentino una lista unica e ricompattino le minoranze. Salta quindi l’assemblea che doveva tenersi il 24 aprile e Vivendi guadagna tempo.

A questo punto, insomma, la revoca non è più possibile e il board di Tim ha deciso a maggioranza di spostare al 4 maggio l’assemblea degli azionisti per la nomina di un nuovo consiglio. Nella veste di presidente di Tim e nell’interesse di tutti gli azionisti”, ha detto Arnaud de Puyfontaine, presidente Tim e ceo Vivendial termine della riunione, “voglio affrancare il consiglio dal clima di incertezza che si è creato e che distoglie l’attenzione da quella che è la nostra priorità, cioè la rapida realizzazione del piano strategico di Tim”.

Il gruppo francese è stato senza dubbio abile a trovare un modo per uscire dall’angolo, anche se la minaccia di Elliot resta e il confronto è solo rimandato di una decina di giorni. Il fondo Usa dovrà rifare i conti e modificare la propria strategia, oltre che la lista dei candidati al consiglio, che dovrà essere più numerosa se Paul Singer vuole puntare ad avere la maggioranza nel nuovo board.

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