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Quale spazio per l’Europa? Se Brexit mette a rischio il progetto Galileo

Di Alfredo Roma

È semplicemente ridicolo leggere sul Corriere della Sera del 28 marzo che i britannici sono “furiosi” perché l’Unione europea li vuole escludere dal Progetto Galileo, nell’ambito della Brexit. Il Galileo è uno dei principali progetti di infrastrutture spaziali dell’Unione europea, un sistema di posizionamento e di guida utilizzato per la navigazione aerea, la navigazione marittima, la circolazione ferroviaria e per la sicurezza di uno Stato, oltre che per altri infiniti usi civili. Si tratta di un sistema simile al Gps americano, utilizzato anche dai ‘navigatori’ che ormai troviamo su tutte le automobili.

Il Gps è un sistema militare abbastanza datato, il Galileo è un sistema civile molto preciso entrato di recente in parziale funzionamento. In effetti la distinzione tra civile e militare ha poco senso perché tutte le infrastrutture spaziali sono per definizione “dual use”, possono essere cioè usate per scopi civili e/o militari.

LE RESISTENZE BRITANNICHE AL PROGETTO GALILEO PRO GPS

La ragione per definire ridicola la reazione britannica sta nei fatti. Nei cinque anni (2003-2008) in cui si sono riunite le commissioni di lavoro dell’Unione europea per la definizione del progetto, si è dovuto sempre lottare con i colleghi britannici che sostenevano l’inutilità del Galileo in presenza del Gps, segno del loro secolare legame con gli Stati Uniti che non volevano un concorrente per il Gps.

In quegli anni fu costituita la Gsa (Galileo Supervisory Authority, poi divenuta Gnss Supervisory Authority). Nel 2006 l’Italia presentò un progetto per la sede della Gsa a Roma, nel Tecnopolo Tiburtino, vicino alla sede romana dell’Agenzia Spaziale Europea (Esrin) e al centro di controllo del Galileo al Fucino. La sede della Gsa era strategica perché al suo interno comprendeva il Galileo Security Monitoring Centre, centro cruciale per la sicurezza europea.

L SEDE BRITANNICA E IL CAVALLO DI TROIA

Il progetto italiano fu giudicato il migliore di tutti quelli presentati, ma ragioni politiche portarono la sede della Gsa a Praga, sito inopportuno per un’agenzia che deve tenere costanti contatti con la Commissione europea e l’Agenzia Spaziale Europea di Parigi. Infatti, la Gsa ha una sede secondaria a Bruxelles. Alla fine, dopo molte discussioni, il Galileo Security Monitoring Centre fu scorporato dalla Gsa e diviso tra Francia e Gran Bretagna.

Si capisce, allora, perché i britannici non vogliano uscire dal Galileo: nel loro territorio è situato uno dei due centri principali per la sicurezza europea. Non è escluso che qualcuno a Bruxelles consideri questo centro il cavallo di Troia degli americani sui sistemi di sicurezza dell’Unione europea. Se si considera l’attuale politica dell’Amministrazione americana, non proprio favorevole all’Europa, considerata un forte concorrente in campo economico, la decisione dell’Unione europea appare ancor più giustificata.

(Articolo tratto dalla newsletter settimanale di Affari internazionali)

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