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Perché Bruxelles guarda a Rousseau dei 5S dopo il caso Cambridge Analytica

Dopo il clamore globale derivato dal caso Facebook-Cambridge Analytica e alla vigilia della piena operatività entro fine maggio del nuovo regolamento comunitario sulla privacy, il Gdpr, l’Europa guarderebbe anche all’Italia e in particolare all’esperienza della piattaforma pentastellata Rousseau, nonostante le rassicurazioni del movimento guidato da Luigi Di Maio.

LE PAROLE DELLA COMMISSARIA UE

Ne ha parlato ieri a Bruxelles, incalzata dai cronisti in conferenza stampa, la commissaria europea alla Giustizia, Vera Jourova. In particolare, ha evidenziato che per stabilire se il trattamento dei dati personali dei cittadini da parte di Rousseau sia legale o no, “la domanda è se lavorano con dati ottenuti illegalmente, che potrebbe essere questo caso, perché nel marketing politico noi vediamo molti metodi diversi: alcuni di questi sono discutibili, ma sono probabilmente legali. Se invece lavori dei dati ottenuti illegalmente, allora probabilmente tutta la cosa, secondo la mia opinione, è illegale. Ma non posso dirvi se questo è il caso dell’Italia” o meno.

ITALIA “NEL RADAR”

Proseguendo le sue risposte in merito agli interrogativi sollevati in diverse occasioni sulla stampa della Penisola riguardo il trattamento dei dati da parte della piattaforma che fa capo all’Associazione Rousseau, a sua volta riconducibile a Davide Casaleggio (nella foto), figlio di Gianroberto, Jourova ha aggiunto: “Quello che mi preoccupa del metodo di Cambridge Analytica è che funziona su dati ottenuti illegalmente. C’è qualcosa che non va sul versante dell’input, non solo dell’output. Penso che questo sarà il benchmark per le autorità di protezione dei dati, che guardano al caso di Cambridge Analytica, ma anche ad altri casi che potrebbero apparire negli Stati membri, incluso questo. Quindi – ha conclude – l’Italia è nel mio radar per molte altre ragioni, in genere positive, ma su questo caso particolare sono sicura che l’Italia e la sua autorità di protezione dei dati stanno guardando a questo e a possibili altri casi, perché, per quello che vediamo ora sull’attività delle autorità di protezione dei dati europee, non guardano a questo e ad altri casi solo dal punto di vista della protezione dei dati, ma trattano anche l’aspetto elettorale”.

LA REPLICA DEL M5S

Pronta la replica del M5s che in una nota della delegazione al Parlamento europeo ha detto: “Il Commissario europeo alla Giustizia Vera Jourova non cada nella trappola delle fake news. L’Associazione Rousseau è un’associazione senza scopo di lucro e utilizza una piattaforma che non fa profilazione. Chi si iscrive è interessato alle attività e ai contenuti del Movimento 5 Stelle, la prima forza politica italiana. I dati dei propri iscritti non sono mai stati usati in maniera impropria e l’Autorità per la protezione dei dati non ha mai contestato questo. Invitiamo il Commissario, il presidente del Parlamento Antonio Tajani e tutti gli europarlamentari a una sessione informativa per mostrare personalmente la piattaforma e tutte le sue opportunità come facciamo da oltre 2 anni con tutti i cittadini in Italia e nel resto del mondo. Dal Brasile all’Olanda, dall’Irlanda al Giappone. I portavoce del Movimento 5 Stelle ricevono inviti da tutte le parti del mondo perché per milioni di cittadini Rousseau rappresenta una speranza di cambiamento reale: è una rivoluzione che mette al centro il cittadino nella gestione della cosa pubblica”.

LO STUDIO DELL’EUROPARLAMENTO

Infine, prosegue la nota, i 5S ricordano alla commissaria “che uno studio del Parlamento europeo ha certificato e riconosciuto i meriti del Movimento 5 Stelle nel rafforzare la democrazia in Italia. La ricerca ha analizzato oltre 400 pubblicazioni e 22 diverse iniziative nel campo della partecipazione pubblica in tutta Europa. Le conclusioni della ricerca dicono che: le aspirazioni del Movimento 5 Stelle di dare voce e influenza ai cittadini si unisce a sostengo del Movimento stesso alla democrazia diretta, che è incarnata nell’uso di differenti strumenti online di comunicazione e mobilitazione”, hanno concluso gli eurodeputati pentastellati.

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