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In California sì con la faglia di S. Andrea, in Abruzzo no. Il caso del gas a Sulmona

gas

Perché in California nonostante la faglia di S.Andrea si possono interrare i gasdotti, mentre in Abruzzo no? Lo scorso 7 marzo il ministero dello Sviluppo economico ha dato il via libera con Decreto al progetto Rete Adriatica di Snam, che punta strategicamente a trasportare il gas naturale sulle dorsali della rete nazionale e, in seguito, distribuirlo nelle reti regionali.

Ecco che, dopo il “Transmed-Linea Tirrenica” costruito in parallelo ma sul versante opposto, una nuova infrastruttura altamente tecnologica e a impatto ambientale zero può consentire all’Italia la copertura del fabbisogno energetico del Paese nel medio-lungo termine, dopo i nuovi scenari energetici mediterranei, con i gasdotti Tap e Eastmed. In Abruzzo però si registra la mobilitazione dei no-gas sulla scorta dei no-Tap, che rivendicano un rischio sismico per le zone colpite dal terremoto del centro Italia.

IL PROGETTO

Il nuovo impianto di Sulmona si estende per un totale di 12 ettari, con 8 ettari destinati a verde e 4 caratterizzati da impianti fuori terra. Lo scopo dell’infrastruttura è quello di consentire al gas di viaggiare sulla rete nazionale e quindi su quelle regionali. Inoltre potrà intercettare il gas dai cosiddetti punti di entrata da sud: si tratta di circa 25 milioni di metri cubi standard al giorno, che potranno sommarsi ai quantitativi giornalieri contemplati nel campo di stoccaggio Stogit di Fiume Treste a Cupello (Ch) che è considerato il primo in Italia per volumi di stoccaggio e capacità di punta.

Ad oggi la produzione nazionale di gas è inferiore al 10% rispetto al fabbisogno energetico del Paese, ragion per cui nuove infrastrutture di trasporto del gas via gasdotto e terminal Gnl verso le regioni d’Italia diventano essenziali. Rete Adriatica ha il pregio di essere un’alternativa orientale al gasdotto Transmed previsto sul versante tirrenico. Cinque i tratti individuati e che saranno funzionalmente autonomi: solo con questa modalità sarà possibile potenziare le reti locali esistenti, incrementare la flessibilità del sistema e raddoppiare il livello di affidabilità.

NO-GAS

Sei giorni fa c’è stata una manifestazione di protesta contro l’infrastruttura, con circa 6mila persone che hanno ribadito la contrarietà alla realizzazione del metanodotto, assieme ad associazioni e organizzazioni, locali e nazionali, come Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Marevivo, Federazione Pro Natura, Fai, Club Alpino Italiano – Tutela Ambiente Montano, Mountain Wilderness e Ambiente e/è Vita, guidati dal collettivo AltreMenti. Secondo i manifestanti troppi sono i rischi sismici ed ambientali, mentre invece “dobbiamo puntare sulla cultura e sul turismo, il nostro futuro va cercato in questo”. In piazza anche il vescovo della Diocesi di Sulmona-Valva, Michele Fusco.

E rivendicano possibili rischi sismici per le zone del Centro Italia colpite dal sisma di due anni fa. Ma in occasione dei maggiori episodi sismici verificatisi in Italia negli ultimi 40 anni, come in Friuli e nello stesso centro Italia, nessuna condotta è stata danneggiata, né le forniture sono state in qualche modo interrotte. Ciò è dovuto al livello di resistenza delle condotte saldate agli scuotimenti sismici e alla grande flessibilità dei metanodotti: le stesse tubazioni che sono state interrate nelle zone più sismiche al mondo, come California (con la nota faglia di S. Andrea) e Giappone.

I no-gas accusano l’opera di essere un “mostro” lungo 700 km che deturperà il paesaggio. Guardando il progetto ufficiale si apprende che invece Rete Adriatica consiste in cinque gasdotti di cui due già operativi, interrati e invisibili, che non producono emissioni né rumori. In Abruzzo sono già presenti più di 1.000 km di rete nazionale dei gasdotti, e in Italia siamo a oltre 34mila km.

SCENARI

L’esigenza di nuove infrastrutture legate al gas in Italia riflette il fatto che al momento il nostro Paese dipende, per oltre il 90% della propria domanda di gas, dalle importazioni. La media europea è del 70%, con quasi il 44% delle importazioni che proviene dalla Russia. Per cui il nuovo connettore serve a ricevere approvvigionamenti stabili e sicuri: questo il primo obiettivo, a cui si somma la possibilità di vedere ridurre i prezzi.

Rispetto al 2016, Snam nel 2017 con una crescita del 6% ha immesso in rete più di 75 miliardi di metri cubi di gas, anche per via del trend italico che vede il nostro Paese aumentare ininterrottamente i consumi da quattro anni a questa parte. Siamo tra l’altro il Paese europeo dove si usa di più il gas naturale.

L’obiettivo, guardando al 2040, è di una crescita fino al 25% dell’utilizzo del gas rispetto al fabbisogno mondiale di energia. Si calcola che in Europa il risparmio possibile sarà di 140 miliardi di euro annui, con la procedura di progressiva decarbonizzazione.

twitter@FDepalo

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