Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Prove generali di guerra (poco) fredda fra Usa e Russia in Siria

siria

Se non si possono chiudere gli occhi sulla terribile tragedia umanitaria che si sta consumando in Siria, non si fanno attendere neppure le reazioni a riguardo delle due superpotenze, Usa e Russia. Il cacciatorpediniere americano Donald Cook, armato con missili Tomahawk, sarebbe giunto a circa 100 chilometri dal porto siriano di Tartus, dove si troverebbe una base della marina militare russa. Il cacciatorpediniere, partito dal porto cipriota di Lanarca, stando a quanto scrive Hurriyet sarebbe, inoltre, stato sorvolato ripetutamente a bassa quota da alcuni jet russi che in questo modo avrebbero compiuto manovre di disturbo nei confronti dell’imbarcazione statunitense.

Una mossa, quella americana, giunta dopo la forte reazione di Donald Trump al presunto attacco chimico del 7 aprile a Duma, nella Ghouta orientale, da molti imputabile al regime di Damasco. Il presidente americano non si era infatti risparmiato, promettendo una decisa risposta degli Stati Uniti “all’orribile attacco”, annunciando così una decisone sulla questione. La Francia, d’altra parte aveva assicurato una reazione nel caso in cui fosse stata superata la “linea rossa”. Anche il presidente Recep Tayyip Erdogan, parlando con il gruppo parlamentare del suo partito Akp ad Ankara, si è espresso con fermezza sulla strage di sabato scorso: “Maledico chi ha compiuto questo massacro. Chiunque lo abbia compiuto ne pagherà il prezzo e sarà certamente alto”. Intanto, come riporta la Tass, il vice ministro degli esteri russo e inviato speciale di Putin Medio Oriente Mikhail Bogdanov ha provato a rassicurare: “Non credo che vi sia il rischio di un conflitto armato fra la Russia e gli Usa in Siria” e “alla fin il buon senso dovrebbe prevalere sulla follia”, ha concluso.

Inoltre, il viceministro Bogdanov, dopo l’accusa di ieri in cui la Russia imputava a Israele la responsabilità di un raid aereo contro un aerodromo siriano, ha invitato l’ambasciatore israeliano per discutere “delle situazioni in Siria e nella striscia di Gaza” e “dei rapporti bilaterali” tra Mosca e Israele. Il raid, che ha provocato 14 morti di cui sette morti iraniani, ha immediatamente suscitato la reazione di Teheran. L’alto funzionario Ali Akbar Velayati, in visita in Siria, ha espresso parole dure affermando che l’attacco “non rimarrà senza risposta”, parlando esplicitamente di “crimine di Israele”.

E se l’inviato speciale russo per la Siria, Aleksander Lavrentyev si incontrerà oggi a Teheran con alcuni alti funzionari iraniani per discutere la possibile escalation della crisi siriana, da Mosca arriva la richiesta all’Onu, resa nota dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov, di un’inchiesta per verificare l’uso di armi chimiche nell’attacco a Duma. Richiesta giunta al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite anche dagli Usa, che hanno chiesto a quest’ultimo di votare, alle 21 ore italiane, la bozza di risoluzione per istituire un meccanismo di indagine sulla vicenda. Ci si aspetta naturalmente il veto della Russia, che chiede, inoltre, l’invio di esperti sul posto per un’inchiesta “trasparente e onesta” con il coinvolgimento dell’Opac.

Nel frattempo, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha ribadito la necessità di un’indagine imparziale e indipendente per verificare il presunto attacco chimico in Siria: “Faccio appello al Consiglio di Sicurezza perché adempia le sue responsabilità e trovi l’unità. Lo incoraggio a raddoppiare gli sforzi per concordare un meccanismo dedicato a individuare i responsabili”, ha concluso.

×

Iscriviti alla newsletter