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Renzi faccia un passo avanti per uscire dall’immobilismo. Parla Antonello Giacomelli (Pd)

In una fase così delicata, come quella della formazione del governo, non può non essere Matteo Renzi a portare avanti le istanze del Partito democratico. A crederlo è Antonello Giacomelli, esponente del Pd, renziano e sottosegretario al Mise. Renzi, dunque, dovrebbe ritirare le dimissioni e assumersi la responsabilità di questi passaggi fondamentali, che non per forza porteranno a un accordo di governo. “Il Capo dello Stato ha chiesto al presidente Fico la verifica dell’esistenza o meno delle condizioni di un rapporto tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico – ha spiegato Giacomelli in una conversazione con Formcihe.net -. Credo che questo confronto debba coinvolgere tutto il Pd, ma guidato da Matteo Renzi”.

Perché Renzi dovrebbe ritirare le dimissioni?

Le dimissioni di Matteo erano funzionali ad aprire una riflessione interna, una discussione, un confronto, tanto è vero che il Pd aveva individuato un reggente nella figura di Martina, ma aveva previsto l’Assemblea per aprire questa fase nella convinzione che non ci fosse un ruolo che il Pd doveva giocare nella formazione del governo. Noi avevamo delineato con chiarezza il nostro ruolo, che era all’opposizione, con l’idea che in pochi giorni le forze che hanno ottenuto maggiori consensi avrebbero trovato una maggioranza per il governo del Paese. Questo scenario è totalmente cambiato, e il Pd ha dovuto rinviare la sua discussione interna, che pure dovrà affrontare; ora però è chiamato dal Presidente della Repubblica a una verifica di responsabilità che finora noi non abbiamo mai immaginato di dover assumere.

Un cambio di scenario, dunque.

Credo che questo sia il passaggio più difficile nella vita del Pd, da quando è nato. Non lo si può affrontare con una reggenza provvisioria e con la leadership politica sostanziale defilata. Penso sia utile che si prenda atto che dobbiamo dare una risposta in questo nuovo scenario ed è giusto farlo con la guida di chi rappresenta il riferimento della maggioranza dei parlamentari, della maggioranza dei dirigenti. Credo insomma che Renzi debba riassumere anche formalmente il ruolo di guida del Pd nelle scelte difficili di questa fase.

Su una possibile convergenza con i 5 Stelle il Pd è molto diviso.

Usando un eufemismo, personalmente vedo con moltissima difficoltà i margini per un esito positivo del confronto con i 5 Stelle. Ma non è questo il tema. Il tema è che il Pd si trova in uno scenario diverno da quello ipotizzato. Oggi dobbiamo affrontare un passaggio politico delicatissimo e credo che prima di tutto debba essere assicurata la condizione se non per una risposta unitaria almeno per la tenuta del Pd rispetto alla verifica a cui veniamo sollecitati. Quindi ritengo che si debba partire con il Pd che ripropone la leadership politica di questi anni, le scelte politiche di questi anni, le posizioni del Pd di questi anni come base ineludibile di un confronto che non ha esiti predefiniti.

Quali sono i temi fondamentali di cui si dovrebbe (e potrebbe) parlare col Movimento 5 Stelle?

Io credo che di questo debba discutere la Direzione, ascoltando prima di tutto la relazione e quindi il contenuto dei passaggi fatti fin qui. Però a me pare che ci sia un punto politico: se il Pd trasmette progressivamente la sensazione di un partito diviso tra dialoganti e irremovibili, ha già perso e apre per il proprio futuro scenari molto inquietanti. Uscire insieme da questa fase molto delicata è decisivo e difficilmente può accadere senza un ruolo guida di chi oggi ha la leadership politica del partito. Per quanto mi riguarda, questo è già un punto. Non è certamente un fatto personale, questo chiama in causa le riforme fatte, la linea dei governi di questi anni, le politiche seguite. Non è neutro tutto questo. Credo che se il Pd non vuole smarrire sé stesso deve partire da tutto questo.

La Direzione, come ha annunciato il segretario Martina, sarà il 3 maggio. È solo a quel punto che si saprà in che termini dialogare con i 5 Stelle?

È evidente che la Direzione dirà una parola decisiva. Ci sono posizioni diverse, dentro il Pd, e dobbiamo arrivare a quella data essendo in grado di mettere in campo delle scelte chiare di percorso e di modalità con cui andare a questo passaggio politico. Da quando è nato il Pd, questo è il passaggio politico più delicato e possono aprirsi scenari imprevedibili sia per il Paese che per il partito. Credo sia doveroso affrontarlo nel modo politicamente più impegnativo possibile e lo dico con tutto il rispetto e la stima per Martina. Non è un problema di persona, ma una reggenza provvisioria va bene per portare il partito al congresso in qualche settimana, non può essere il modo con cui il Pd affronta questa fase. Da qui al 3 maggio c’è il tempo per questa riflessione e per ritrovare, attorno a una riassunzione di responsabilità di Renzi e di un gruppo dirigente, il modo di affrontarla.

Sono in tanti, nel Pd, a chiedere un passo avanti di Renzi?

Vedo le dichiarazioni che stanno uscendo in queste ore e mi pare che ci siano molti che condividano questa idea. Il punto, però, non è fare una conta, ma aprire una riflessione condivisa su come il Pd deve affrontare questo passaggio, per se stesso e per il paese. È difficile farlo dando l’idea di andare in una direzione se si tiene da una parte la leadership di Renzi. Questa è una strada che rischia di portare a esiti pericolosi indipendentemente dalla volontà delle persone stesse. Questo va evitato e per farlo bisogna chiamare le cose con il proprio nome. C’è una leadership e credo si debba chiedere a Renzi di assumerla in questa fase. Questo non toglie il fatto che a tempo debito si debba aprire nel Pd quella riflessione che oggi non possiamo fare.

Cosa si rischia se questo confronto con i 5 Stelle non dovesse andare a buon fine?

Il Capo dello Stato ha chiesto al presidente Fico la verifica dell’esistenza o meno delle condizioni di un rapporto tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico. Io sono tra coloro che vede con molta difficoltà i margini per determinare un progetto di governo condiviso tra queste due forze. Non mi preoccupano i toni accesi usati negli anni, anche se hanno un peso. Il punto sono le posizioni sostanziali tenute sulle politiche e sulle riforme in questi anni. In ogni caso, non possiamo opporre un “non ricevuto” alla richiesta del Presidente della Repubblica e credo si debba andare al confronto. Francamente non so vedere oltre questo.

Su quali temi il Pd non è disposto a trattare?

Non credo di dover indicare io quali siano questi temi, dopo la discussione ci sarà chi ha la responsabilità della sintesi, però basterebbe ripercorrere le scelte fondamentali di questi anni – dalle unioni civili fino alla riforma del mercato del lavoro – le scelte che hanno segnato in materia di diritti, in materia di economia, di diritti sociali l’azione dei governi del Pd. E registrare che posizioni hanno assunto le due forze politiche su quelle scelte. Mi pare difficile non ripartire dal nostro lavoro di questi anni.

Come vede la possibilità di un governo del Presidente?

Non capisco quando molti, anche tra i commentatori, ipotizzano o attendono una mossa autonoma da parte del Presidente della Repubblica. Io mi chiedo perché una eventuale iniziativa del Capo dello Stato, ad esempio, dovrebbe essere sostenuta e votata da M5s e Lega. Mi pare che le dichiarazioni dei loro esponenti in queste ore dicano esatamente che i governi tecnici o del Presidente non rientrano nei loro obiettivi.

E se invece si andasse a elezioni anticipate?

Da un lato è certamente uno sbocco possibile, dall’altra non so vederne l’utilità. Tornare con questo impianto, al voto, non fa pensare che ci sia una forza che assume in modo autonomo il consenso e la maggioranza per governare da sola, quindi temo che ci riporterebbe esattamente alla discussione a cui siamo ora. L’impianto di questa legge presuppone una fase successiva al voto, basata sulle intese. Mi pare difficile escluderlo. Il Parlamento così disegnato è in grado di riprendere il tema delle riforme, anche istituzionali, anche di impianto, anche di modello? Questo è un altro punto su cui sarebbe necessario avere la chiarezza da parte di tutti.

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