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Spie, veleni ed intercettazioni. Nel caso Skripal spunta un audio trasmesso dalla tv russa

Dicono di non poter confermare l’autenticità fino in fondo, ma Yevgeny PopovOlga Skabeyeva, i due giornalisti che conducono “60 Minuti”, programma giornalistico della televisione statale russa Rossiya-1, hanno mandato in onda una possibile telefonata tra Yulia Skripal e sua cugina Viktoria.

Al netto della bontà della registrazione, la figlia di Sergei Skripal, avvelenata a Salisbury con un agente nervino il 4 marzo insieme al padre — ex colonnello dell’intelligence militare russa —, avrebbe detto alla cugina di star bene, che presto sarà dimessa dall’ospedale inglese in cui è ricoverata e che pure il padre è in buone condizioni. Se la prima è una notizia acclarata — sono stati gli stessi sanitari britannici a dire che la ragazza era ormai fuori pericolo — la seconda, quella che riguarda il padre parrebbe essere uno scoop: l’ex agente infatti sarebbe da un mese in condizioni estremamente critiche, ma dichiarate stabili.

Secondo Rossiya-1 la telefonata sarebbe stata registrata la mattina del 5 aprile, ma nessuno può veramente accertare che si tratti di Yulia Skripal al telefono. La cugina a un certo punto dice “sei tu Yulka”, usando un vezzeggiativo per Yulia, e con tono accorato dice di riconoscerla dalla voce. Ma niente di più: sono i russi stessi a lanciare la bomba specificando che l’audio è inverificabile.

Il caso Skripal è al centro di una serie di mosse politico/diplomatiche che hanno visto un paio di dozzine di Paesi occidentali allinearsi con Londra su una punizione severa e punitiva nei confronti di Mosca, da subito accusata del tentato omicidio come regolamento di conti contro un traditore (anni fa Skripal aveva infatti venduto informazioni di intelligence ai servizi inglesi).

Mosca s’è sempre dichiarata innocente, sottolineando come tutto fosse una macchinazione creata per trovare una leva contro la Russia (una sindrome d’accerchiamento che serve anche per sostenere la polarizzazione del “noi-contro-voi”, miele per la propaganda che accompagna la presa sul potere putiniana).

In questi giorni al centro della questione c’è il veleno utilizzato. Il governo inglese continua a sostenere di avere informazioni sufficienti per dire che è di fabbricazione militare russa, e dunque accusare i servizi segreti di Mosca per l’attacco su suolo inglese. Però il direttore del laboratorio della Difesa inglese che ha effettuato le analisi ha dichiarato che si tratta certamente del Novichok, un composto nervino creato tre decenni fa dall’esercito russo, ma che non è possibile stabilirne la provenienza.

Questa secondo la Russia è una prova che le accuse sono costruite, mentre Londra sostiene che le analisi di laboratorio sono solo una parte delle evidenze su cui è stata basata la formulazione della denuncia. Ora la tv statale del Cremlino diffonde anche un audio in cui la figlia dell’ex spia assicurerebbe sulle buone condizioni sue e soprattutto del padre, e rischia di essere un altro tassello a minare la ricostruzione inglese, su cui si è basata l’allineamenti anti russo occidentale sulla vicenda.

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