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Un governo (almeno) per la legge elettorale e dopo. La suggestione di Crosetto

Matteo Renzi dopo un lungo silenzio è tornato a parlare da Fabio Fazio in prima serata e le sue parole non hanno lasciato dubbi sul futuro di un governo targato M5S-Pd. È a questo punto che si sono aperte altre ipotesi. Una di queste l’ha annunciata Guido Crosetto su Twitter: “Forse a questo punto il cdx dovrebbe chiedere l’incarico e presentarsi in Parlamento con un programma di interventi immediati per rafforzare la timida ripresa economica e con un piano di modifiche costituzionali”. Così il coordinatore di Fratelli d’Italia, già ministro della Difesa, spiega quello che adesso potrebbe accadere. Raggiunto da Formiche.net amplia tale proposta e riassume quelle riforme costituzionali di cui l’Italia ha bisogno. Con uno sguardo a ciò che lo ha fatto rientrare in politica, dopo un po’ di tempo, e che è nel programma del centrodestra: la necessità di uno shock fiscale per il Paese.

Presidente Crosetto, prendere l’incarico da parte del centrodestra oggi vorrebbe dire proporre un governo di minoranza?

Il tema è formare un governo che deve accompagnare alle elezioni il Paese. Si parte da questa riflessione. Il governo attualmente in carica è espressione di una forza politica uscita perdente dalle urne del 4 marzo, il Pd. Ha senso quindi lasciare in carica fino eventualmente a nuove elezioni che sembrano vicine un governo che rappresenta un partito che ha perso le elezioni? La risposta a questa domanda a mio avviso è semplice, ma deve darla il Presidente della Repubblica.

Quindi?

Quindi ritengo che il Presidente Mattarella dovrebbe dare un incarico pieno a qualcun altro, anche sapendo che questo partito o coalizione possa non avere la maggioranza in Parlamento, come d’altronde nemmeno il governo uscente ha. La logica quindi potrebbe essere quella di darlo a chi ha un numero maggiore di referenti al Parlamento. Il 42% dei parlamentari li ha il centrodestra e perciò l’incarico andrebbe a Matteo Salvini. L’alternativa è il maggior partito, quindi Di Maio, che però ha il 33% in Parlamento.

E il leader della Lega potrebbe riuscire a formare un governo secondo lei?

Andando avanti con questa idea, Salvini dovrebbe presentarsi con il programma di centrodestra, contestualmente, come anche proposto da Renzi, con una proposta di riforme costituzionali, per me in primis la cancellazione delle modifiche all’art. 81 e il ripristino di una sovranità piena rispetto all’Ue. Siccome Matteo Renzi ha detto di voler cambiare la legge elettorale, ma anche la Costituzione, si potrebbe iniziare con questa proponendola al M5s e al Pd. Io metterei tra queste riforme anche la riduzione dei parlamentari, questione di cui nessuno parla più; la totale trasformazione del Senato, in modo che si occupi del bilancio e dei conti e quindi che si avvicini di più al Congressional budget office degli Stati Uniti, avendo alle sue dipendenze la Corte dei Conti con funzioni di controllo anche sulla finanza degli enti locali; l’elezione diretta del Presidente; il ripristino dell’equilibrio democratico, che non esiste più tra i poteri dello Stato e quindi la modifica del Csm. Si può quindi ragionare con le altre forze politiche su qualcosa di simile, altrimenti si torna rapidamente al voto. Dopo aver cambiato la legge elettorale…

Maroni in un’intervista a Formiche.net ha detto che secondo lui sarebbe ideale una legge a doppio turno portata avanti da M5S e Lega e poi elezioni il 7 ottobre. Che ne pensa di questa ipotesi?

La data è l’unica possibile, anche perché la proposta di Luigi Di Maio di votare a giugno è tecnicamente impossibile. Noi siamo però per la proposta avanzata da Fratelli d’Italia che è per correggere la attuale legge elettorale, con un premio di maggioranza al di sopra del 40% per arrivare al 55%, e chi supera il 37%, per arrivare al 51%. Una legge che sarebbe costituzionalmente inattaccabile e consentirebbe di governare con il risultato uscente, senza andare al doppio turno. In Italia il secondo turno non regge.

Sempre Maroni lancia anche un centrodestra unito sotto un unico partito: Forza Lega con Salvini premier. Cosa pensa di questo dibattito aperto nella coalizione?

Sicuramente è una riflessione che si sta facendo nel centrodestra, ma il nome Forza Lega sembra troppo l’unione solo di Forza Italia e Lega. Semmai il nome dovrebbe unire tutti i partiti, un po’ come Lega Italia, che semanticamente racchiude anche Fratelli d’Italia. La discussione ormai è aperta. Ha iniziato mesi fa Giovanni Toti. E comunque qualunque decisione dovrebbe passare dalla celebrazione dei congressi di tutti e tre i partiti. Per noi almeno, se dovesse venirci una proposta di questo tipo, quella sarebbe la sede della decisione.

In caso di governo “balneare”, quali priorità pensa debbano essere seguite per il Paese? Quali sono gli interventi necessari su economia e come è possibile in caso garantire la sicurezza dei conti pubblici?

Oltre ad evitare l’aumento dell’iva, ritengo che un governo “balneare” non possa fare nulla. Prenderà direttive dall’Europa e si limiterà a svolgere il proprio compitino europeo. Ed è questo che mi preoccupa. Io ho sottoscritto un governo di centrodestra proprio perché credo che all’Italia serva uno shock fiscale. Per far ripartire le imprese italiane che sarebbero le più battagliere al mondo se non fossero legate mani e piedi dalla burocrazia e dal fisco. Questo è il motivo per cui sono tornato a ricandidarmi. Ho fiducia nel programma del centrodestra che trovo “rivoluzionario” su questo campo. Il governo balneare navigherebbe a vista secondo una mappa che gli fornisce l’Unione europea, e questo a me non piace.

Ma dal 4 marzo ad oggi secondo lei i leader come si sono comportati? Chi ha vinto e chi ha perso? Diamo qualche voto se vuole.

Luigi Di Maio secondo me ha sbagliato. Bravissimo a impostarsi, ma si è vista la mancanza di esperienza, di storia e di idee. Voto: 5.

Matteo Salvini è stato molto più serio. Non ha mai detto che prima c’era lui e poi gli altri. Secondo me 8 se lo merita.

A Berlusconi invece do 4/5.

Matteo Renzi è stato zitto fino all’altro giorno e nel suo silenzio un 6 lo ha guadagnato.

Ovviamente non posso non dare un voto a Giorgia. Giorgia Meloni è riuscita a tenere calmo il centrodestra, gettando acqua sul fuoco. Ha tenuto insieme la coalizione quando si stava spaccando. Voto: 9.

Pietro Grasso e Maurizio Martina, voto: n.c.

Invece, il Presidente della Reppubblica, Sergio Mattarella, non si giudica mai, è super partes.

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