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Tutte le incognite di un possibile ritorno al governo Lega-5 Stelle

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Si vedrà in giornata come evolveranno la situazione politica e l’andamento della borsa e dello spread. Ma se ripartisse concretamente la trattativa fra Movimento Cinque Stelle e Lega per la formazione del nuovo governo dovrà essere assolutamente chiaro a tutti – Istituzioni, partiti, sindacati, banche, borsa, investitori, famiglie, Ue – che quanto scritto nel contratto per il nuovo esecutivo già sottoscritto fra i due movimenti in materia di flat tax, riforma della legge Fornero, reddito di cittadinanza, o sarà supportato da una ben precisa e rigorosa indicazione di fonti di copertura finanziaria, o dovrà essere cassato dal testo da presentarsi in Parlamento.

Su questo punto – a nostro avviso – non possono esservi ambiguità di sorta, altrimenti, piaccia o meno ai dirigenti dei due contraenti l’accordo di governo, se i mercati percepissero che si profila il rischio concreto di scardinare gli equilibri dei conti pubblici, i titoli del nostro debito (e non solo essi) sarebbero duramente e ulteriormente penalizzati.

Così come dovranno essere dati segnali precisi al mondo dell’industria italiana che ha trovato una piena ed esaustiva manifestazione delle sue esigenze nella relazione del presidente della Confindustria Vincenzo Boccia all’Assemblea generale dell’Associazione nei giorni scorsi. Pertanto nessun blocco a determinate opere pubbliche, piena difesa in logiche di ecosostenibilità dell’Ilva di Taranto – anche sulla sua ventilata dismissione coatta Luigi Di Maio direbbe un giorno che i 5 Stelle hanno sbagliato tutto come ha dichiarato sull’impeachment di Mattarella ? – conservazione delle misure per industria 4.0.

Con la capacità competitiva dell’industria del Paese – che ne sta mantenendo in piedi l’economia – non si scherza minandola alle radici con le improvvisazioni di ministri e sottosegretari che si rivelassero purtroppo dilettanti allo sbaraglio.

Un’ultima considerazione (maliziosa): che il rilancio dell’ipotesi del governo Lega-5Stelle non nasca solo dalla volontà di spartirsi le nomine previste per le prossime settimane in aziende pubbliche?

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