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La lezione di Mattarella e il pensiero cristiano cattolico per il bene comune

Bisognava constatare che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fosse sotto volgare attacco da parte di alcune forze politiche irresponsabili, che aspirano a far parte del futuro governo, per risvegliare un deciso sentimento di solidarietà nei confronti del Capo dello Stato. Tantissimi esponenti soprattutto del mondo cattolico e semplici cittadini hanno voluto far sentire la propria vicinanza a Mattarella uomo politico coerente, esperto, inattaccabile, nonostante le volgari aggressioni che gli arrivano, ipotizzando l’alto tradimento della Costituzione.

Per Sergio Mattarella, raffinato giurista, già ministro, parlamentare, giudice costituzionale, infine presidente della Repubblica, essere accusato di alto tradimento della Costituzione è mortificante, anacronistico, ridicolo direi. Non a caso Sua Eminenza Gualtiero Bassetti presidente Cei gli ha voluto far sentire la sua vicinanza in questo grave momento di amarezza, difendendo l’Altissima magistratura repubblicana. Ricordando che i cattolici sono in grado sempre di affrontare le avversità anche se uomini in solitudine, confermando “stima” a Mattarella. A fianco di Mattarella si è schierato anche il direttore di Civiltà Cattolica Antonio Spadaro. Lo stesso ha fatto mons. Nunzio Galantino segretario della Cei: “Ognuno cerca di motivare le proprie ragioni, ma alla fine si rischia che a pagare sia quel popolo in nome del quale tanti parlano”.

Il presidente delle ACLI Rossini ha espresso gratitudine a Mattarella “per aver preservato le istituzioni”. Per il Meic, movimento cattolico culturale: “Preoccupano arroganza e giudizi sprezzanti contro Mattarella. Dai partiti irrigidimento incomprensibile, ritrovino senso di responsabilità”. La Cisl con il suo segretario generale Furlan ha ribadito: “Europa ed euro scelte irreversibili”. Uno stringersi attorno alla figura più rappresentativa della nostra Repubblica, evento da non sottovalutare dopo anni di ignavia e di indifferenza.

La serata di domenica 27 maggio 2018 non sarà ricordata come una data qualsiasi negli annali della storia della Repubblica italiana. Segna il giorno in cui per la prima volta dopo settant’anni si consuma un vero e proprio strappo istituzionale, di una gravità impensabile. Il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato costretto a non accettare la lista dei ministri che gli ha sottoposto il presidente del consiglio incaricato prof. Giuseppe Conte, perché comprendeva il nome di Paolo Savona, esperto professore internazionale di cultura economica. Il presidente della Repubblica aspettando con pazienza, nonostante le attese del popolo italiano per scadenze imminenti, dopo una estenuante trattativa tra i vari partiti soprattutto Pd, M5S, Lega durata quasi novanta giorni, tra false partenze e rinvii è stato obbligato ad una scelta dolorosa: chiedere al prof. Conte, presidente incaricato di rivedere il nome in elenco del prof. Savona appunto. Non un capriccio o antipatia per l’illustre cattedratico, quale ministro dell’economia, ma semplicemente una necessità dettata dai malumori di alcune cancellerie europee, che non guardano con molta serenità alla visione economica di Savona sia sull’euro che sui trattati europei, idee peraltro non proprio nuove nei circoli economici internazionali.

Mattarella al centro di due fuochi, da una parte la nomina di Savona sostenuta da Lega e M5S e dall’altra la difesa dell’interesse nazionale, ha optato per quest’ultima, perché la nomina del suddetto avrebbe provocato di certo forti scossoni nelle borse e nei mercati. Stiamo soffrendo, per questa brutta pagina scritta sulla storia delle nostre istituzioni da volgari esponenti di alcuni partiti, che vorrebbero imputare al presidente Mattarella responsabilità che non gli appartengono. Egli, allievo di un grande maestro come Aldo Moro, non poteva mai calpestare il dettato costituzionale scritto e elaborato da una buona schiera di giuristi cattolici che con il loro impegno, la loro fatica, la loro dedizione permisero all’Italia repubblicana di avere la prima Carta costituzionale squisitamente democratica, dove la persona umana è al centro di tutto l’universo sociale e statale. Moro, Dossetti, Mortati, Fanfani, La Pira, Lazzati sono solo alcuni padri costituenti sui cui libri abbiamo studiato.

Sergio Mattarella, la lezione costituzionale le cui scaturigini provengono sì dall’alta scienza giuridica internazionale, ma anche dall’elevatissimo pensiero cristiano cattolico, ha ben presente i doveri che deve osservare come Capo dello Stato, per cui mai tradirebbe valori e principi costituzionali che guardano al bene comune.

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