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Lo sviluppo sostenibile volano dell’economia di domani

sviluppo sostenibile

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile deve essere la bussola per orientare il programma d’azione del prossimo Governo. Restano soltanto 12 anni per realizzare gli impegni internazionali che il nostro Paese ha sottoscritto nel 2015. Per questo il Parlamento appena eletto deve impegnarsi per”una legislatura per lo sviluppo sostenibile”, così come le istituzioni, le imprese e la finanza devono, insieme alla società civile, trasformarsi in “motori dello sviluppo sostenibile”.

È questo il principale messaggio scaturito dall’evento inaugurale del Festival Italiano dello Sviluppo Sostenibile, organizzato dall’Asvis (Alleanza Italiana per lo sviluppo Sostenibile) , che si è aperto a Roma con il titolo “Italia 2030. Innovare, riqualificare, trasformare: dieci anni per realizzare un’Italia sostenibile”, e che si protrarrà per 17 giorni con oltre 600 iniziative su tutto il territorio nazionale nelle quali si confronteranno leader del mondo industriale e finanziario, delle istituzioni e della cultura, dell’innovazione tecnologica e sociale.

Dopo l’approvazione da parte del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica della “Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile” (ottobre 2017) e l’assunzione da parte della Presidenza del Consiglio di un ruolo guida nella sua attuazione (marzo 2018), con l’avvio della nuova legislatura si dovrebbe aprile una nuova fase politica per raggiungere gli obiettivi della strategia.

Il messaggio acquista una valenza particolare anche perché, proprio ieri, a Bruxelles è stato approvato definitivamente dagli Stati Membri il cosiddetto “Pacchetto sull’Economia Circolare” contenente le nuove direttive sui rifiuti. Le norme proposte, che entreranno in vigore 20 giorni dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione, aiuteranno a produrre meno rifiuti e ad aumentare in modo sostanziale il riciclo dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio fissando obiettivi molto ambiziosi da raggiungere entro il 2025 e il 2030.

“L’approvazione definitiva delle nuove norme sui rifiuti da parte del Consiglio – ha dichiarato il commissario all’Ambiente Karmenu Vella – segna un momento importante per l’economia circolare del nostro continente. I nuovi obiettivi di riciclo e smaltimento tracciano un percorso credibile e ambizioso per una migliore gestione dei rifiuti in Europa”.

La nuova legislazione da particolare rilievo alla prevenzione e introduce obiettivi importanti anche per gli sprechi alimentari e per i rifiuti marini, in modo da concorrere al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

“Lo sviluppo sostenibile è un piano per la politica, una opportunità per le imprese, un progetto concreto per le amministrazioni, una speranza per tutti i cittadini – ha detto il portavoce dell’Asvis Enrico Giovannini – L’Italia difficilmente raggiungerà gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro i termini concordati, a meno di un’azione urgente e determinata che orienti in questa direzione tutte le risorse disponibili, pubbliche e private. Solo così si può garantire che gli investimenti, sia materiali che immateriali, siano orientati nella direzione auspicata, riqualificando il patrimonio esistente e investendo in nuove infrastrutture sostenibili, migliorando il capitale naturale e umano, soprattutto a favore delle aree territoriali e dei gruppi sociali più deboli, così da migliorare il benessere dei cittadini e ridurre le tante disuguaglianze di cui soffre l’Italia”.

Secondo recenti stime, per raggiungere gli obiettivi fissati a Parigi nella lotta ai cambiamenti climatici, l’Europa deve investire 180 miliardi di euro da qui al 2030, mentre mancano all’appello circa 150 miliardi di euro di investimenti annui per infrastrutture sociali. D’altra parte l’Europa è di gran lunga la prima area del mondo per investimenti sostenibili, con 12 mila miliardi di dollari gestiti tra il 2014 e il 2016 e tantissime imprese che investono nella green economy.

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